martedì 15 dicembre 2015

Fine settimana a Milano: Rubens, L'adorazione dei pastori





Anche quest'anno, come ormai succede da tantissimi anni, abbiamo trascorso il fine settimana
dell'8 dicembre a Milano con una parte per me tanto importante della mia famiglia.
Fine settimana lungo che ci ha permesso di stare insieme tanto tempo e ci ha dato modo di vedere e fare tante cose. La prima giornata l'abbiamo dedicata alla città ed in particolare all'arte. Sono tanti gli eventi artistici
milanesi in questo dicembre 2015, quello che vi voglio raccontare oggi è il grande regalo che ogni
anno il Sindaco e la città offrono ai milanesi in occasione delle festività natalizie: la possibilità di ammirare, a Palazzo Marino, una splendida opera d'arte. Quest'anno L'Adorazione dei Pastori di Rubens,
quasi a voler anticipare la grande mostra dedicata a questo artista che si terrà, sempre a Milano, a Settembre 2016.








L’Adorazione dei pastori di Rubens racchiude in sé tutte quelle prerogative che rendono eccezionale un’opera d’arte. In primo luogo la qualità altissima che esprime tutta la forza della pittura di Rubens in questa fase di prima maturità, ma anche la sua storia documentata che ci permette di seguire tutto l’iter dell’esecuzione, avvenuta in un tempo molto breve e quindi di getto, senza ripensamenti, correzioni, difficoltà. Una situazione davvero unica.
Il dipinto viene commissionato per la chiesa di S. Filippo Neri a Fermo nel 1608, ultimo anno di permanenza in Italia di Rubens. Rubens era in quei mesi a Roma, impegnato nella difficoltosa esecuzione della grandiosa pala dell’altare centrale della Chiesa Nuova, considerata una delle committenze più prestigiose.








Padre Flaminio Ricci stima e apprezza molto il giovane artista fiammingo e propone di affidare a lui l’esecuzione della Adorazione dei pastori, destinata alla chiesa dell’ordine dedicata a San Filippo Neri solo l’anno precedente. Il 9 marzo Rubens riceve l’acconto di 25 scudi e si impegna a realizzare una Natività di cui enumera i precisi dettagli, come del resto era allora consuetudine.








Il lavoro va avanti velocemente e il 7 giugno Ricci scrive ai padri di Fermo che il dipinto è ormai finito, in anticipo sui tempi previsti, a riprova di un’esecuzione di getto, particolarmente felice, nella quale Rubens manifesta tutta la sua esperienza maturata in Italia.
La memoria dell’opera nei secoli è stata tramandata soltanto da alcune antiche fonti locali, anche per la sua collocazione appartata ed è stata quindi ignorata dagli studi specifici sul pittore. Solo nel 1927 Roberto Longhi nel corso di una sua visita a Fermo riconobbe la mano indubitabile di Rubens e comunicò la sua scoperta descrivendo la sorpresa e l’entusiasmo di un tale imprevisto incontro.








La grande tela celebra uno dei momenti più intimi e suggestivi della Natività, secondo la narrazione del Vangelo (Luca 2, 8-16) con una composizione dipinta a luce notturna, densa di bagliori in cui si stagliano le monumentali figure della Vergine, chinata leggermente verso il Bambino su cui volge lo sguardo amorevole. Le sue mani si incrociano con grazia, con stupenda invenzione, a scoprire il piccolo corpo di Gesù, che rivela così ancora di più la luce abbagliante e chiarissima che investe tutta la composizione.













Una bellezza quella della Vergine, carnosa e marmorea eppure non fredda ma densa di pathos. L’influsso della scultura classica e in particolare del volto di Niobe, rinvenuta in una celebre scoperta archeologica a Roma nel 1583, appare evidente, ma, come sappiamo, per Rubens è un’ispirazione da cui partire per superarla poi in un’evocazione sempre vitale, declinata al presente.








San Giuseppe , dipinto di getto e con una materia più veloce e diluita, giunge le mani in preghiera e guarda verso l’alto, alla turba degli angeli che incombe quasi sulla scena. I pastori, dalle membra poderose attorniano il Bambino adorandolo, in atteggiamenti diversi che creano un senso ancora più vibrante nella composizione. Il pastore in piedi sulla sinistra, abbigliato con poveri panni scuri, risalta nella scena per il volto raggiunto dalla luce accecante che si irradia dal Bambino e da cui egli cerca di ripararsi con la grande mano sinistra, la destra intenta a reggere il bastone del gregge.








Al centro una vecchia rugosa con la testa coperta da un panno bianco, anch’essa raggiunta dalla luce chiara che attonita esprime la sua meraviglia con le mani aperte, dipinte con meravigliosa destrezza naturalistica.
In questo personaggio si è inteso recentemente identificare la figura di Salomè, anziana levatrice che assiste la
Madonna, dapprima incredula della sua verginità, poi testimone della miracolosa nascita.









Ma il vero protagonista è il pastore giovane in primissimo piano, inginocchiato, dalla abbagliante veste rossa, che indica con la sinistra la figura del Bambino, a sottolineare il fulcro della tela, di cui egli occupa tutta la parte sinistra. Anche per lui, figura centrale dell’opera, Rubens si è ispirato alla statuaria antica come rivela la maestosità delle membra e la bellezza del volto classico. In particolare possiamo proporre un inedito confronto con il rilievo romano degli Uffizi raffigurante Pastore seduto, proveniente dalle raccolte di Villa Medici, caratterizzato dalla bella testa poderosa e da una analoga posa con il ginocchio in primo piano e il lungo bastone nella mano.













