La " cornaille " , non ne avevo mai sentito parlare l'ho scoperta quest'estate bevendo un aperitivo in un locale del centro di Aosta del quale purtroppo non riesco a ricordare il nome. Seduta al tavolino mi sono messa a leggiucchiare quello che c'era scritto sulle tovagliette e così ho scoperto la storia di questi antichi giocattoli, una storia che per la sua semplicità mi ha affascinata. Il proprietario del locale, quando gli ho detto che mi sarebbe piaciuto scrivere di questo oggetto sul mio blog, mi ha gentilmente regalato una tovaglietta ed eccomi qui, oggi, con questa storia che arriva, non dalla soffitta della nonna ma da un aperitivo e da un lontanissimo passato.
Cos'è una cornaille? Una piccola mucca stilizzata ricavata da un rametto di legno biforcuto. Nelle regioni di montagna è stato il gioco preferito di generazioni di bambini. Durante le lunghe e noiose giornate al pascolo, i pastori trascorrevano il tempo, scolpendo oggetti come santi, animaletti, cornailles.
Se i bimbi di città si divertivano con i soldatini di plastica a inventarsi le loro guerre, i pastorelli la guerra la giocavano con le loro mucche - giocattolo dalle lunghe corna: le cornailles.
Ogni cornailles era unica. alcune avevano il collare. altre la coda o il manto pezzato ma tutte avevano il loro nome inciso.
Dopo averle costruite si sfidava l'amico a fare la battaglia delle rèine facendo scontrare le due avversarie e dichiarando vincitrice la mucca che riusciva a rovesciare l'altra.
I bimbi valdostani ancora prima si divertivano con le pigne delle conifere che, secondo il colore e il volume, rappresentavano tutta la parentela dei bovini: i più amati della stalla.
Più tardi, la figura semplificata di un corpo appena sbozzato con le corna ben affilate, diventa il giocattolo per antonomasia delle Alpi.
Brocherel, collezionista e studioso della cultura valdostana a questo proposito scrive: " Le proporzioni sono alquanto arbitrarie, le corna soverchiano in grossezza e in lunghezza il moncone rattrappito che dovrebbe essere il corpo dell'animale, privo di testa e di arti, ma questi particolari non contano, l'essenziale è che ci siano le corna ben sviluppate. Non per nulla questi giocattoli rudimentali vengono chiamati nel dialetto valdostano : cornaille. Pochi colpi di coltello bastano a improvvisare il giocattolo, poi il bambino cerca di perfezionarlo, appuntisce le corna, raschia o taglia la corteccia per fingere il mantello chiaro o pezzato della mucca, la quale, nella sua intenzione, deve rappresentare una vacca a lui famigliare."
Così i bambini trascorrevano le serate nel tepore umido delle stalle ripetendo con il gioco il lavoro dei padri. Nella società agro pastorale pochi pezzi di legno, semplicemente intagliati erano più che sufficienti per garantire il divertimento per ore e ore.
Oggi gli " arcaici balocchi ", come li definiva sempre Brocherel per l'evidente analogia con le forme primordiali rintracciate nelle numerose incisioni rupestri, sono diventati rari e raffinati oggetti da collezione.
( Fotografie dal web )