mercoledì 18 gennaio 2017

Rubens, alle radici del Barocco





Come vi avevo già accennato precedentemente nel mese di dicembre ho avuto l'opportunità di visitare la grande mostra che Milano dedica a Rubens e alla nascita del Barocco e che desidero condividere con voi 








L'intento dell'esposizione parte da una logica rovesciata rispetto alle precedenti ,mostre dedicate al maestro di Anvbersa; non si tratta del Rubens fiammingo e della sua scuola, di cui fece parte anche il grande Antoon van Dyck, ma dell'eredità che negli otto anni di permanenza in Italia il pittore lasciò agli artisti locali più giovani, quegli allievi putativi che l'acuto Giuliano Briganti identificò come la " generazionedegli anni '30 del XVII secolo, fautori del Barocco.. Tra questi ovviamente, Gian Lorenzo Bernini, oltre a Domenico Fetti,  Pietro da Cortona, Giovanni Lanfranco. Tutti furono accomunati dall'appasionato studio delle opere che Rubens aveva lasciato in Italia, anche se nessuno di loro fu mai allievo diretto del grande maestro d'Oltralpe.









Senza dubbio quindi la mostra si basa su un punto di vista finora poco esplorato, rafforzato dal notevole numero delle opere in mostra: più di 70 di cui 39 si devono alla creatività di pier paolo Rubens, con solo tre copie di bottega e alcune, pochissime,che forse non sono all'altezza di tale importante mostra.









Mi soffermerò per mio personale interesse sul rapporto tra  il maestro d'Anversa e Gian lorenzo Bernini; il rapporto tra Bernini e Rubens è fondamentale per la nascita del Barocco, in quanto il giovane artista, dopo il tirocinio nella bottega del padre Pietro Bernini, scultore di di cultura manierista, elaborò una sintesi tra il naturalismo di Caravaggio e lo stile concitato di Rubens. Un modello per Gian Lorenzo furono le tre pale di Rubens che si trovano nella chiesa di Santa Maria in Vallicella a Roma e sicuramente altre opere del periodo romano.









Da Rubens quindi il Bernini assimila il grande dinamismo delle forme e l'esasperazione del movimento, per non parlare dell'enfatizzazione dei sentimenti, creando un rapporto tra soprannaturale e reale, anche attraverso la presenza di prosperosi angioletti, tutti motivi che saronno tipici del nuovo linguaggio. Tale r4elazione è stata indagata per la prima volta da Federico Zeri e Mina Gregori, poi, più approfonditamente, sviluppata da Francesco Petrucci nel suo volume Bernini pittore del 2006 in cui è stato presentato come opera del Bernini anche il Sansone che strangola il leone, suggestiva opera oggi in mostra a Milano ed esempio tipico dell'influsso rubensiano.








Nella prima sezione della mostra si possono ammirare il ritratto della figlia Chiara Serena di Rubens, e il Ritratto di fanciullo opera pittorica di Bernini, queste due piccole ma mirabili opere condividono la medesima, grandiosa capacità di rappresentare non un soggetto in posa ma due bambini nella freschezza della loro gioventù, cogliendo nei loro sguardi l'espressione più vera dell'innocenza.














Particolarmente significativo è l'accostamento tra la Maddalena in estasi che Rubens dipinse per la chiesa francescana di Ghent, oggi a Lille, e il bozzetto di terracotta per la celeberrima Estasi di Santa Teresa d'Avila di Bernini: si tratta di due emblematici esempi di come il tema del deliqui religioso venne interpretato in epoca barocca.












Particolarmente degno di nota è anche il confronto tra la Testa di Lacoonte in marmo del Bernini e la Cattura di Sansone di Rubens: ancora una volta si palesa quanto la capacità di resa delle espressioni umane, tipica dello scultore italiano, abbia tratto insegnamento dal colorismo del pittore fiammingo.













