PRESEPE E SIMBOLISMO UNA TRADIZIONE FATTA D'AMORE
A casa nostra il Presepe è opera di mio marito, il Restauratore,
che da anni colleziona bellissime statuine intagliate in legno
e studia per 11 mesi nuove scenografie.
Così anch'io, sicuramente più legata all'albero di Natale,
simbolo della luce, ho iniziato ad interessarmi
un po' di più al presepio appassionandomi ogni anno di più.
Dunque presepio come rappresentazione di un evento, dell'Evento,
inizialmente presepio anche come mezzo didattico per poter spiegare
questo grande Evento a tutti anche agli analfabeti che allora
erano tanti e ai quali l'unico linguaggio chiaro era quello delle immagini, e quindi ogni immagine, ogni personaggio, ogni luogo diventa simbolo di qualche cosa.
Diversamente da come succede in genere in queste disamine sulla simbologia
del presepio io parto dal pastore Benino, perchè, in fondo il Presepio è il suo sogno.
Benino è il pastorello raffigurato nell'atto di dormire ed è collocato nel punto più alto del Presepe
lui dorme e sogna questo grande sogno di Redenzione.
Simboleggia il cammino esoterico, il percorso in discesa verso la grotta.
il viaggio iniziatico compiuto da un giovinetto, da un bambino.
Alla fine del viaggio, superate le paure e le varie tappe, tale personaggio davanti alla grotta della Nascita o della Ri- Nascita, può identificarsi con il così detto Pastore della Meraviglia, che, accecato dalla rivelazione, dalla Luce stessa, non trova parole per esprimerla,
Egli si abbandona al gesto di spalancare la bocca per gridare il suono muto e ineffabile
della meraviglia al cospetto del Meraviglioso.
I Pastori
Traggono origine direttamente dai Vangeli (Luca e Marco), e rappresentano l’accoglienza nel mondo del Divino Bambino.
Significativo è che a Napoli, ed in molti altri luoghi particolarmente devoti alla tradizione del presepe tutte le statuine della sacra rappresentazione (salvo i Re Magi) si chiamano “pastori”, e non certo solo per una semplificazione del dire. D’altra parte anche l’evangelista parla di pastori, e non di bottegai o artigiani, come sarebbe stato più logico in una cittadina come Nazareth.
Il motivo c’è, ed è simbolico. Nell’antico popolo d’Israele i pastori erano gli ultimi degli ultimi, i derelitti, i paria del popolo, quelli più lontani dal tempio, dalle pratiche di culto, dall’igiene rituale (ed anche comune, viene da pensare). Il Cristo, come in tutta la logica della Natività, parte dal fondo, non solo fisico (la misera mangiatoia), non solo economico (l’assoluta povertà), ma anche sociale (la più infima casta).
Il pastore con l’agnello, il gregge. E’ forse l’emblema più significativo di tutta la scena . Il pastorello che con sulle spalle l’agnello va, per offrirlo in dono e sacrificio; di fianco ha il suo cane, e le pecore del suo gregge lo seguono, fiduciose, mansuete. Ma seguono lui, il pastore, o l’agnello sacrificale?... o forse tutte e due, perché essi sono una sola cosa?
Gli Angeli
Già il Vangelo di Luca, al capitolo 2° ci mostra gli angeli alla Natività ed i Pastori Adoranti
Oggi gli Angeli sul Presepe sono di norma cinque:
- Quello sistemato più in alto, col manto dorato, è detto Gloria del Padre e sostiene il cartigio con la frase del Vangelo di Luca “Gloria nell’alto dei cieli.
- Quello alla sua destra, vestito di bianco, è detto Gloria del Figlio e porta un turibolo incensiere, simbolo di divinità.
- quello alla sua sinistra, vestito di rosso, è detto Gloria dello Spirito, e regge la tromba dell’annuncio.
- più in basso, in posizione variabile a seconda dello scenario ci sono l’angelo vestito di verde che suona il tamburo e rappresenta l’ Osanna del popolo, e quello vestito di azzurro che suona i piatti metallici che rappresenta l’ Osanna del potere, sia quello laico del re che quello religioso del Papa.
