Scritto da Charlotte, sorella maggiore della famosa Emily di "Cime Tempestose",
è un romanzo parzialmente autobiografico e viene considerato il suo capolavoro.
Storia semplice quella della protagonista e neanche tanto complicata nell'intreccio,
essa viene narrata in prima persona per ricostruire "Un'autobiografia" come recita il sottotitolo.
Jane, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene "accolta" dalla zia che la odia.
All'età di dieci anni viene internata in un collegio dove vigono regole severissime e privazioni fisiche.
Qui conosce le uniche due persone che le saranno amiche e l'aiuteranno a superare
la fame, il freddo e la solitudine; la sua amica e confidente Helen,
che sarà stroncata dalla tubercolosi, e la sua insegnante, la signorina Temple,
che riconoscerà la sua intelligenza e il suo talento.
Jane rimane in collegio fino a diciotto anni. Dopo aver messo un annuncio sul giornale
trova un impiego come istitutrice a Thornfield Hall; vasto possedimento terriero,
dominato da un'imponente edificio che appartiene da generazioni ai Fairfax Rochester.
Jane deve occuparsi di Adele, una bambina francese affidata a Rochester dalla sua ex amante.
All'improvviso al maniero fa ritorno il padrone il signor Rochester che inizia ad interessarsi a lei,
scoprendone un'intelligenza e una maturità straordinarie.
Rochester ha una fronte ampia e squadrata, capelli e occhi neri, naso pronunciato,
narici pronunciate, corpo atletico ma tozzo.
Il suo aspetto rispecchia il suo carattere: collerico, al limite della crudeltà, scettico e imprevedibile.
I giorni passano e i due si conoscono sempre più. Jane, a poco a poco,
riesce a scalfire la dura corazza di lui, impara a capirlo e lentamente si innamora di lui.
Per Rochester la presenza di Jane è diventata indispensabile, come il respiro e
tra eventi inaspettati o causati da lui, riesce a farle dichiarare il suo amore.
Un grande amore, puro, quello che Jane prova per il suo padrone, cresciuto gradatamente,
a cui non importa della differenza della classe sociale.
I due decidono di sposarsi. Mentre sono in chiesa,
proprio nel momento in cui il pastore sta per unirli in matrimonio, la cerimonia viene interrotta dal…
Mi fermo qui per non rivelare ulteriormente la trama.
Storia d'amore bellissima, inedita e avvincente.
I due personaggi vengono caratterizzati soprattutto dal loro aspetto interiore
che non corrisponde al loro aspetto fisico,
e gli elementi della natura rispecchiano lo stato d'animo della protagonista.
I nomi dei luoghi sono tappe di un percorso accidentato, ricco di cadute non meritate
cui seguono insperate rinascite. Ogni nome rappresenta una fase dell'esistenza.
Gateshead: barriere (gates) che imprigionano la piccola Jane
ospitata malvolentieri dalla severa zia Reed solo per mantenere la promessa fatta al marito,
mr. Reed (lo zio buono) sul punto di morte.
Lowood: degrado (low) e vita di stenti in una scuola per poveri
dove la crudeltà di Mr.Brocklehurst, falso benefattore,
è temperato dalla gentilezza e dal sorriso di Miss Temple.
Thornfield: spine (thorns) dolorose infliggono tormenti mai provati al cuore ingenuo della giovane istitutrice perduta d'amore per il suo padrone, l'ombroso e passionale Edward Rochester.
Whitcross: incrocio (cross), momento di scelta e illusione di trovare conforto
lasciandosi andare nel grembo di una natura accogliente ma selvaggia.
Marsh End: fine (end) di un vagare senza meta, uscita dalla palude della sofferenza,
gioia nel ritrovare i parenti, nell'apprendere la notizia dell'eredità e di ricevere una proposta di matrimonio.
Ferndean porto finale, verde come le felci (fern) che crescono intorno rigogliose
che raffigurano un futuro radioso per il padrone e la governante.
Jane colpisce perché è libera, emancipata, e ci conquista per la sua forza
e per la sua capacità di non cedere alla disperazione.
Il suo personaggio non rispecchia i canoni femminili dell'Ottocento, non è una bellezza anzi è brutta,
minuta ma possiede alcune caratteristiche che la rendono unica.
Intelligenza, razionalità, grande irrequietezza, forte passionalità, desiderio di libertà,
priva di falsità e malizia, non teme il confronto con uomini e donne a lei socialmente superiori,
anzi può primeggiare, grazie alla padronanza della lingua e alle numerose conoscenze.
Lungo, duro e pieno d'ostacoli è il cammino che Jane deve percorrere verso l'amore.
Passa dallo stupore dell'amore che sboccia alla tortura dell'amore tradito e quindi proibito;
dall'amore tradito alla gioia dell'amore ritrovato: tutte le tappe dell'amore
che soltanto alcuni esseri possono conoscere.
