" Il ciclismo mi mancherà
ma anch'io mancherò al ciclismo. "
( Marco Pantani )
Marco Pantani è stato senza dubbio uno degli eroi più tragici del ciclismo moderno.
Amatissimo dal pubblico, spesso osteggiato da una parte di stampa, Il Pirata ( così
soprannominato da tutti ) è stato probabilmente l'ultimo ciclista in grado di far sognare milioni
di tifosi e di riportare il ciclismo in una dimensione eroica che non aveva da tempo e che
difficilmente tornerà ad avere in futuro.
Nato a Cesenatico nel 1970 , Marco si avvicina al ciclismo grazie alla passione del nonno
che gli regala una bicicletta e lo spinge ad abbandonare il calcio per il ciclismo.
Marco si tessera per l'associazione ciclistica Fausto Coppi di Cesenatico e mostra subito
indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare.
Nel 1990 è terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 91 secondo e nel 1992 vince.
Nel 1993 partecipa al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per
una tendinite. Nel 1994 viene ingaggiato dalla Carrera e da lì inizia la sua leggenda.
Ha il compito di aiutare il capitano Claudio Chiappucci, ma Pantani si rivela subito qualcosa
di molto più di un gregario: vince due tappe e si classifica secondo nella generale.
La carriera di Marco è fatta di costanti cadute e altrettante faticose risalite e già
nel 1995, quando tutti lo aspettano sulle strade del Giro, è costretto a fermarsi per un brutto incidente
contro una macchina durante l'allenamento.
Nel 1996 deve ancora rimandare il suo appuntamento con il Giro a causa di un altro
incidente rimediato sempre in allenamento e anche nel 1997 non riesce a concludere il Giro
a causa di una brutta caduta per colpa di un gatto.
Nel 1998 compie, come a ripagarsi per tanta sfortuna, la sua impresa più bella
vincendo Giro d'Italia e Tour de France.
Pantani domina in salita, si arrampica con una facilità disarmante e sembra destinato ad
entrare, con le vittorie, nell'Olimpo del ciclismo.
Il destino però non vuole così e nel 1999, quando ha già " il Giro in tasca " viene
sospeso per il valore dell'ematocrito poco sopra il limite.
E' una sentenza che fa discutere, piene di ombre e brutte storie, alla quale Pantani non riesce
a reagire. Inizia il suo Calvario e la lenta discesa verso la depressione e , forse,la tossicodipendenza.
Pantani regalerà ancora alcune meravigliose vittorie al Tour de France ( quelli
dominati però da Amstrong ) e poi perderà definitivamente se stesso.
Muore il 14 febbraio 2004 in una stanza d'albergo dell'Hotel Le Rose di Rimini.
" il ciclismo a me piace perchè non è uno sport qualunque. Nel ciclismo
non perde mai nessuno, tutti vincono nel loro piccolo, chi si migliora,
chi ha scoperto di poter scalare una vetta in meno tempo dell'anno precedente,
chi piange per essere arrivato in cima, chi ride per una battuta del suo compagno
d'allenamento, chi non è mai stanco, chi stringe i denti, chi non molla, chi si perde
d'animo, chi non si sente mai solo. Chi, scalando una vetta, ti saluta, anche se l'hai visto per la prima volta ti incita, ti dice che " è finita ", di non mollare.
Questo è il ciclismo per me "
( Marco Pantani )
( Immagini dal web)
( Fonte: Andrea Ristori, Il Giro d'Italia )