La selezione delle opere proposta dal curatore Anna Lo Bianco è ammirevole per importanza storica oltre che per l'accuratezza dei confronti tra i vari artisti in percorso dialogante. Non si tratta di una mostra  " a pacchetto ", cui purtroppo sempre più spesso si assiste, ossia composta da opere  provenienti da pochi prestatori e quindi facile da " mettere insieme "; l'esposizione è stata creata grazie al contributo di puù di quaranta prestatori, con uno sforzo intellettuale e pratico sempre più raro.









Anche l'allestimento dell'architetto Corrado Anselmi, estremamente sobrio ma diviso per colori a seconda della tematica, contribuisce al taglio divulgativo dell'esposizione. D'altra parte, la realizzazione scientifica della mostra è stata condotta da un comitato scientifico non solo internazionale, ma di particolare pregio, tra cui si annoverano Alejandro Vergara, del Prado di Madrid, e David Jaffè, tra i massimi esperti di Rubens. I contributi di questi studiosi sono raccolti nel bellissimo catalogo di Marsilio editore che ora fa bella mostra di sè nella nostra libreria e tra le cui pagine si scopre un altro tesoro: in occasione della mostra , la studiosa italiana Cecilia Paolini ha condotto una ricerca archivistica che ha portato alla scoperta di documenti inediti riguardanti la famiglia Rubens durante il soggiorno in Italia del grande pittore.









Rubens e la nascita del Barocco, dunque, non è soltanto una mostra di grande richiamo, ma anche un evento dai profondi contenuti culturali, in una Milano che si configura sempre più come una grande capitale europea.



























( Fonte Fabiano Forti Bernini )
( Fotografie dal web )



Rubens e la nascita del Barocco
Milano - Palazzo Reale fino al 26 febbraio 2017

12 commenti:

  1. Ottimo post! Esaustivo sia per le immagini sia per la parte descrittiva. Grazie.
    Felice settimana, un abbraccio
    enrico

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    1. Ciao Enrico, in realtà ci sarebbe stato tanto altro da dire, è una mostra così " immensa " che è impensabile riuscire a dire tutto nello spazio di un post.
      Buona serata.
      Antonella

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  2. Ottimo post Antonella Complimenti
    Buon lunedì
    Maurizio

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  3. A volte capita che io e te parliamo delle stesse cose perchè , a Milano, vediamo le stesse mostre, a volte leggiamo gli stessi libri.. Di questa bellissima mostra ne avevo parlato anch'io tempo fa perchè l'ho vista a Milano anch'io .. Non credevo che Rubens avesse fatto tutti questi quadri, erano tantissimi ! C'è di buono che io, pur abitando in un piccolo paese, ho vicino Milano che offre di tutto , di più !!! Ciaoooo

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    1. Milano ci offre sempre tantissimo, dicembre poi è stato veramente un tripudio di arte.
      Questa mostra è meravigliosa per la bellezza dei dipinti e, come fai notare tu, anche per il loro numero, erano davvero tanti, a volte capita di visitare mostre dove i lavori dell'artista sono veramente pochi, questa è davvero una grande rassegna.
      Hai ragione spesso capita che scriviamo gli stessi post perchè visitiamo gli stessi luoghi, le stesse mostre, leggiamo gli stessi libri...chissà...forse ci siamo anche sfiorate senza saperlo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. Complimenti cara Antonella, bellissimo questo post.
    Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie Tomaso, sono felice che ti sia piaciuto.
      Un abbraccio e l'augurio di una serena giornata.
      Antonella

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  5. Ultimamente vivo fuori dal mondo. Grazie al tuo interessante post ho l'opportunità di andare a visitare una bella mostra.
    Un abbraccio

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    1. Ciao Ofelia, se riesci vacci, secondo me è una grandissima mostra da non perdere.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Una mostra interessante!
    Ti auguro una buona serata.

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    1. Sì, una mostra molto bella che merita una visita.
      Ti auguro una buona giornata.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")