Fra le leggende note in Giappone vi è quella del "fiore loto d’oro", così è chiamato il crisantemo. È una leggenda poetica che devo farvi conoscere: in un’epoca molto lontana due giovani si conobbero e s’innamorarono perdutamente. Lei era la figlia di un ricco e potente signore, mentre lui era un modesto e umile artigiano. Le diverse condizioni sociali creavano quindi una barriera insormontabile all’unione dei due giovani; la ragazza però non voleva rinunciare al suo amore, mentre il giovane, che si rendeva maggiormente conto della situazione, era deciso a dimenticare l’infelice incontro. Infatti, lasciò tutto e fuggì in un monastero in vetta a una grande montagna. La fanciulla venne a sapere di questa fuga e sola, a piedi, si mise in cammino per raggiungere l’amato. Era autunno, un autunno precocemente freddo e triste. La montagna era lontana, irraggiungibile e la ragazza dovette interrompere più volte il suo cammino vinta dalla stanchezza e dalla sfiducia nella sua drammatica impresa. Il suo sguardo correva ogni tanto alla sommità della montagna con infinita tristezza, la fede la sosteneva ancora. Il ragazzo, nel monastero, sentì come un richiamo, come se udisse la sua voce. Intuì che la giovane donna stava per raggiungerlo e corse lungo i pendii della montagna per ritrovarla. Quando finalmente le fu vicino, la giovane era ormai morente. Egli la prese fra le braccia, tentò di scaldarla in un tentativo disperato mentre continuava a cadere la neve. La fanciulla aprì gli occhi, riconobbe l’innamorato e le sorrise. Subitaneamente cessò di nevicare, il sole sgelò la neve e, come per magia, attorno ai due giovani si alzarono da terra degli steli di un fiore sconosciuto e lentamente si schiusero delle grosse, bianche corolle. Era un miracolo della natura in omaggio all’amore dei due giovani. La fanciulla si guardò attorno, ebbe un altro lieve sorriso, un brivido la percorse e chiuse gli occhi per sempre.
Così, dice la leggenda, nacque il crisantemo, il fiore nato ai margini della vita, il fiore che rappresenta la segreta unione tra la vita e la morte.
IL CRISANTEMO NELLA REALTÁ
Le leggende, anche se rendono poetica la realtà, non sono la realtà neanche per il crisantemo, fiore che l’autunno ci dà per vivificare i nostri giardini con le sue policrome, meravigliose varietà. E questo da secoli. Infatti, troviamo traccia della sua coltivazione nel 770 a.C., in Cina, in Corea, in India da dove la piantina fu portata in Giappone dove esiste un antico dipinto del 1500 appartenente alla collezione dei marchesi Takatsukasa in cui è raffigurato un giardino di Tokio letteralmente invaso da crisantemi, nelle più diverse composizioni floreali. È per questo dipinto che uno studioso giapponese, lo Hayashi, attribuisce al Giappone la priorità sulle creazioni dei primi crisantemi a grande fiore, frutto di pazienti ibridazioni delle specie spontanee locali. Ora il crisantemo è in Giappone il fiore nazionale ed è chiamato Giku. Comunque verso il 1700 il crisantemo arrivò in Olanda e nel 1789 giunse a Marsiglia su di una nave da carico per iniziativa del mercante Blancbart. Allora lo chiamavano “Camomilla cinese” e certo non si presagiva quale sviluppo avrebbe avuto in Europa la coltivazione di questo splendido fiore che non è un fiore triste, come molti ritengono, bensì un fiore come nessun altro per splendore di colori allegri e vivaci, per le sfumature intense e dolcissime, un fiore che va coltivato nei giardini, sui balconi e sui terrazzi con varietà che fioriscono tutto l’anno, non solo in autunno.
A proposito di fiore triste, pure questa è una leggenda perché, anche se in taluni Paesi il crisantemo è considerato con pregiudizio il fiore dei defunti da portare sulle tombe, negli Stati Uniti e in Olanda un mazzo di “fiori d’oro” costituisce un augurale messaggio di felicità e di benvenuto, affidato alla gioiosa policromia delle tinte, alla stravaganza dei piumosi e delicati petali.
( sia lo scritto che le foto sono
tratte dal web )