giovedì 17 ottobre 2013

I Libri di Sandor Marai / La Donna Giusta





Sandor Marai, così come per altri suoi memorabili romanzi, ci regala quattro splendidi monologhi. È l’amore che si mostra attraverso diverse fattezze, lo stesso sentimento narrato dai vari personaggi, visto da diverse angolazioni e scambiato per rivoluzioni o lotte di classe. Il tutto si dipana attraverso metafore e riflessioni rivelatrici, con un’ironia estrema ed una drammaturgia dai connotati teatrali perché – parafrasando lo stesso autore - quando vuole creare qualcosa, la vita realizza messinscene impeccabili.

Marika racconta ad un’amica, sedute in un pasticceria di Budapest, quanto ha amato suo marito Peter e come inevitabilmente lo ha perso. Racconta di questo amore smisurato che, nei suoi eccessi, diventa egoismo e possesso. Lei è una donna bella, colta e raffinata. La moglie perfetta di un uomo borghese, in un periodo in cui la borghesia è la classe sociale per eccellenza. Ma è anche una donna pienamente consapevole che qualcosa, come un’ombra funesta, si contrappone da sempre tra sé e suo marito. Un nastro viola trovato nel suo portafoglio la porterà a scoprire una verità scomoda che segnerà la fine del suo matrimonio e probabilmente l’inizio della sua indipendenza.

Peter racconta ad un amico, seduto in un caffè di Budapest, di come sia finito il suo matrimonio con la prima moglie, donna raffinata che però non ha mai amato a causa del non vissuto amore con un’altra donna, che lo ha tormentato per anni. Dopo il divorzio con Marika, Peter finalmente sposerà Judit la cameriera che da anni lavorava nella casa dei suoi genitori, riconoscendo in lei la donna vera, forte, dalla potenza selvaggia di chi possiede la naturale propensione ad un’esistenza vitale. La passione bruciante e letale che prova per questa donna lo porterà a trarre le sue personali conclusioni su quel sentimento astratto e contraddittorio che è l’amore e la sua relazione inversamente proporzionale alla felicità. Judit a sua volta lo ingannerà senza pudore, rubando al marito tutto quello che può, come personale risarcimento di un passato di mancanza ed umiliazione.

Judit racconta al suo amante, un batterista ungherese, nell’alcova di un albergo a Roma, come ha combattuto la sua lotta di classe, attraverso l’amore prima e l’odio successivamente nei confronti di Peter, l’uomo che a causa degli inganni tesi dall’amore l’ha sposata, preferendola alla sua prima moglie e compiendo attraverso questo passo un atto di rivoluzione interiore. Descriverà al giovane amante l’infanzia di estrema miseria, il lavoro duro, la sua rivalsa nell’ascesa verso quella borghesia tanto invidiata, e l’odio provato verso la stessa che l’ha condotta nel vortice di vendetta interiore nei confronti di quell’uomo, suo marito, che di quella classe sociale ne era il massimo esponente.

Infine, il batterista ungherese racconterà questa storia ad un suo connazionale, esuli entrambi a New York. Non mancheranno le considerazioni politiche sulle vicende storiche del proprio paese, che ben si intrecciano metaforicamente al quadrilatero amoroso, e a quell’incredibile ironia della sorte che fa della democrazia l’incontro finale, dai connotati paradossali, dei due uomini che hanno avuto in comune la medesima donna.


Per conoscerlo un po'


" Che cosa mancava? La tranquillità.
Guarda, quelli non avevano nemmeno un minuto di pace. Eppure vivevano secondo orari 
precisi; in un gran silenzio, in casa e nella vita. Mai una parola ad alta voce. Mai niente di
sorprendente. Loro calcolavano tutto, prevedevano ogni cosa, le crisi economiche,la difterite, 
il bello e il cattivo tempo, ogni eventualità, perfino la morte.
Eppure non erano tranquilli. Forse avrebbero trovato finalmente pace se un giorno avessero deciso
di smetterla di vivere in modo così calcolato e previdente...Ma non ne avevano il coraggio.
A quanto pare, ci vuole un bel fegato per gettarsi nella vita così come capita, senza orari, senza tanti
artifici...vivere così come viene, ora dopo ora, alla giornata, addirittura attimo per attimo...
E non aspettarsi niente. E non sperare niente. Stare semplicemente al mondo..."



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.Sándor Márai (1900-1989) è uno scrittore che amo profondamente. E’ uno di quelli che io chiamo “i miei scrittori”.

Era ungherese, profondamente antifascista ed anticomunista. Lasciò l’Ungheria nel 1948 (“La donna giusta” è del 1941) con l’instaurarsi dell’occupazione sovietica e non vi fece più ritorno. Le sue opere (romanzi e volumi autobiografici) rimasero inediti e sconosciuti mentre era vivo poichè gli scritti ungheresi molto raramente venivano tradotti all’estero ed egli, da parte sua, rifiutò di curare la loro pubblicazione in patria durante il regime sovietico.

Viaggiò molto in Europa (Parigi, Roma, Berlino, Napoli) e poi negli Stati Uniti, sempre struggendosi nella nostalgia non tanto della sua terra quanto della sua lingua madre, l’ungherese, lingua ostica e difficile da parlare e da tradurre (“la sola lingua che il diavolo rispetti”), lingua assolutamente minoritaria e pressocchè sconosciuta al di fuori dei confini magiari ma che per Márai rappresentava davvero la sua “madre patria” perduta.

Perchè uno scrittore è davvero senza patria se è consapevole del fatto che la lingua in cui scrive non viene compresa…







24 commenti:

  1. Ciao Anto, chissà perchè avevo intuito che amavi moltissimo questo scrittore!
    Non so se questo libro fa al caso mio, al momento non sono propensa a leggere d'amore...
    Un abbraccio!