Altri angeli vengono spesso aggiunti come Coro ma senza uno specifico significato simbolico
La Natività
Giuseppe e Maria, in adorazione, testimoniano il fatto sovrannaturale dell’incarnazione del Dio nell’uomo. Anche qui, ovviamente ci sono molte simbologie, mi limiterò ad alcuni dettagli.
Giuseppe, simbolo maschile rappresenta la responsabilità operosa investita del compito di vigilare sul Bambino, restando in linea con la volontà di Dio ed in perfetta umiltà e modestia; virtù queste sottolineate dai suoi abiti scuri (di solito marrone, il colore della terra) e dimessi.
Maria è il simbolo della virtuosa e sacra maternità, archetipo femminino, mentre il suo manto azzurro riecheggia il cielo, da dove proviene il figlio divino
Il bue e l’asinello. Anche qui ricca simbologia e riferimenti biblici. Isaia dice: “[Is 1,3]: “il bue conosce il proprietario e l’asino la greppia del padrone; ma Israele non conosce e il mio popolo non comprende”.
I padri della Chiesa videro in queste parole la prefigurazione del nuovo popolo di Dio, composto da tutte le genti. Al cospetto del Bambino, il bue e l’asino apriranno gli occhi e comprenderanno quello che per Israele è inconoscibile.
Questi due animali, chi rappresentano?
L’asino rappresenta i pagani, che non sanno, e perciò non possono comprendere, il bue rappresenta gli ebrei, i saggi, i dotti che pur avendo la possibilità di accedere alla conoscenza ed alla sapienza, a causa della dura cervice (la durezza delle corna) non riescono ad aprire la mente all’intelligenza della fede.
Altra simbologia dà al bue, dalle corna lunate, la vicinanza alla sacralità della Luna, principio femminile per eccellenza, mentre all’asino, sacro ad Apollo ed all’oracolo di Delfi gli attributi del principio maschile, suffragato, nella tradizione cristiana dalla predizione di Zaccaria [Zc 9,9] “Esulta grandemente, figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino…”
Stefania
Donna con bambino. E’ Stefania, quella che ci piace considerare come il segno della fede insistente. La leggenda è questa:
Stefania è una vergine di Nazareth desiderosa di vedere il Bambino nato nella grotta, ma poiché i tabù religiosi ebrei vietavano alle zitelle di accostarsi alle partorienti ed alle puerpere lei viene ripetutamente “respinta dagli angeli”.
Ma il suo desiderio di vedere il Bambino è grande, ed allora, il giorno dopo, di nuovo si presenta alla grotta ma tenendo in braccio una gran pietra camuffata da infante fasciato.
Così riesce a passare; ma al cospetto della Sacra Famiglia, miracolosamente dal fagotto che porta in braccio esce uno starnuto. La grossa pietra si è trasformata in neonato.
Sarà questi Stefano, il diacono, primo martire della Chiesa e sarà lapidato. Questo il motivo per cui di S. Stefano se ne fa memoria il 26 dicembre, giorno dopo Natale.
Stefania è anche prefiguratrice della fuga in Egitto.
Stefania è anche indicata come “zingara con bambino”
.
E’ una giovane donna, con vesti lacere ma appariscenti. La zingara è un personaggio molto complesso che, nelle sacre rappresentazioni medioevali, assumeva un ruolo primario: era in grado di predire il futuro. In questo caso la sua presenza è simbolo del dramma di Cristo poiché porta con sé un cesto con arnesi di ferro, metallo poi usato per forgiare i chiodi della crocifissione.
La lavandaia
Personaggio che si riconduce alla figura di Maria proprio a testimonianza del suo parto verginale. E’ una donna vestita di bianco che affianca la Madonna e deriva da sacre rappresentazioni medioevali e dall’iconografia orientale
Il Pescatore
.Il pescatore. Personaggio di fumosa e dubbia simbologia. In coppia col cacciatore posto in alto, l’uomo che pesca nel laghetto rimanda ad antichi cicli di vita-morte ed epireo-infero. Si vuol trovare un riferimento anche alla figura di Pietro, quasi in attesa della Chiamata o infine al simbolo del pesce usato, come noto come segno acronimo di appartenenza dai primi cristiani.
