sabato 29 ottobre 2016

Lieti Calici: Valtellina Superiore, Inferno











Questo post è dedicato al nostro amico Adriano, valtellinese Doc e grande conoscitore di vini, che tanti, tantissimi, anni fa ci ha fatto conoscere ed apprezzare i vini dalla Valtellina e che domenica, quando ci siamo  incontrati, ci ha regalato due pregiate bottiglie di Inferno






 "La forza sconvolgente del vino penetra l'uomo e nelle vene sparge e distribuisce l'ardore” 

(LUCREZIO De Rerum natura)










Carta d'Identità



Denominazione:     Valtellina Superiore4 Inferno Doc

Vitigni principali:   Chiavennasca


Gradazione alcolica minima:   12 °C


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Caratteristiche

Colore:       rosso rubino tendente al granato, talvolta arricchito da riflessi violacei o aranciati.

Odore:        Caratteristico, può essere definito dai toni vanigliati, di fiore appassito e di nocciola e 
                     diventa più armonico nel corso dell'invecchiamento.

Sapore:        Asciutto, leggermente tannico, austero. e al tempo stesso vellutato, armonico, caratteristico; pùò lasciare trasparire un fondo di mandorla tostata.


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Servizio

Temperatura:       18 °C

Abbinamenti:       Primi piatti con sughi di carne di selvaggina da pelo, secondi piatti corposi, 
                               preferibilmente a base di carni rosse lungamente cotte.


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Un tempo sulle colline che si trovano a nord di Milano. allignavano vigneti che davano vita a un rosso poco impegnativo, ma gradevole. Oggi che lo sviluppo industriale ha cambiato volto a tutta  Brianza, facendo scomparire ogni traccia di vigneto, la zona enologica più significativa della Lombardia del Nord e rappresentata dalla Valtellina, in provincia di Sondrio.








Si tratta della valle del corso superiore dell'Adda, orientata da est a ovest, a differenza delle altre valli alpine che vanno da nord a sud.
La Valtellina circondata da alte montagne e caratterizzata soprattutto a pendii scoscesi, non sembrerebbe a prima vista adatta alla produzione enologica. Ma la mancata presenza di dolci rilievi è stata compensata da un secolare lavoro di terrazzamenti che ha permesso alla vite di essere coltivata anche oltre gli 800 metri.










Il vitigno.


L'uva maggiormente coltivata è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca. Per quanto sia ben acclimatato, non si tratta quindi di un vitigno autoctono, considerato che è di origine piemontese. Circa la data della sua importazione vi sono sostanzialmente due ipotesi. La prima sostiene che il nebbiolo giunse in Valtellina nel Medioevo; la seconda posticipa tale data alla fine del Settecento collocandola nel periodo della conquista napoleonica.








I vitigni autoctoni sono detti Pignola, Rossola e Brunola, ma rivestono modesta importanza. Sono coltivazioni marginali, impegnate, come spesso pure il Merlot e il Pinot nero, per completare l'uva chiavennasca nella produzione dei vini valtellinesi.








In merito alla denominazione assunta dal vitigno, alcuni ritengono che sia una derivazione del toponimo Chiavenna, altri invece sostengono che sia stata originata dal dialettale " ciù vinasca ", che significa " più adatta al vino ".









In Valtellina si producono diversi vini a a base di Nebbiolo, tra cui l'Inferno così denominato perchè le temperature raggiunte sui terrazzamenti in cui sono posti i vigneti sono molto elevate; temperature che consentono alle uve una completa maturazione nonostante alcuni filari si trovino anche oltre gli 800 metri.









La Doc



La Valtellina Superiore Inferno ha ottenuto la Doc nel 1968 ed è prodotto in una dozzina di comuni della valle,  più precisamente nella sotto zona corrispondente al tratto di valle delimitato dai comuni di Poggiridenti e Tresivio, a est di Sondrio.









