lunedì 3 agosto 2015

Expo: Angola, passato e futuro nelle mani delle donne





L'Angola è senza dubbio uno dei protagonisti di di questa Expo 2015.
Il padiglione con i suoi 2mila metri quadrati, rappresenta perfettamente l'immagine del paese
africano: un giusto connubio tra passato, presente e con uno sguardo attento verso il futuro
senza dimenticare in alcun modo le tradizioni.








E' proprio l'attaccamento alle radici della nazione il centro del percorso all'interno 
del padiglione Angola. La struttura, colpisce immediatamente chi inizia il percorso dal 
padiglione Zero. L Angola è infatti uno dei primi stati che si incontrano lungo sul lungo
viale del Decumano, quello che con Repubblica Ceca, Irlanda, Belgio e Brasile
introduce nel cuore dell'Expo.









Ma non è certo questo il motivo del successo dell'istallazione angolana. Escludendo i piccoli 
spazi ritagliati all'interno dei Cluster, tra i quali, l'imperdibile, è sicuramente
quello del Congo ( nel cluster cereali e tuberi ) in cui si possono osservare le coltivazioni
di manioca, mais, riso e ignam, il continente africano è rappresentato alla kermesse di Rho
da due stati : Angola e Marocco.








Il viaggio nell' Angola inizia già dall'esterno del padiglione.
Alzando gli occhi ci si accorge di come la struttura ricordi le geometrie tipiche
dei tessuti angolani.








Fulcro del percorso sviluppato su quattro piani, è l'imbomdeiro ( il baobab), 
ovvero l'albero tipico del Paese.








Sulla struttura stilizzata e al tempo stesso futuristica vengono proiettate immagini
di donne che ricoprono un ruolo nelle comunità locali.
" Il motivo della scelta è semplice - spiega un componente dello staff all'interno del padiglione -
La donna, così come l'albero, sono strutture portanti della nostra società.
Entrambi ci danno la vita e ci proteggono ".









Al primo piano si incontrano le radici dell'imbomdeiro e un assaggio del
passato del Paese.
Proseguendo si salgono alcune rampe di scale - impegnative anche per i più giovani -
e ci si raduna intorno al grande baobab in un villaggio che porta alla scoperta delle colture
tipiche del Paese e delle ricette tipiche delle 18 province angolane.









Camminando si può godere qualche istante di relax all'interno della fresca serra che guarda 
sul Decumano. Un controsenso, visto il nome " estufa " ben presente sulla porta
in vetro d'ingresso: lo spazio però è completamente privo di vetri e vista la sua posizione
sopraelevata dona qualche istante di frescura in un padiglione parecchio afoso.








Salendo ancora si entra nella riproduzione di un mercato angolano con le sue sementi,
le riproduzioni dei prodotti locali e i giochi interattivi per i bambini.
A stupire però è la grande terrazza a cui si accede sull'ultimo livello. Qui a fare da padroni sono
 le piante e i fiori, i grandi gradoni in legno disposti in varie zone del terrazzo arricchiscono 
il piano e lo rendono perfetto per un momento di rilassamento.









Nelle giornate di sole guardando oltre le foglie verdi delle piante esotiche,
si possono addirittura scorgere in lontananza Milano con la sua skyline e le montagne.









Dal terrazzo si accede anche al ristorante gourmet del padiglione in cui la cucina
angolana si incontra con chef italiani che preparano piatti tipici della tradizione africana
ma con un tratto fusion. Un altro punto di ristoro, nascosto però sul retro del padiglione, è 
situato al piano terra ed offre piatti tipici come la  muamba de galin
 o il gelato di baobab. Imperdibile.









A non sfuggire, durante la visita, è la vocazione del Paese e il suo inserimento nel grande
tema di Expo 2015: nutrire il pianeta
" Educare significa pensare al benessere delle generazioni di oggi e a quelle di domani
- raccontano gli addetti all'accoglienza - innovare invece vuol dire adattare le buone 
pratiche dei nostri antenati al mondo moderno "








Ed è proprio questo lo spirito del padiglione angolano, uno dei punti da fissare
nella cartina tra gli imperdibili di Expo.






La Pagella



* La terrazza panoramica immersa nel verde
* La serra esterna che guarda sul Decumano
* Il secondo piano, alla scoperta dei cibi tipici.


No

* I 4 piani, faticosissimi tra scale e rampe
* Il ristorante nascosto all'ultimo piano
* Gli occhiali digitali già guasti a fine maggio









































( Fonte Marianna Baroli, Libero del 27 maggio 2015 )
( Fotografie dal web )













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8 commenti:

  1. Bellissimo post, sempre bravissima!
    Un abbraccio da Beatris

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    1. Grazie Beatris, come sempre sono contenta che ti sia piaciuto.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Trovo sia un padiglione interessante, mi piace sia per l'idea delle immagini delle donne, sia il tanto verde che offre colore e un tuffo in quella che è l'Angola (anche attraverso l'utilizzo del Baobab).
    Buon inizio settimana
    bacio

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    1. Anche a me piace molto l'idea delle immagini delle donne e quella del verde...però le opinioni sono molto discirdanti!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Antonella, complimenti vivissimi per questo post e per tutto il blog che definirei enciclopedico :-) . A presto chissà.. Gianni e Barbara

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    1. Ciao Carissimi Gianni e Barbara, grazie per i complimenti al blog, sono felice che vi sia piaciuto. Spero anch'io di avere presto occasione di incontrarvi di nuovo, la nostra cara amica sarà un buon tramite. Vi auguro buone vacanze.
      Antonella

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  4. Molto bello e interessante. Io ho fatto le. foto ma solo dal di fuori. Ero stanca e faceva troppo caldo. Ricordo che era uno dei primi ma , quando sono entrata, ho percorso tutto il lato opposto del decumano, al ritorno ho percorso l'altro lato del decumano, dove c'era l'Angola ma, a quel punto ero troppo stanca e non son entrata. Sono in vacanza. Ciao

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    1. Ciao Mirtillo, come ti ho scritto precedentemente non si può vedere tutto...secondo me tu hai dedicato tantissimo tempo alla visita di Expo, sei quasi un eroe...il caldo, le code, la stanchezza...sei stata bravissima.
      Un abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")