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    1. Ciao Melinda, sì, come sai amo molto Marai. Questo libro è molto di più e molto diverso da un romanzo d'amore,,,forse non sono riuscita a darne un'idea chiara. Io ti consiglio di leggerlo, sì, parla d'amore ma parla anche di sofferenza, di riscatto sociale, di lotta di classe, di vendetta, di disperazione. Se decidi di leggerlo poi mi dirai.

      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  2. Anto scordavo, hai letto la storia del nonno di Xavier?
    Baci

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    1. Sì, sono già andata a leggere la storia del nonno di Xavier, non ho ancora commentato perchè io, forse ve ne siete accorti, faccio molta fatica a parlare di olocausto.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Antonella,
    una storia particolare e dal sapore forte. Mi sembra di capire che la storia d'amore sia solo un pretesto per mettere in scena qualcosa di più grande, come la rivalsa sociale, la vendetta e gli intrecci della vita uniti alle verità scomode che con tanta facilità vengono rivelata ad amici e amati in un caffè.
    Un libro curioso e molto particolare che se avrò la possibilità leggerò sicuramente anche se come sai, mio padre mi spare se porto un altro libro in casa ahuahuahuahuahu
    bacione e buona giornata

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    1. Ciao...ma sai che sono sicura che piacerebbe anche al tuo papà!

      A parte gli scherzi è un libro bellissimo ed è intrigante leggere la stessa storia raccontata da 4 personaggi diversi...se ne scoprono le infinite sfumature.

      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  4. Cara Antonella,nel tuo blog c'è sempre da sapere!Grazie di tutto il tempo che dedichi ai tuoi post per farci conoscere anche a noi svariati argomenti!Un bacio,Rosetta

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    1. Grazie Rosetta, per me è un piacere scrivere delle cose che mi piacciono e sono contenta che a voi piaccia leggerle.

      Un abbraccio, a presto.
      Antonella

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  5. Amo leggere da sempre e questo è un bellissimo libro!
    Come sempre sai spiegare e invogliare alla lettura!
    Un forte abbraccio e buon pomeriggio da Beatris

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    1. Ciao Beatris, a me questo autore piace tantissimo...ho letto e riletto tutti i suoi libri e ogni volta che li rileggo è una scoperta.

      Un grande abbraccio anche a te, buona serata.
      Antonella

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  6. Avevo letto qualche sua poesia.
    Saluti a presto.

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    1. Ciao Cavaliere, io ho letto tutti i suoi libri ed è uno dei miei autori preferiti, confesso che non lo conosco come poeta...cercherò di rimediare.

      Ti auguro una buona serata.
      Antonella

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  7. Ottima la tua recensione. E' un autore che conosco, ma per la verità non ho mai letto nulla di lui. Quello che scrivi è un grande stimolo ad aprire le pagine di La donna giusta.

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    1. Ciao Ambra, è un libro che vale veramente la pena di leggere, come tutti i libri di questo autore.
      Se posso permettermi di darti un consiglio ti direi di leggere qualche cosa di suo a mio parere è da annoverare tra i grandissimi.

      Ciao, buona serata.
      Antonella

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  8. Cara Antonella, facendo quattro passi nella tua biblioteca ho letto una storia intrigante. A quando il seguito.........

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    1. Ciao Cettina, mi fa piacere che questo romanzo abbia attirato la tua attenzione...è un autore bravissimo di cui ho già parlato diverse volte. Tra una quindicina di giorni scriverò di un altro libro.

      Buona serata.
      Antonella

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  9. Meraviglioso raccomandazione, questo libro sembra molto interessante!

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    1. Ciao Leovi, sì, è un libro molto bello e scritto in modo stupendo...vale la pena leggerlo.

      Ti auguro una buona serata.
      Antonella

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  10. Mia cara Antonella, non mi meraviglio della tua proposta, perchè ho capito da un po' che questo autore ti è dentro il cuore...a volte ci sono autori che sembrano comunicarti più che una semplice storia, ma entrano in sintonia con la tua sensibilità, con il tuo pensiero...quello di oggi mi sembra di capire che sia un romanzo intrigante e avvincente...Grazie Antonella buona serata. Stefania

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    1. Ciao Stefania, hai ragione Marai mi piace molto e nessuno dei suoi romanzi mi ha lasciata indifferente, ha sempre saputo comunicarmi qualche cosa e come dici tu mi è entrato dentro il cuore.

      Il romanzo che ho presentato oggi è molto avvincente inoltre per me è sempre un piacere godere della perfetta scrittura di Marai.

      Grazie a te per seguirmi sempre, buona serata.
      Antonella

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  11. Ho letto solo un paio di libri di Marai, già molti anni fa. Ma ne ho un ricordo molto piacevole, Una scrittura ricercata e straordinaria. Forse vale la pena recuperarlo, partendo dai tuoi consigli.

    A presto
    Cinzia

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    1. Ciao Cinzia, anch'io sono affascinata dalla sua scrittura elegante.

      Credo che davvero valga la pena di leggerlo o rileggerlo...sono contenta di avertelo ricordato e di averti invogliata a recuperarlo.

      Ciao, buona giornata.
      Antonella

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  12. Sàndor Màrai è un antiscrittore, le sfumature si intrecciano e là dove il bianco e nero sembrano tracciare una linea netta ecco che arriva chi cambia il decorso della storia.
    Un abbraccio :)

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    1. Per me va considerato tra i massimi esponenti della letteratura del 900, una scrittura elegante e colta, grande conoscenza dell'animo umano, rara capacità di analizzare situazioni e sentimenti...davvero un grandissimo " antiscrittore "

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")