Nella mitologia greca la divinità primordiale Nyx, la Notte, partorisce due figli immortali,
nati da uova argentee deposte nel grembo dell'oscurità: Eros e Thanatos.
Il primo genera la vita, il secondo la toglie.
Amore e Morte, sesso e distruzione. felicità e lutto sono fratelli indelebilmente legati
nella combinazione degli opposti.
Espressioni comuni come " Morire d'amore " o " ti amo da morire " riacquistano un senso riferiti
ad Eros e Thanatos, come quando nell'atto sessuale si giunge al massimo
godimento, annullando se stessi attraverso il piacere:
" Non ho potuto amare che là dove la morte mescolava il suo soffio con quello della bellezza "
scrisse Edgar Allan Poe che ha basato l'intera sua opera sul rapporto misterioso e conflittuale
tra amore e morte.
Eros Thanatos è anche il titolo di un bellissimo libro della fotografa fiamminga
Greta Buysse, nel quale la magia dell'eros si sposa con la paura della morte e
dell'ineluttabile fato: le immagini mostrano donne accovacciate alla maniera degli antichi
rilievi, bianche menbra appena spolverate di sabbia, volti fasciati da drappi e
corpi accarezzati da veli umidi, trasparenti come tele di ragno.
Grata Buysse si serve dell'erotismo come strumento di conoscenza e come veicolo di cultura
per esprimere attraverso i corpi nudi una sensualità in cui carne e spirito
diventano una sola cosa.
Il suo occhio, celato dall'obiettivo della macchina fotografica,
è uno sguardo indagatore che esplora il corpo femminile con estrema sensibilità e sapienza,
come soltanto una donna sa offrire ad un'altra donna. Talvolta l'Eros evocato dalla Buysse
si manifesta in maniera plateale - magnifici corpi mollemente adagiati su divani, stesi su un letto di foglie bagnate,
sdraiati sul nudo pavimento,
guarniti di pizzo o corpetti di pelle -
mentre altre volte l'Eros è suggerito
da segni allusivi e quasi invisibili, un minuscolo strappo nella maglietta aderente,
un rivolo
di sudore o pioggia tra i seni, oppure un sottile nastro che nulla stringe ma che avvolge
ariosamente le forme del corpo.
Greta Buysse è una fotografa molto colta, perfetta interprete di tutte le reminiscenze
storiche, artistiche e letterarie assorbite nel tempo: nelle sue immagini c'è la memoria delle
grandi cattedrali, il ricordo dell'arte barocca e rinascimentale, la ricerca musicale
dell'armonia, l'eredità surrealista e gli echi della poesia antica.
Non casualmente i suoi cicli fotografici sono intitolati Eros Thanatos, Angeli caduti,
Omaggio a Magritte, Labirinto e Scrittura sul corpo.
La Buysse usa, mescola e traduce la sua intelligenza e la sua cultura in immagini di grande
impatto visivo ed è anche capace di appropriarsi di tradizioni lontane dalla sua educazione europea.
Nella civiltà cinese, giapponese ed araba la scrittura applicata alle arti figurative è una consuetudine
mantenuta fino ai nostri giorni, mentre nel mondo occidentale le due discipline sono nettamente
separate. Greta Buysse ha voluto infrangere questa abitudine creando una seria di immagini di
" corpi scritti ", pagine viventi in cui le parole fluttuano in armonia con i movimenti
della figura umana.
Nell'erotismo gli oggetti e l'ambiente giocano un ruolo importante e aiutano a concretizzare
la metamorfosi dei corpi. La figura nuda che si offre allo sguardo lo fa in tanti
modi: può essere piena di reticenza, sentirsi denudata controvoglia davanti ad occhi indiscreti,
oppure può mostrarsi generosamente senza complessi e pienamente consapevole.
A seconda delle sensazioni che intende suscitare Greta Buysse sceglie accuratamente
il luogo e la disposizione degli oggetti dove avviene la posa di nudo,
muovendosi tra divani di velluto e morbidi tappeti, lenzuola sapientemente drappeggiate,
gipsoteche nelle quali frammenti statuari possano confondersi con le membra umane,
teli di plastica e mura screpolate, ma anche freddi depositi industriali e palazzi antichi dalle grandi vetrate
e scalinate monumentali.
Dotata di una tecnica eccezionale, Greta Buysse crea molte immagini in studio, ma predilige
la luce naturale ogni qualvolta sia possibile. L'ultimo tocco di magia avviene nella camera
oscura dove Greta sviluppa le sue fotografie di grande formato - 1,50 x 1,20 metri -
montate spesso alla maniera di pale d'altare e dei trittici delle cattedrali.
Le sue immagini risultano opaline, nitide, tridimensionali, dotate di un'infinita gamma di
sfumature, che vanno dal nero profondo al bianco candido passando per tutte le gradazioni
del grigio.
Nella storia della fotografia dell'eros Grata Buysse occupa un posto molto speciale:
le sue donne sono contemporaneamente carnali e spirituali, sono tangibili e astratte,
sono insieme duttili e rigidamente individuali, caste e provocanti.
A queste donne vorrei dedicare il verso di una lirica del poeta cileno
Pablo Neruda, forse lontano dalla cultura squisitamente europea che anima Greta Buysse,
ma universale nel cantare la bellezza dell'eros femminile:
" Nuda sei semplice come una delle tua mani,
liscia, terrestre, minima, rotonda, trasparente,
hai linea di luna, cammini di mela,
nuda sei sottile come il grano nudo. "
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La fotografa fiamminga Greta Buysse è originaria di Bruges dove vive e lavora dopo essersi diplomata al NARAFI ( National Technical Institute for Radio end Film ) di Bruxelles.
Ha seguito inoltre corsi di fotografia ad Antwerpen, Monaco di Baviera e Francoforte.
Inizia la sua carriera come fotografa pubblicitaria, ma presto si rende indipendente per seguire le proprie
inclinazioni artistiche. Dagli inizi degli anni ottanta realizza numerosi nudi femminili e immagini dedicate
ai grandi maestri della pittura e della letteratura, e allestisce cicli fotografici nei maggiori musei e gallerie d'arte di Germania, Francia, Belgio, Olanda, Stati Uniti e Messico.
Pubblica numerosi cataloghi e libri tra cui i già citati Eros e Thanatos, Omaggio a Magritte, Scrittura sul corpo. Nel 1998 vince l'edizione belga del Premio Hasselblad International.
( Fonte: Judith Lange )
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per scoprire i baci del grande Robert Doisneau.
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