Mai, prima di allora, nella narrativa inglese una donna aveva manifestato
e scritto apertamente del suo desiderio per un uomo: Jane-Charlotte
(nelle sue opere vengono descritte le esperienze provate dall'autrice)
racconta invece la sua irresistibile passione per un uomo sposato.
Jane è uno dei più bei personaggi femminili che siano mai stati creati dalla letteratura.
Una figura che vive in epoca vittoriana intrisa di ipocrisia, moralità e falsità.
Una donna straordinariamente moderna che compie delle scelte anche contro il proprio interesse
e le convenzioni sociali.
Libro emozionante, ti fa riflettere sui sentimenti che si possono provare per una persona,
insomma, un vero capolavoro della letteratura mondiale, un romanzo che piacerà anche a chi afferma
"non è il mio genere", si ricrederà sicuramente.
Consigliatissime anche le varie trasposizioni cinematografiche e televisive,
ma leggere il libro è un'altra cosa.
(Estratto© Jane Eyre ed. Newton Compton Editori )
" Giunta là, fui costretta a fermarmi sotto una siepe, e udii uno strepitio di ruote e una diligenza avvicinarsi. Mi alzai in piedi e feci un segno con la mano. Il conduttore si fermò. Chiesi dove andava. Nominò una località lontana, dove il signor Rochester non aveva conoscenze. Gli chiesi quanto voleva per trasportarmi. "Trenta scellini", disse. Risposi che ne avevo venti; ebbene si sarebbe accontentato. Mi permise di salire. Entrai, chiusi lo sportello e il veicolo si rimise in moto.
Possa mai nessuno provare quello che io provai in quel momento!
Mai nessuno versare il fiume di lacrime cocenti che versarono i miei occhi! Mai rivolgersi al cielo con preghiere tanto disperate! Mai nessuno, come me, possa temere di procurare il male di colui che ama con tutto il cuore! "
CHARLOTTE BRONTE
"La scrittrice ci tiene per mano ben stretti, ci fa vedere quello che lei vede,
non ci lascia neppure un istante.
Alla fine, siamo pieni del genio, della veemenza, dell'indignazione di Charlotte Brontë."
( Virginia Woolf )
Charlotte Brontë nasce il 21 aprile 1816 a Thornton nello Yorkshire (Inghilterra),
terza figlia del Reverendo Patrick Brontë e di Maria Branwell.
Il padre era di umili origini, figlio di fittavoli, era però riuscito, grazie alla forza di volontà,
a studiare a Cambridge e a prendere gli ordini sacerdotali.
Per questo durante la piccola ascesa sociale aveva cambiato alcune volte il suo cognome
per nascondere la vera origine: da Brunty a Brontë, passando per Branty.
Era un uomo di grandi capacità intellettuali, di animo integro e appassionato,
purtroppo anche fortemente egoista. La madre, appartenente a una famiglia agiata metodista,
era orfana di entrambi i genitori; aveva un carattere forte e risoluto che aveva mitigato per amore del marito.
A pochi anni dalla nascita, la famiglia si trasferì a Haworth, un remoto villaggio nella stessa contea. L'abitazione si trovava presso la canonica della chiesa dove il padre prestava servizio:
un edificio che si trovava nell'aperta brughiera distante dal paese e da qualsiasi altra casa,
confinante con il cimitero e costantemente battuto dalle raffiche gelide del vento del Nord.
Il fascino della natura aspra e selvaggia della vegetazione influenzò
tutti i componenti giovani della famiglia, instaurando in loro un rapporto di amore-odio
e di dipendenza talmente forte che, anche se Charlotte e i suoi fratelli
avevano il desiderio di conoscere il mondo e le sue innumerevoli bellezze,
non riuscirono mai a distaccarsi dal loro luogo di origine per più di qualche mese.
La madre morì a pochi anni dal trasferimento, dopo un lungo periodo di sofferenza causata dal cancro. Poiché il padre non riuscì a convolare a nuove nozze, la cognata Elisabeth,
che non si era mai sposata, si trasferì presso la famiglia della sorella per accudire i nipoti:
il carattere della zia non era molto espansivo e non era in grado di dare ai piccoli
l'affetto di cui avevano bisogno.
La figura materna venne allora sostituita da Tabby, la governante,
che si prese cura di loro come fossero suoi figli, non adulandoli mai,
ma cercando in ogni modo di favorirli.
Furono proprio i suoi racconti, favole e leggende i primi semi della feconda vena artistica dei piccoli Brontë.
Charlotte era piccola di statura, con folti capelli che le incorniciavano il viso,
il naso pronunciato e la bocca mal disegnata, in compenso i suoi occhi scuri
erano talmente penetranti che catturavano l'attenzione.