Il disciplinare stabilisce che il vitigno Chiavennesca debba essere impiegato con una quota non inferiore al 95 per cento, eventualmente completato dai vitigni autoctoni sopra ricordati oltre che da Merlot e Pinot nero.









La resa massima dell'uva per ettaro è di 100 quintali; l'Inferno deve avere almeno 12 gradi alcolici ed essere stato invecchiato almeno 26 mesi.
Al momento della commercializzazione presenta colore rosso rubino tendente al granato, talvolta arricchito da riflessi violacei o aranciati.









L'odore, caratteristico, mostra toni vanigliati, di fiore appassito e di nocciola, e diventa più armonico nel corso dell'invecchiamento il sapore è asciutto, leggermente tannico, austero, e al tempo stesso vellutato, armonico, caratteristico; può lasciare trasparire un fondo di mandorla tostata.









Si serve a 18°C di temperatura e accompagna piatti di buona struttura.









Inferno Riserva




Esiste una versione Riserva che deve invecchiare almeno 50 mesi. Si tratta di un vino longevo che può invecchiare lungamente.
Conviene pertanto aprire la bottiglia con largo anticipo prima di servirla, in modo che il vino possa ossigenarsi; in caso di produzioni invecchiate oltre i 5 anni converrà decantare il vino nell'apposita brocca prima di servirlo.









La temperatura di servizio è di solito di 18 °C ma non manca chi preferisce berlo a 20 °C.









L'Inferno Riserva accompagna secondi piatti a base di carne rossa oppure selvaggina da pelo.









Il Valtellina Superiore Inferno in tavola




Il Valtellina Superiore Inferno affianca le produzioni dei Valtellina Superiore Sassella, Grumello e Valgella. Tra questi spicca per il carattere deciso, l'ampiezza aromatica e la salda struttura. Si tratta infatti di un vino rosso che presenta profumi talvolta vanigliati, arricchiti da toni di rosa  appassita e di nocciola e di sapore asciutto.








Come abbiamo visto è prodotto anche nella varietà Riserva, maggiormente invecchiata e, da un punto di vista organolettico, più intensamente caratterizzata. Si tratta pertanto di due tipologie enologiche che,  per quanto accomunate da alcune connotazioni, si prestano a sposarsi con preparazioni assai diverse.









Valtellina Superiore Inferno




Il Valtellina superiore Inferno è un vino corposo che può essere abbinato ad alcuni piatti conditi con sughi di carne di selvaggina da pelo:; secondi piatti robusti a base di carni rosse lungamente cotte.
Localmente viene abbinato ai pizzoccheri, ma la sapidità della portata non eguaglia la corposità del vino.









Risultano più felici gli abbinamenti con paste asciutte condite con salse di selvaggina come i tagliolini al sugo di lepre.








Si serve  con secondi piatti a base di carne rossa brasata o stufata come il brasato di bue; volendo servire carni bianche, si scelgano le cotture al vino rosso, come nel caso del coq au vin.
Si può infine gustare con i formaggi a pasta dura stagionati









Si può pertanto proporre, servito a temperatura di 18°C, con primi piatti quali pennette al ragù d'anatra, bomba di riso al piccione disossato, lasagne al forno al ragù, Pappardelle al brasato di cinghiale, tagliolini al sugo di lepre.








Tra i secondi piatti consiglio il Tapulon, l'anatra in crosta di ricotta, il piccione al cartoccio, il codone di manzo brasato, il muscolo di manzo stracotto.









Valtellina Superiore Inferno Riserva



Il Valtellina Superiore Inferno Riserva è vino munito di salda struttura adatto ad accompagnare piatti particolarmente saporiti.
Proposto a 18 °C di temperatura, si serva preferibilmente con secondi piatti come stufato di cinghiale; spalla di cinghiale in arrosto morto; camoscio in civet, nocette di capriolo in salsa al vino rosso, cosciotto di cervo brasato, lepre in salmì.
Si può inoltre proporre con formaggi a pasta dura particolarmente stagionati.









