Villon nella sua " Ballata delle dame del tempo che fu" si chiedeva
" ma dove sono le nevi di un tempo?"
Più umilmente ci chiediamo dov'è la nebbia a Milano, forse sarà scesa
verso Firenze, a sentire il prof. Givanni Sartori, il decano dei politologi
italiani che anni fa lamentava la comparsa di un minaccioso " nebbione sull'Arno. "
La realtà è che negli ultimi venticinque anni un sacco di cose si sono liquefatte
come le nevi di un tempo.
Oggetti, abitudini, consumi che scandivano la nostra vita, cui erano affidati
i sogni delle nostre domeniche. Come la schedina del Totocalcio che ormai gioca
un'esigua minoranza di nostalgici del " Novantesimo minuto" di Paola Valenti..
Per non parlare di reliquie come il Totip, la schedina ippica soppressa nel 2007,
appannaggio dei più snob che trovavano troppo nazionalpopolare il Totocalcio.
La rivoluzione digitale ha dato un'accelerata impressionante
alla rottamazione delle cose del passato: quest'anno ricorre il venticinquesimo
anniversario dell'invenzione di Internet.
Le macchine da scrivere giacciono sulle scrivanie di sospirosi devoti
di Adriano Olivetti, che conoscono a memoria tutta la linea dei prodotti e il loro designer.
La penna stilografica è usata da cultori del vintage che si rammaricano di non
aver goduto delle delizie della scrittura con la piuma d'oca ( sono una di quelli! )
Per tutti gli altri, quelli normali, c'è il pc , che presto sarà soppiantato, come prefigurano
i dati di vendite, da tablet e palmari.
E con la rivoluzione digitale è arrivata la compressione dei dati audio e video,
la macchina fotografica istantanea Polaroid - Vi ricordate quegli scatti che in un paio d'anni
sbiadivano in un uniforme color malva? - è defunta e risorta come applicazioni per iphone.
I dischi in vinile scoppiettano negli antri di intenditori che sostengono
di sentirvi la vera voce di Maria Callas, tutti gli altri si accontentano dell'inscatolata
versione in formato mp3 che però gli consente di depositare l'intera
discografia della Divina nello smartpfone.
I taxi erano gialli e gli autobus verdi
ed indiscutibilmente più pittoreschi.
C'erano i gettoni telefonici di cui avevamo le tasche piene quando non servivano
e ne eravamo magicamente sprovvisti appena varcavamo le ante della
cabina telefonica, anch'essa risucchiata nella discarica della storia.
Quando viaggiavamo in Europa avevamo sempre quello stupido batticuore
misto ad orgoglio nazionale quando giungevamo alla dogana, con quel rito un po'
demenziale del controllo appena lasciato il confine italiano e, qualche metro dopo,
appena entrati in terra straniera. Se non avevamo il bagaglio pieno di fucili a pompa
prima, come potevamo averli pochi metri dopo davanti al gendarme francese?
Ma era bello superare il controllo e lanciarci sfrenatamente all'acquisto di tutte quelle cose
" introvabili da noi " che ora compriamo con un click su Amazon.
Le lettere d'amore, ovviamente, non le scrive quasi più nessuno, sostituite dalle adolescenziali abbreviazioni, codici cifrati, cuoricini e faccine che si annunciano tintinnanti
con What-sapp.
Scomparse le automobili dalle linee giocose come la Citroen due cavalli - in verità
oggetto del desiderio già negli anni 70 - alimentata dalla pestilenziale
benzina rossa - questa sì in auge vent'anni fa - che era l'unica disponibile
prima della commercializzazione di benzine ecologiche che profumano l'ambiente
Alcune cose, misteriosamente resistono, come i giochi da tavolo, la
Settimana Enigmistica; altre che minacciavano di tormentarci a lungo, come
il Tamagotchi, il giochino elettronico a forma di ciondolo che
imponeva la cura e nutrizione di un piccolo alieno, lo trovate solo sulle aste di Ebay.
Le quali aste hanno dato colpi non indifferenti alle aste tradizionali, quelle con il banditore,
cordiale come un sergente dei Marines, che raccoglie le offerte e batte il martelletto
quando aggiudica.
E i volumi dell' Enciclopedia Treccani, subito sotto quelli dei
" Maetri del Colore "?
Sono diventati un sito.
Non voglio incitare alla nostalgia, inclinazione decadente e un po' viziosa.
Al contrario, se le nevi di un tempo si sono liquefatte ci sarà un motivo.
E quelle schedine del Totocalcio, la domenica, ma che tristezza.
Come poi siamo sopravvissuti alla mercè dei soli telefoni fissi, nessuno oggi sa spiegarlo.
Qualunque tentativo di ricostruire la storia non potrà che partire da un
ricerca su Google.
( Fonte Giordano Tedoldi, Libero del 14 marzo 2014 )
( immagini dal web )