Il suo aspetto fisico fu sempre per lei un grave problema che non riuscì a superare mai completamente:
le sembrava che tutti la guardassero e la giudicassero brutta
per la non perfetta armonia del volto e questo le causava un forte disagio
soprattutto quando doveva conoscere gente nuova.
Le basi della sua educazione furono poste dal padre che faceva da maestro a tutti i suoi figli,
assegnando loro lezioni e facendogliele ripetere, privilegiando l'unico figlio maschio Branwell.
Nel tempo questo metodo si rivelò inadeguato; così nel 1824 il reverendo,
pensando di fare il loro bene, affidò le figlie al collegio femminile del Reverendo Wilson.
La disciplina era assai severa e rigorosa per inculcare nelle menti delle giovani una ferrea austerità interiore,
il regime oltremodo frugale: le due sorelle più famose, Charlotte ed Emily,
per opporsi alle restrizioni patite, svilupparono una personalità autonoma e ribelle.
Le condizioni climatiche e igienico-sanitarie non erano delle migliori:
si pativano molti stenti, Elisabeth e Maria si ammalarono gravemente e, di ritorno a casa,
morirono nel giro di poco tempo. Charlotte ed Emily ritornarono comunque a scuola,
la sorella maggiore capì, allora, l'importanza di quell'istruzione sia per il suo talento sia per la vita futura.
Tornate a Haworth dopo l'ennesima epidemia che afflisse le alunne della scuola,
la loro istruzione proseguì per un certo periodo a casa: furono istruite
dalla zia per i lavori prettamente femminili e dal padre per l'aspetto culturale-politico:
il reverendo discuteva con loro delle notizie che giungevano dai giornali locali,
in maniera vigorosa e precisa esponeva le sue idee tanto da influenzare i primi componimenti dei figli.
La biblioteca paterna era ricca di opere considerate classiche e contemporanee: Scott, Coleridge, Wordsworth e Byron.
Crescendo i giovani sfruttarono anche la biblioteca circolante di Keighley,
la biblioteca privata della famiglia Heaton, che conoscevano bene,
e i libri della scuola serale per artieri del paese.
Ben presto Charlotte si rese conto del grave carico che avrebbe dovuto portare sulle sue sole spalle:
sorella maggiore di orfani di madre, doveva consigliare e confortare tutti i fratelli più piccoli.
Successivamente Charlotte studiò presso la scuola di Miss Wooler a Roe Head
dove ritornò più tardi in qualità d'insegnante grazie, probabilmente,
all'intervento economico della signorina Firth, amica di famiglia che possedeva una certa agiatezza.
Tale scuola era il luogo più adatto a lei, dato l'esiguo numero di studentesse che permetteva l'insegnamento individualizzato, per appropriarsi di quegli strumenti atti a renderla un'istitutrice.
Iniziò poi una serie di problemi legati soprattutto alla instabilità economica,
da cui i fratelli Brontë cercarono una valida fuga tuffandosi nella loro passione letteraria,
dedicandosi a scrivere diari, poesie e racconti; trascendendo spazio e tempo,
trovavano nell'isolamento un rifugio sicuro dove esercitare la loro immaginazione.
Charlotte, anche se amava poco l'insegnamento poiché dava poche soddisfazioni,
decise di lavorare presso varie famiglie in qualità di governante e istitutrice.
Questi erano gli unici lavori ammessi e rispettabili per una donna che aveva bisogno di mantenersi.
Ben presto Charlotte ed Emily, stanche della loro situazione, pensarono di mettersi in proprio:
volevano aprire una scuola per fanciulle, con pensionato annesso, di modo che tutte e tre insieme,
Charlotte, Emily e Anne, non entusiaste dei loro rispettivi lavori,
potessero tornare a casa e restarci mantenendosi.
Dopo aver saputo che Mary Tailor, amica di Charlotte,
aveva frequentato una scuola di perfezionamento a Bruxelles con la sorella,
rimanendo entusiasta sia dell'insegnamento sia delle esperienze vissute,
per avere una opportunità in più, decisero di recarvisi anche Charlotte e Emily,
alloggiando presso il pensionato Heger, meno costoso, per cercare di migliorare la loro educazione,
cultura, soprattutto la conoscenza del francese e del tedesco, e Charlotte anche dell'italiano.
Charlotte vi rimase anche un periodo come insegnante di inglese, ottenendo un diploma
che certificava la sua idoneità a insegnare il francese e arricchendo notevolmente le sue capacità letterarie. Infatti, l'esperienza belga fu fondamentale per lo sviluppo artistico dell'autrice:
l'esperienza di quegli anni la rese capace di scrivere i successivi romanzi, maturando
"i germi letterari espressi fino ad allora in forme inadeguate e puerili".