La ricetta: Risotto ricco alla padovana




Il Valtellina Superiore Inferno accompagna, come abbiamo visto, oltre ai secondi anche primi piatti ben strutturati. Un esempio che esce dalla tradizione gastronomica valtellinese è dato dal risotto ricco alla padovana. Si tratta di un piatto saporito, preparato con carne di vitello, fegatini di pollo, midollo, funghi, cotti con verdure ed erbe aromatiche, pomodoro, vino bianco, brodo, olio e pepe.









La cottura prolungata senza dispersione di sapori, la concentrazione del vino, del brodo, e dei succhi della carne danno vita ad una preparazione dotata di ricco fondo di cottura dal sapore rilevato, che richiede di essere diluito dalla presenza del riso.
Un primo piatto particolarmente ricco di sapori, grazie alla presenza dei numerosi ingredienti ciascuno dei quali partecipa alla formazione del gusto.








Occorrerà pertanto scegliere un vino rosso di buona ampiezza  aromatica, dotato di un buon corredo tannico, ma al tempo stesso vellutato: il Valtellina Superiore Inferno









Ingredienti per 4 persone


350 gr. di riso
250 gr. di fegatini di pollo
100 gr. di carne di vitello a pezzi
50 gr. di burro
30 gr. di funghi secchi
30 gr. di midollo di bue
1 cipolla piccola
1 carota
1 gambo di sedano
vino bianco
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 rametto di salvia
olio d'oliva
brodo di pollo
formaggio grana grattugiato
pepe
sale



* Lavate i funghi e metteteli a bagno in poca acqua tiepida. Mondate i fegatini, lavateli, tagliateli a pezzetti. Fate un battuto con cipolla, salvia, carota e sedano. Tritate il midollo, mettetelo in una casseruola con il battuto, metà del burro, un po' d'olio e lasciate rosolare.

* Unite al soffritto la carne e i funghi, dopo cinque minuti unite anche i fegatini, salate e proseguite la rosolatura, bagnate con il vino e lasciatelo sfumare. Aggiungete il concentrato di pomodoro, mescolate e portate a cottura il risotto aggiungendo, a poco a poco, il brodo bollente.


* A cottura ultimata aggiungete il burro rimasto, il pepe, il formaggio grana grattugiato, mescolate, lasciate riposare il risotto per alcuni minuti a pentola coperta e servite




Le strade del vino








Vi invito ora a passare da Audrey per " assaggiare il suo cocktail

Red Lady Inferno for Halloween

a base di Valtellina Superiore Inferno









"E' quell’inferno rosso di brace e fiamma,
che odore infuso di prugne e more emana
e che al Paradiso è meglio preferire".

(abate Morelli nel poemetto Dionisos)


( Grazie a  Audrey per il wall d'apertura e chiusura di articolo
Fotografie dal web )

4 commenti:

  1. Brava Antonella, La Valtellina merita di essere conosciuta prima di tutto da noi italiani, e poi anche dagli stranieri, questa valle offre delle qualità sia di vino che dei prodotti di vario genere...
    Ciao e buona giornata con un abbraccio e un sorriso:) sorridere fa bene!
    Tomaso

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    Risposte
    1. Verissimo Tomaso, la Valtellina offre prodotti meravigliosi tra cui questi vini eccezionali.
      Buona giornata, un abbraccio.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    questo post è stata una scoperta interessante.
    Un vino che non solo intriga grazie al suo nome, ma suscita curiosità anche grazie al suo sapore. Un vino che, senza volerlo, si presta bene al periodo sposandosi alla perfezione con il cocktail scelto. Quindi grazie per questa bellissima rubrica che post dopo post mi apprende qualcosa.
    bacione

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    Risposte
    1. Ciao Aureliè. a me piace molto preparare questi post sul vino e mi piace lo scambio che intercorre tra te e me...io ti " insegno " cose sul vino e tu mi rendi edotta sui Cocktail di cui prima non sapevo nulla.
      Un bacione.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")