" Il vecchio contadino Strepsiade passa notti agitate tormentato dai debiti contratti dal figlio, scialacquatore con la passione per i cavalli. Per trasformarsi in un invincibile parolaio r non pagare i creditori, decide di rivolgersi a un maestro che gli insegni ad avere ragione anche se è in torto.
E questo maestro altri non è che l'intellettuale più famosa e discusso del momento: Socrate, che l'irresistibile e impietosa parodia che Aristofane trasforma in un cialtrone losco e seducente.
Dopo una scoppiettante successione di trovate, la commedia si chiude con un finale amaro che lascia tutti beffati e punisce imbroglioni e imbrogliati, disonesti ed aspiranti truffatori."
" Dietro il palese attacco ai nuovi filosofi, di per sè scontato, si deve leggere la presa in giro dell'ateniese medio, l'uomo del popolo che ciecamente si offre quale vittima sacrificale, ma anche come incendiario (come criminale) , agli arbitri della nuova cultura."
( dalla prefazione di F.Cordelli)