Pescatore e Cacciatore fanno anche parte degli Offerenti.
Gli Offerenti
I venditori del presepe
Erbivendolo, vinaio, macellaio, fruttivendolo, venditore di
castagne, panettiere,arrotino, venditore di ricotta e di formaggi,
salumiere, pollivendolo, pescivendolo, venditore di uova. E'
possibile interpretare tali personaggi come personificazioni dei Mesi.
Gennaio: macellaio o salumiere
Febbraio: venditore di ricotta e formaggio
Marzo: pollivendolo e venditore di uccelli
Aprile: venditore di uova
Maggio: rappresentato da una coppia di sposi
recanti un cesto di ciliegie e di frutta
Giugno: panettiere e farinaro
Luglio: venditore di pomodori
Agosto: venditore di cocomeri
Settembre: venditore di fichi o seminatore
Ottobre: vinaio o cacciatore
Novembre: venditore di castagne
Dicembre: pescivendolo o pescatore
Le anime pezzentelle
Altro significato hanno, invece, il monaco, il mendicante, il guercio, lo zoppo, inequivocabilmente rappresentazioni di anime purganti o "anime pezzentelle" così chiamate a Napoli, cioè anime che ritornano sulla terra per chiedere suffragi.
Tali ipotesi è avvalorata, soprattutto, se si tiene conto di una diffusa credenza popolare secondo cui tutti i morti, dal 2 novembre al 6 gennaio di ogni anno, vaghino liberamente nei luoghi che furono loro cari durante l'esistenza terrena.
Queste sono figure secondarie, accessorie, usate spesso come riempitivo nelle zone meno popolate della scena, spesso presso o sopra al ponte, che risulta quindi affollato di miserabili tristi, in contraltare alla zona della grotta allietata invece da folla plaudente e gioiosa
Rappresentano il viaggio notturno dell’astro che si congiunge con la nascita del nuovo “sole-bambino”. In questo senso va interpretata la tradizione cristiana secondo la quale essi si mossero da oriente, che è il punto di partenza del sole, come è chiaro anche dall’immagine del crepuscolo che si scorge tra le volte architettoniche degli edifici arabi. Inoltre il cavallo, il dromedario e l’elefante rappresentano rispettivamente l’Europa, l’Africa e l’Asia.
I LUOGHI DEL PRESEPE
La Grotta
Al centro, nel luogo più basso, si trova la grotta con altre grotte laterali
di proporzioni ridotte, in cui vi sono le greggi con il pastore, nell'atto di
scaldarsi accanto al fuoco, animali da cortile, mucchi di paglia. Impervi
sentieri conducono dalle montagne alla grotta, simbolo materno per
eccellenza, luogo della nascita miracolosa; un viaggio in "discesa",
dall'alto verso il basso. La grotta viene a configurarsi come un incerto
confine tra la luce e le tenebre, la nascita è l'informe mondo che la
precede ma, anche luogo d'ingresso alle tenebre, agli inferi, al mistero
della morte. Non a caso, nella mitologia, la porta d'accesso all'Ade, al
tenebroso mondo degl'inferi, è una grotta. La tradizione che vuole Gesù nato in una grotta è attestata in Oriente già nel II secolo, mentre in
Occidente compare solo due secoli dopo, soppiantando completamente
la tradizione della Nascita divina in una stalla o capanna.
L'Osteria
Assomma in sé una complessità di significati e riconduce, in primo luogo, ai rischi del viaggiare. Anticamente, percorrendo lunghi e faticosi itinerari a cavallo o a piedi, i viandanti erano obbligati a sostare presso un’osteria e spesso, nel repertorio narrativo, ricorrono figure di albergatori malvagi che avvelenano nel sonno gli sventurati viaggiatori.
