mercoledì 13 febbraio 2013

Il Mercù Scurot





Ieri, con il Martedì grasso è finito il carnevale ed oggi Mercoledì delle Ceneri la cristianità si appresta a vivere la quaresima e anche chi cristiano praticante non è ritira le maschere, dimentica cortei e veglioni e si appresta  a vivere un periodo un po' più "penitenziale " Ma non a Borgosesia, cittadina a pochi km. dal paese in cui vivo. Oggi a Borgosesia è il " Mercu Scurot ( mercoledi buio, proprio perchè inizio della quaresima)

.Il Mercu Scûrot è senza dubbio la più importante, atipica e famosa manifestazione del Carnevale di Borgosesia. La sua importanza è fondamentale perchè da quel mercoledì delle Ceneri del 1854, la manifestazione a Borgosesia cambiò completamente il suo corso, trovando una sua dimensione diversa da quelle degli altri Carnevali e che ha portato Borgosesia agli onori delle cronache nazionali.

Ricordiamo innanzitutto come l'avvento della Manifattura Lane Borgosesia nel 1850 ad opera dei fratelli Antongini di Milano e del tedesco Chumachen, con il suo seguito di operai specializzati provenienti soprattutto dalla Germania, abbia portato al Carnevale di Borgosesia una iniziativa di propositi e di idee formidabile, che si sviluppò in una serie di manifestazioni organizzate e che sfociò nell'intuizione del 1854 di tal Bomen (o Baumann secondo altre versioni), detto 'l Meneghin per la sua parlata tedesco-milanese.







Infatti, idea dopo idea, nel 1854 viene organizzato un solenne Carnevale che però stenta a concludersi nella notte di Martedì grasso; al mattino del Mercoledì delle Ceneri, il tedesco Bomen, capo tintore della filatura, tipo faceto e ridanciano, dimentico di cospargersi il capo di cenere e delle prescrizioni del calendario ecclesiastico, in preda ad una enorme agitazione chiede di incontrarsi con Fiori e Zenone ( 'l Mambrin), due personalità del paese, e li invita nella propria casa dicendo di voler mostrare loro e parlare di un avvenimento "grosso" che è capitato in casa sua:: "mi poffer om, mi gòo roba grossa casa mia". I due, sulle prime, lo guardano stupefatti e dubbiosi, ma poi, conoscendo a fondo l'estroso tintore, lo seguono, entrano nella camera di Bomen e scorgono disteso sul letto un fantoccio raffigurante un uomo morto. "Ecco 'l poffer Carlavèe !!!" dice Bomen a Fiori e Zenone.

La burletta piacque, lo confermò una risata unanime e, seduta stante, venne deciso di dare la sera stessa una degna sepoltura al caro estinto.






I buontemponi prendono immediatamente a reclutare gli altri amici del Carnevale e convocano una riunione nella "Farmacia della maldicenza", ritrovo abituale di perditempo e chiacchieroni, a casa del dott. Michelangelo Burla per stabilire le modalità atte ad organizzare il corteo funebre per il "poffer Carlavèe".







Così avviene e verso il tardo pomeriggio, organizzato il tutto, il corteo funebre si apre con in testa Cresceris ('l Turc) l'allora banditore del paese che a gran voce enunciava il triste evento scandendo sapientemente il rullo del tamburo. Segue Tinivella (antiquario e materassaio) imbracciante un trofeo con appese saracche, polli e merluzzi, affiancato dal sosia del Sindaco in carica, marciante impettito e compunto. Segue il defunto "Carlavèe" disteso su un "cataletto", ossia collocato dentro una cassa da morto senza coperchio, secondo l'uso comune anche nelle nostre zone fino a circa la prima decade dell'800. Il cataletto era portato in spalla da Milanaccio ('l Balaran), Calderini ('l Sebastopoli), Vercelli ('l Jacu gros) e Zanaroli ('l Maracitu), personalità borgosesiane di spicco. Dolenti seguivano alcuni uomini in abito scuro (frac) e cilindro e con in mano candele accese; così come usava farsi nei comuni funerali.





Il percorso, comprese le vie principali del Borgo, con tappe d'obbligo in tutte le "cappelle votive" (leggi le numerosissime osterie dell'epoca); e così via fino a tarda ora, con il conseguente ed inevitabile assottigliamento della schiera dei "dolenti". Tant'è che alla fine il defunto "Carlavèe" venne ingloriosamente dimenticato (e la cosa non era certo in programma) "'ntla Cuntrà larga, davanti a l'ustaria dal Mina", oppure, secondo altre versioni, ma ha poca importanza, "'ntla cuntrà freggia".




La sfilata del burlesco funerale destò alta meraviglia nei passanti che si soffermavano stupiti, anzi qualcuno, sempliciotto, si levò reverentemente il cappello, destando molte risate e frizzi mordaci dagli allegri accompagnatori. Mai si era visto, per le vie di Magunopoli, a quell'ora, senza clero e suono di campane, un funerale.