Il rapporto con l’antico è per Rubens essenziale ma allo stesso tempo è disinvolto e personale, utilizzando i riferimenti in maniera sempre creativa, vitale e personalissima come precisa nella biografia dell’artista Bellori: “ Benché egli stimasse sommamente Raffaello e l’antico, li alterava tanto con la sua maniera che non lasciava in esse forma o vestigio per riconoscerle”.









Da Correggio Rubens media l'impianto generale con la Vergine e il Bambino, intensamente vicini
sulla destra, i pastori sul lato opposto. Anche la gloria dei grandi angeli in alto appare simile, ma se
in Correggio sono presenze leggiadre in volo verso l'alto del cielo, in Rubens appaiono come una minacciosa piccola schiera in picchiata verso il basso, con evidente omaggio alle invenzioni di Tintoretto, più volte citato dall'artista.














Ma è evidente che Rubens guarda con interesse al grande protagonista del momento, appena
più anziano, Caravaggio. Lo testimonia il forte contrasto chiaroscurale, la densità delle ombre che
lasciano improvvisamente scorgere nella tela di Fermo brani brani di colore, in una concitazione movimentata che si rivela molto suggestiva oer l'artista. Come poteva, del resto, essere diversamente per un giovane artista appena giunto da Anversa con il mito dell'Italia? A roma, dove Rubens soggiorna una prima volta nel 1601, Caravaggio costituiva una novità assoluta nel panorama figurativo e la sua invenzione ardita e stravagante lascia nell'artista una traccia profonda.








L’Adorazione dei pastori di Fermo conclude l’esperienza italiana di Rubens racchiudendone tutta l’energia creativa maturata in questi brevi ma intensi anni. Un capolavoro assoluto dunque, non soltanto un’opera eccezionale, ma anche il saluto o meglio l’addio all’Italia di Rubens che il 28 ottobre riparte per Anversa per non fare più ritorno nel nostro paese.








A Milano  l'Adorazione dei pastori di Rubens
  Palazzo Marino fino al 10 gennaio
Entrata libera
( Vi ricordo che a causa del periodo di massima allerta in cui le città europee stanno vivendo
dovete mettere in conto una piccola attesa in quanto all'entrata tutte le persone, borse, zaini, ecc.
vengono perquisiti. )





( Fonte Saggio in catalogo di Anna Lo Bianco )
( Fotografie dal web )

post signature

13 commenti:

  1. Bellissimo esempio di arte e tradizione.
    Un sorriso per un sereno proseguimento.
    ^___^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, felice che ti sia piaciuto, ammirarla dal vero è stato uno spettacolo meraviglioso.
      Ti auguro una felice serata.
      Antonella

      Elimina
  2. Veramente un bellissimo post, cara Antonella, complimenti.
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Tomaso, mi fa piacere che questa immensa opera d'arte ti sia piaciuta.
      A presto.
      Antonella

      Elimina
  3. Grazie Antonella per questo bel post. Molto curate le immagini con tutti i particolari. Un abbraccio.
    paola

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te Paola per avere sempre la pazienza di leggere i miei lunghi post e di apprezzarli. Questo dipinto mi ha lasciata senza fiato, imperdibile!
      Un abbraccio e buona serata.
      Antonella

      Elimina
  4. Molto interessante ! Ero al corrente del fatto che quest'anno a Palazzo Marino c'è questa grande opera di Rubens e avevo già pensato di andare a vederla, perchè quasi tutti i Natali mi reco a Palazzo Marino a vedere l'opera esposta. Purtroppo, dato che solitamente ci andavo la domenica, causa lavoro, ci sono sempre state lunghe code da fare, almeno un'ora di attesa. ricordo che qualche anno fa, dopo un'ora di attesa nel vento freddo, mi son ammalata e ho dovuto anche stare a casa dal lavoro. Quest'anno ci sono anche i controlli antiterrorismo ! Vedrò ! Mi piacerebbe !! Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anch'io vado ogni anno ad ammirare l'opera esposta a Palazzo Marino, fortunatamente riesco ad andarci in giornate lavorative per cui le code sono un po' ridotte. Quest'anno poi ci sono i controlli e tutto diventa un po' più lento però ne vale davvero la pena, se riesci vacci, secondo me è imperdibile.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  5. Un post molto interessante: arte e religiosità,un connubio splendido.
    Ciao Antonella Grazie!
    Un abbraccio.
    Dani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Daniela, un'opera d'arte meravigliosa che mi ha letteralmente lasciate senza fiato...vale la pena andare a Milano per ammirarla.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  6. L'Adorazione dei pastori di Rubens non è una delle sue opere che prediligo, ma questa è una questione di gusti personali; assistere ad una sua mostra è sempre gradevole. Un abbraccio Antonella !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sciarada, sì, il bello è una questione soggettiva. La mostra di Natale a Palazzo Marino è sempre molto curata e la visita guidata aiuta ad apprezzare quello che gli occhi vedono.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  7. I like the valuable information you supply in your
    articles. I will bookmark your weblog and take a look at once
    more here regularly. I am relatively certain I will be told plenty of new stuff proper here!
    Good luck for the next!

    Also visit my web page: วิธี ใช้ ปลวก

    RispondiElimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")