giovedì 16 giugno 2016

La signora Rosa, la pioniera della grande moda italiana




Verso la fine del XIX secolo, una signora non ancora trentenne lavorava come chef de rayon ( una sorta di capo reparto) in una delle più importanti case di moda di Milano, rigorosamente straniere, la H.Haardt et Fils. Queste strutture, riservate ad una clientela elitaria, si rifanno direttamente ai grandi atelier parigini, ora autorizzati, altre volte con modifiche  irrilevanti per evitare il plagio, molte volte con bozzetti letteralmente carpiti dalle vetrine transalpine. Insomma, non c'è ancora, nel nostro Paese, la " moda italiana ".








La signora in questione ha avuto e avrà in seguito esperienze significative in Francia, ma la totasle mancanza di capitali le impedisce qualsiasi iniziativa similare in Italia. Eppure l'industria dell'abbigliamento convenzionale esiste e prospera con il progresso sempre più evidente, alcune catene di distribuzione sembrano voler dare un segnale lampante di modernità ed in città come Milano, Torino, Firenze le sartorie di un tempo sono in difficoltà, con costi esorbitanti e senza idee di vero rinnovamento.









La signora si chiama Rosa Genoni e senza alcun dubbio possiamo definirla la prima stilista italiana. Nata a Tirano ( Sondrio ) nel 1867, brava sarta già a vent'anni, in seguito insegnante e giornalista e con la tenacia che le verrà sempre riconosciuta riuscirà nel 1906 a imporre un padiglione italiano della Moda nell'ambito dell'Esposizione Internazionale di Milano, dove Rosa espone abiti femminili di grande pregio, ispirandosi alle tradizioni ed ai colori del Rinascimento. Un abito in qualche modo di ispirazione botticelliana, con evidenti riferimenti alla Primavera dipinta dall'artista fiorentino, le fa vincere il primo premio nella sezione delle arti decorative : il made in Italy, finalmente, può dirsi raggiunto.









Grazie a lei, inoltre, nel 1909 si forma in Lombardia, regione con diffuse industrie tessile, un comitato per la moda italiana di particolare pregio che include i principali imprenditori dell'Italia settentrionale









Convinta di avere ormai segnato la strada per una definitiva affermazione della moda nel nostro Paese, la Genoni si rivolge ad altre attività che le stanno a cuore, ad esempio l'antimilitarismo che la vede impegnata nel vano tentativo di non far entrare l'Italia in guerra nel 1915. All'inizio del 1916, a conflitto ormai dilagante con Jane Addams - futuro premio Nobel nel 1931 - e Aletta Jacobs, incontra i ministri degli esteri dei diversi Paesi interessati nel tentativo disperato di far cessare le ostilità, senza naturalmente ottenere alcun risultato pratico.. Molto attiva anche nel miglioramento delle condizioni di lavoro delle donne, divenne collaboratrice del giornale socialista L'Avanti, fortemente antifascista e, non a caso, soppresso nel 1926.









Negli anni tra le due guerre torna così alla moda per evitare problemi di natura politica e trova un mondo cambiato e indipendente: i grandi atelier milanesi e romani hanno preso nel frattempo il sopravvento, sia pure con alcune difficoltà connesse al momento storico. Ebbe comunque il tempo per vedere un dopoguerra ricco di soddisfazioni per lo stile del nostro Paese apprezzato nel mondo.
Morì a Varese nel 1954.





( Sergio De Benedetti, Libero del 3 marzo 2016 )
( Immagini dal web )

10 commenti:

  1. Cara Antonella, sono passato per augurarti una buona giornata, un abbraccio e un sorriso:)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, felice giornata anche a te...qui molto, molto piovosa!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Una grande donna, sia come stilista che nel sociale.

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    1. Sì davvero impegnata in tanti campi...e come spesso succede quasi sconosciuta.
      Ti auguro una felice giornata.
      Antonella

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  3. ra Antonella i tuoi post sono sempre interessanti e ricchi di foto. Sei molto brava. Un saluto

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    1. Grazie Mirtillo, le tue parole mi fanno davvero piacere.
      Un saluto e a presto.
      Antonella

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  4. Ancora un interessantissimo post! Grazie mille!
    Lifen

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    1. Grazie a te Luisa per essere passata e per aver apprezzato il post.
      A presto.
      Antonella

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  5. Una donna veramente in gamba. Non ne conoscevo la storia, ma ho trovato emozionante guardare le foto di quelle donne dell'ottocento da lei vestite. Certo ci si poteva veramente sbizzarrire con la fantasia per creare gli abiti di quell'epoca!
    Sempre molto interessanti i tuoi post. Complimenti!

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    1. Grazie Katherine, sono felice che ti sia piaciuto. Effettivamente era proprio una grande donna. I vestiti sono davvero belli, bisogna dire che una volta la parola eleganza aveva un significato!.
      Antonella

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Piemontesità

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" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")