Ma l’osteria, contigua alla Natività, esprime anche il simbolico rischio che corre Gesù Bambino appena partorito di essere divorato dalle cattiverie degli uomini, qui rappresentate dal dissacrante banchetto
Il Pozzo
E' uno degli elementi più ricorrenti nella tradizione perchè rappresenta il
collegamento tra la superficie e le acque sotterranee. Alla figura del
pozzo si richiamano molte altre credenze e leggende natalizie. Una volta
ci si guardava bene dall'attingere acqua dal pozzo nella notte di Natale.
Si credeva, infatti, che quell'acqua contenesse spiriti diabolici capaci di
possedere la persone che l'avesse bevuta.
La Fontana
Le scene in cui si colloca la fontana sono rappresentazioni magiche,
relative alle acque che provengono dal sotto suolo. La donna alla
fontana è attinente alla figura della Madonna che, secondo varie
tradizioni, avrebbe ricevuto
l' Annunciazione mentre attingeva acqua alla fonte.
Il Fiume e il Ponte
La simbologia dell’acqua è articolata e complessa, è scontato, e nel presepe ruota attorno al fiume, alla fontana, al ponte, al pozzo. Cercherò di fare una sintesi analitica, breve, ma certamente non esaustiva.
Il fiume in se (di solito un ruscello) è simbolo dello scorrere della vita dalla sua origine, nascosta nel mistero della montagna alla sua fine nel laghetto, quasi sempre presente, ma è anche simbolo della rinascita nel battesimo e quindi confine fra la vita spirituale e la morte.
Il fiume è elemento di divisione, ed ancora oggi molti confini seguono il suo corso, ma anche di unione, sia in quanto naturale via di comunicazione fra le genti sia per la presenza del ponte, pericoloso da attraversare ed insidioso, così come il processo catartico di inizializzazione alla fede, perché con la sua strettezza, e come passaggio obbligato molto si presta ad agguati e tentazioni.
Molti sono i riti collaterali e le superstizioni popolari legate al ponte; personaggi macabri e strani vi appaiono, come il lupo mannaro, la monaca con la testa mozza dell’amante decapitato, il diavolo che lo ha costruito ed è pronto a farlo crollare per la perdizione del viandante, il suicida, l’impiccato… Talvolta all’epifania la scena del ponte si arricchisce dei dodici frati scalzi che si allontanano. Iconografici con il pollice della mano sinistra alzata e fiammeggiante rappresentano i dodici mesi dell’anno (o i dodici giorni del Natale) che riattraversano il ponte al seguito dei Magi per tornare nell’aldilà.
Il Forno
Viene rappresentato acceso e con il pane appena sfornato. Ovviamente il pane è simbolo del Cristo che si incarna.
Il Mulino
Forse il più criptico dei luoghi-segno del presepe. Nella ruota che gira, nella macina, nel lento andare della bestia che muove gli ingranaggi ci si è visto di tutto e di più; punto focale del suo simbolismo è il chicco di grano, che deve morire per donarci la bianca farina, ma anche prigionia del peccato e catarsi nella sua rottura.
La farina, col suo pallore è legata ad antica simbologia della morte (nel matrimonio della verginità, nei dolci natalizi glassati, nella maschera tragica e grottesca del Pulcinella…).
Bene, abbiamo finito, scusatemi, mi rendo conto di essere stata
un po' lunga ma mi spiaceva trattare l'argomento solo in parte.
Spero di essere riuscita ad essere esauriente e soprattutto di avervi
invogliati a mettervi al lavoro per preparare il vostro presepio non dimenticandovi
che rappresentiamo un Evento Sacro
che ha cambiato la storia dell'umanità
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A conclusione di ogni post troverete un wallpaper e per realizzarlo ci siamo rivolte a un esperto quale è
Xavier autore dei blog
il quale in sintonia con lo spirito di collaborazione di questi post
ha accettato di accompagnarci per queste settimane.
Quindi da qui a Natale ogni settimana troverete in chiusura del post
una sua creazione e una nostra frase augurale.
( Fonti: i racconti di famiglia ,
Gennaro Borrelli, Personaggi e scenografie del Presepe
napoletano,
web)