Il progetto sfumò per la mancanza di denaro,
per i problemi di salute del padre che richiedeva continua assistenza e
soprattutto per la mancanza di alunne.
Infatti, Charlotte aveva deciso che prima di affrontare qualunque spesa
sarebbe stato opportuno rendere noti i programmi della scuola e attendere delle risposte,
che purtroppo non arrivarono mai.
Nel 1844 Charlotte fu costretta a tornare a Haworth sia per la crescente cecità del padre,
sia per il disagio del fratello maggiore che, non essendo riuscito a far carriera
sprofondava sempre più nel tunnel dell'alcol e dell'oppio, diventando un incubo per tutta la famiglia.
Tra il 1846 e il 1853 scrisse e pubblicò i suoi romanzi più famosi e alcune poesie.
Negli stessi anni morirono in poco tempo Branwell, il fratello maggiore, Emily e Anne per consunzione.
Per scappare dal dolore provocato dai numerosi lutti Charlotte si recò da allora spesso a Londra dove strinse numerose amicizie, tra cui quella con Thackeray,
famosissimo scrittore noto per "Vanity Fair", ed Elisabeth Gaskell, scrittrice e sua futura biografa.
Ormai autrice famosa, la sua vita cambiò, il mondo letterario londinese l'avrebbe accolta a braccia aperte, ma la sua entrata nei circoli letterari produsse solo sgomento:
ci si aspettava una donna spregiudicata e mascolina non certo una timida, goffa provinciale intransigente. Infatti, il carattere riservato, causandole forti emicranie e nausee,
non le permetteva di godere appieno di questi nuovi stimoli.
Nonostante la scarsa avvenenza fisica e il costante senso di inadeguatezza,
a Londra molti uomini di una certa cultura furono attratti da lei, tra cui anche James Taylor,
socio della ditta Smith e Elder, editori di Charlotte,
che venne però rifiutato per una certa volgarità di alcuni suoi atteggiamenti.
Benché Londra potesse offrirle molto, Charlotte preferì di gran lunga la sua solitaria dimora
da lei considerata il suo rifugio. Ora la sua esistenza correva come su due binari paralleli:
la vita di Currer Bell, pseudonimo maschile usato dalla scrittrice, e quella di donna.
Fosse stata un uomo avrebbe potuto dedicarsi esclusivamente all'attività letteraria ma
in quanto donna non poteva fare ciò. Sebbene ormai sola,
Charlotte rifiutò per l'ennesima volta un possibile matrimonio.
Era il turno del Reverendo Arthur Bell Nicholl, coadiutore del padre da diversi anni;
ella intrattenne con lui, in seguito, una fitta corrispondenza grazie a cui, finalmente,
Nicholl riuscì a conquistare il suo affetto e la sua stima.
Dopo aver nascosto la loro relazione e lottato più di un anno contro il padre,
che aveva un'opinione amara e scoraggiante del matrimonio, nel 1854 si sposarono.
Trascorsero la luna di miele in Irlanda, dove Charlotte conobbe i parenti del marito
e di lui scoprì nuove qualità che la resero ancora più felice e sicura del passo che aveva fatto,
anche perché Nicholl voleva che lei partecipasse a tutto ciò che era il suo lavoro in parrocchia.
La grande scrittrice morì l'anno successivo, il 31 marzo 1855,
a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth.
Terminava così il suo desiderio di vita normale appena intrapreso,
legato alla famiglia e ai figli, senza più alcuna velleità artistica.
Opere di Charlotte Brontë:
- "Jane Eyre" (1847)
- "Shirley" (1849)
- "Villette" (1853)
- "The Professor" (scritto prima di "Jane Eyre" ma rifiutato da molti editori; pubblicato postumo nel 1857)
( Fotografie dal web )
" Per tutte le donne è follia lasciare che in loro si accenda
un amore segreto che, se non ricambiato e sconosciuto, divora
la vita di cui si nutre; se scoperto e ricambiato, come un fuoco fatuo
conduce in terre paludose da cui è impossibile liberarsi."
Vi invito a passare da
Audrey
per continuare a leggere
******************************
La chicca di Melinda
Quando il successo nasce dall’invidia: Charlotte Brontë non sopportava la sua “rivale” Jane Austen perciò passò buona parte della sua carriera a criticarla e ad affossare i suoi romanzi, ottenendo così un enorme successo fra i critici dell’epoca.
La percezione che Charlotte Brontë aveva di Jane Austen che definiva “troppo femminista, indipendente, a volte sdolcinata” rivela molto della personalità della Brontë, ma evidenzia anche un importante cambiamento nella definizione dell'amore romantico nella cultura occidentale che anche grazie alla Brontë nel nostro secolo è diventato un amore tormentato, sofferente e spesso irrealizzabile.
**********************************
Il wall di Xavier