Fu così che partì la manifestazione più importante del Carnevale borgosesiano, e continuò tutti gli anni, senza mai fermarsi, nè davanti alle intimazioni del regime fascista, nè a quelle della Chiesa, nè tantomeno all'insorgere dei benpensanti che non ne capivano lo spirito dissacratorio e di rottura con la precedente tradizioni.







Nell'anno 1856 si riuscì finalmente a concludere il corteo ed a bruciare il fantoccio del Carnevale dando il via alla cosiddetta "Fiammàa". Si iniziarono in quell'anno anche altre voci vive ed allegre che continuano tuttora, a partire dall'eliminazione del cataletto e delle fiaccole durante il pomeriggio, per giungere al pranzo ufficiale al mezzogiorno con la nomina del Presidente del Comitato, fino all'inaugurazione del gomfalone del "Peru 'n cimbalis", che balla con bottiglia e bicchiere in mano. Venne anche ufficializzata la divisa ufficiale, consistente in frac, cilindro stemperate in una sfarzosa e grande gala bianca.






Una nota particolare giunse nel 1871 ad opera del Notaio della Giulia di Aranco (attuale Rione borgosesiano, ma allora Comune a se stante)che ideò di redarre umoristicamente il "Testamento olografo di Peru Magunella", che nel frattempo aveva preso il posto del fantoccio del Carnevale, diventando la Maschera ufficiale del Carnevale di Borgosesia, e pubblicarlo "presente cadavere sul rogo" prima della tradizionale fiammata. La trovata di rendere pubbliche queste "ultime volontà" che furono poi sempre motivo e modo di satire politiche e lepido riassunto di fatti di cronaca cittadina dell'annata decorsa, fu ed è motivo di grande successo del Mercu Scûrot.






A completamento della divisa della giornata venne poi l'istituzione del "cassù", il tipico mestolo di legno da utilizzarsi per bere, che venne istituito nel 1905 ad opera del Prof. Carlo Conti.





Da allora migliaia di persone, provenienti da tutto il circondario, partecipano a questa giornata. Vestiti di tutto punto, secondo la "divisa" stabilita da oltre un secolo e costituita da frac, cilindro, galla bianca gigante, mantella e cassù, sfilano per le strade al seguito del "Purtighett" che sforna saracche e salsicce da innaffiare con buon vino rosso, rigorosamente della riserva del Peru. Bar e negozi partecipano attivamente a rendere ancora più piacevole questa tradizione organizzando golosi punti di ristoro; anche i privati allestiscono, per la gioia degli amici, piacevoli rinfreschi nei cortili e nelle taverne, dove gustare il "cassù" della staffa.






La giornata prende il via attorno alle 10 del mattino, quando la banda cittadina, cui spetta il compito di allietare musicalmente la giornata, si reca presso il Centro Pro Loco, ritrovo tipico del Carnevale di Borgosesia; di qui parte il corteo mattutino, gonfalone del "Peru 'n cimbalis" in testa, per dirigersi all'assaggio delle fagiolate preparate con sapienza dai cuochi dei Rioni borgosesiani di Cravo e Sassola.
Giunta l'ora di pranzo si torna al Centro Pro Loco dove viene organizzato il pranzo ufficiale del Carnevale di Borgosesia per oltre 300 commensali e dove si procede all'assegnazione del premio "Giovanni Franco Zanni - Borgosesia, la meja cità"; fino agli anni '50 in questa occasione veniva eletto anche il Presidente del Comitato organizzatore.






Terminato il pranzo avviene la distribuzione del "cassù", il tipico mestolo di legno necessario per bere durante la giornata ed inizia il corteo funebre, con la partecipazione di bande musicali ed al seguito del "Purtighett dal Peru" e dal "carro di Bacco", da cui vengono distribuiti rispettivamente panini con le saracche e vino a volontà, lungo le antiche vie del centro cittadino. La partecipazione è quantificabile in almeno 2000 persone vestite di tutto punto in frac e cilindro.






Terminato il corteo attorno alle 19 nella piazza principale di Borgosesia, i dolenti si spargono nei vari locali cittadini in attesa di ritrovarsi alle 21 sempre presso il Centro Pro Loco, da dove parte la fiaccolata che accompagna il fantoccio del Peru verso Piazzale V. Milanaccio.






Qui la giornata del Mercu Scûrot si conclude a tarda sera con la lettura del testamento del Peru, con il tradizionale spettacolo pirotecnico ed il rogo della maschera, che scrive la parola fine di ogni edizione del Carnevale.






Il “Mercoledì scuro” veniva “espiato” il giorno successivo con un mesto pasto a base di polenta e saracche, delle aringhe secche. E nonostante gli “anatemi” della Chiesa e nel Ventennio del regime fascista, il “Mercu Scurot” è giunto in piena forma sino ai giorni nostri. 



( Fotografie dal web )
( Fonti: web )











24 commenti:

  1. Buongiorno Antonella, un modo molto originale per iniziare la Quaresima, non conoscevo questa manifestazione, e come dice il post “atipica”, molto interessante questo post, ci metti a conoscenza sempre di cose a noi sconosciute… almeno per me... grazie mille.
    Un grande abbraccio per una giornata piena di sole nel cuore

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    1. Ciao Betty, è sicuramente una manifestazione più unica che rara e immagino che se non si è di queste parti oppure molto interessati all'argomento non la si sia mai sentita nominare

      Ho pensato che poteva essere interessante parlarne proprio perchè così particolare e atipica.

      Mi fa piacere avervi fatto conoscere qualche cosa in più dei luoghi in cui vivo.
      Un grande abbraccio a te.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    mi avevi accennato qualcosa, ma non credevo fosse cosi spettacolare...vedendo le foto e leggendo, si capisce la portata dell'evento. Sai mi piacerebbe vederlo dal vivo.
    Buona giornata un abbraccio

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    1. Ciao, ma se tu vuoi vederlo non hai che da dirlo e per il prossimo anno possiamo organizzare.
      Immagino che non eri riuscita ad immaginare , dal mio racconto, la portata della manifestazione, anche perchè io tendo sempre a sminuirla un po'.
      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  3. Sei sempre molto informata, Antonella.

    Complimenti per questo reportage.

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    1. Ciao Gianna, qui questo Mercu Scurot è considerato un grande evento per cui tutti siamo più o meno informati sulla storia e sullo svolgimento della festa.
      Ciao, a presto.
      Antonella

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  4. Mio marito e mio figlio ci andavano sempre: ho in casa una valanga di cassu. Ora, da qualche anno, ci partecipano anche le donne: pari opportunità? mah.. Ciao.
    Paola

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    1. Ciao Paola, sì, saranno le pari opportunità...anche se mi piacerebbe vederle messe in campo in altre situazioni!
      Ma sai che ho cercato tantissimo una fotografia del "cassù" o un "cassù" da fotografare per il post e non sono riuscita a trovarlo? E tu hai la casa piena!
      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  5. Risposte

    1. Grazie, è un evento molto particolare.
      Buona serata.
      Antonella

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  6. Un altro post interessante:)
    un abbraccio
    Xav

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    1. Ciao Xavier, spero che oggi vada meglio!

      Grazie, sono contenta che anche questo post abbia suscitato il tuo interesse, è una giornata molto particolare dove rivive una tradizione decisamente fuori dagli schemi.

      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  7. Curiosa storia questa, ogni regione ha la sua, per il Carnevale in Sardegna ci sono grandi manifestazioni di tradizioni antiche che rivivono grazie alla voglia di ricordare immagini che risalgono dalla notte dei tempi.
    Ciao Antonella grazie per il post molto gradevole!

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  8. Ciao Antonella
    Bel post che fa rivivere antiche tradizioni.
    Anche in Sardegna per il Carnevale si raccontano storie, storie di magia e di scacciademoni...
    Conoscere anche altre storie è sempre molto interessante!
    Un caro saluto, grazie per i commento, iniziamo il cammino quaresimale, auguri!

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  9. Ecco! due commenti simili per colpa della linea!
    baci*

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    1. Ciao Luisa, ho letto volentieri tutti e due i commenti.
      Anni fa avevo avuto modo di vedere delle bellissime fotografie dei Carnevali sardi.
      A me piace molto conoscere le tradizioni italiane dei vari periodi dell'anno e attraverso il blog ho avuto modo di conoscerne tante di cui non avevo mai sentito parlare.
      Adesso iniziamo questo cammino di quaresima e speriamo che possa illuminarci e arricchirci.
      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  10. Che bel post! Bellissima rievocazione e testimonianza!!!

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    1. Ciao Renata, è una tradizione molto particolare e credo unica, anche se spesso, visti i quantitativi di vino che scorrono, verso sera il livello scade un po'.
      Ciao, buona serata.
      Antonella

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  11. Non conoscevo questa manifestazione, è interessante, ed è curiosa la storia, grazie.
    Buona serata, Stefania

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    1. Ciao Stefania, è una manifestazione interessante e molto particolare e la sua storia viene meticolosamente tramandata in tutti i suoi particolari.
      Ciao, buona serata.
      Antonella

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  12. babayaga-60@libero.it13 febbraio 2013 alle ore 20:58

    UN SORRISO AL CANEVALE CHE SE NE VA.
    Nonostante io conosca bene il "Mercu Scurot" ho letto con molto interesse il post. Antonella, essendo molto discreta ed educata, ha glissato sull'innalzamento del tasso alcolico verso fine giornata che fa comunque parte delle caratteristiche di questa giornata. Stamattina vedevo i"Cilindrat" comparire per le vie e radunarsi a piccoli gruppi in un'atmosfera quasi surreale....la quiete prima della tempesta; si respirava un'aria di allegria mista a malinconia. Una tradizione che mantiene il suo fascino.
    Buona serata

    Gloria

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  13. Ciao Gloria, il finale della serata l'ho lasciato all'immaginazione dei lettori...
    Grazie ancora del bellissimo pomeriggio, sta diventando una bella consuetudine a cui non si può rinunciare.
    Ciao, buona serata.
    Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")