lunedì 28 ottobre 2013

Fatterellando: L'Italia dei lumi, il mito Olivetti




" Ognuno può suonare senza timore  e senza esitazione la nostra campana.
Essa ha voce soltanto per un mondo libero, materialmente più fascinoso
e spiritualmente più elevato."

La campana era il marchio distintivo di tutte le attività di Adriano Olivetti: dalla fondazione
che porta il suo nome, al Movimento Comunità - la forza politica che l'industriale canavese
lanciò negli anni '50 - alle Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata nel 1946.






Da poco tempo la fondazione Adriano Olivetti e Beniamino De Liguori, nipote
dell'ingegnere, hanno rilevato il marchio dalla Mondadori e rilanciato la casa editrice
che è ritornata nelle librerie, con lo storico simbolo della campana, e gli scritti di Olivetti in una forma 
agile e moderna. Sono usciti "Ai lavoratori", " Democrazia senza partiti ", " Il cammino della comunità ",
" Il mondo che nasce " e a breve " Adriano Olivetti, la biografia ".






Non c'è altro modo  per conoscere a fondo l'imprenditore di Ivrea che leggere i suoi 
scritti. Non bisogna lasciarsi spaventare  dalle introduzioni ai libri affidate a intellettuali
dell'ortodossia di sinistra che ne fanno quasi un paladino del conservatorismo
social - comunista e un difensore della Costituzione " più bella del mondo ".
Dalla viva fonte dei suoi testi  di Olivetti emerge una figura molto più poliedrica e sfaccettata
dell'etichetta di "imprenditore rosso "  che per comodità sia destra che sinistra gli hanno appiccicato.






Olivetti è uno Steve Jobs per la capacità di conquistare il mondo con prodotti innovativi
e con un design rivoluzionario, è un po' Robert Owen per l'utopismo comunitario e la spinta
solidaristica verso gli operai: " L'impresa contrae un debito reciproco con i lavoratori ", scriveva, 
" a causa della fatica che chiede loro. " Per questo motivo gli operai maturano un " risarcimento "
che l'ingegnere di Ivrea ripaga con stabilimenti architettonicamente all'avanguardia: giardini, fontane,
mense, biblioteche e servizi sociali. Fabbriche con ampie finestre per poter guardare il paesaggio
perchè l'operaio non sigilla la sua vita nell'edificio, ma anche per permettere alla comunità di guardare 
nella fabbrica. Gli stabilimenti sono senza recinti, così come i servizi sociali.
Tutto  è concepito per far contaminare la produzione con il territorio, con la Comunità.






Un'idea di società, competizione, solidarietà, capitalismo " in estrema antitesi con quella, 
purtroppo vincente, monopolista e complice della peggiore politica italiana, nata nella vicina 
Torino" come ha sottolineato Luca Negri su "L'Intraprendente".






Anche dal punto di vista urbanistico Ivrea, persino nei periodi di maggior occupazione, non ha subito
un inurbanamento come quello visto a Torino con la Fiat.
Olivetti era terrorizzato dall'inurbanamento e aveva favorito meccanismi che impedissero
lo spopolamento delle campagne. L'ingegnere Adriano da imprenditore guardava al futuro e all'innovazione
ma da pensatore temeva una civiltà industriale che avrebbe negato la spiritualità e distrutto le comunità
tradizionali. " Olivetti ha sempre mantenuto al centro della sua riflessione e della sua attività industriale
l'idea che la fabbrica, i centri produttivi e il progresso siano al servizio della solidarietà e di un 
fine spirituale " , spiega Beniamino De Liguori.






La spiritualità. Un altro aspetto interessantissimo e poco sottolineato della personalità di Olivetti.
Figlio di padre ebreo e madre valdese, cresciuto negli ambienti laici  e azionisti, Adriano si battezza a quasi 50 anni, dopo essersi formato sul personalismo francese di Maritain e facendo dell'identità
cristiana un elemento fondamentale della sua idea  di comunità: " Non si potrà più parlare di divorzio
tra Stato e Chiesa ", scriveva, "cadranno le semplicistiche formule cavouriane o giolittiane della
libera Chiesa in libero Stato ", perchè entrambe si occupano di aspetti inscindibili della vita umana: 
" la soluzione personalista e comunitaria è la sola coerente e soddisfacente ".






Visionario come Jobs, socialista alla Orwen, Olivetti era anche federalista alla Cattaneo,
per quell'idea istituzionale di comunità reali decentrate e autonome, maturata nell'esilio svizzero 
durante il fascismo. " Contro lo Stato non ho bisogno di spendere troppe parole ", scrive Olivetti,
" è troppo lontano fisicamente e moralmente dai nostri problemi e dai nostri interessi".
Schiacciato dalle due Chiese centraliste - lo statalismo comunista e il paternalismo democristiano -
Olivetti mostra anche accenti sturziani e enaudiani: " Diremo al popolo: non eccitate all'odio di classe,
ricadrebbe su di voi", piuttosto " accusate lo Stato e i partiti che preparano false costituzioni in cui
la polizia di Stato vigilerà sulla libertà di stampa e un ingranaggio invisibile prenderà i danari dai
vostri salari, danari che vi saranno restituiti per un decimo solo in servizi sociali mal condotti."






Socialista, comunitarista, sussidiarista, innovatore, urbanista visionario, cattolico alla guida di
un partito laico, federalista, liberista solidale. Olivetti era tutto questo insieme. Molto più originale e poliedrico della figura che una certa " vulgata ", per pigrizia o per convenienza, ha diffuso negli anni.
D'altronde basta guardare la sua biblioteca o il catalogo delle pubblicazioni della sua casa editrice per
capirne la formazione culturale: spiritualisti come Soloviev, radicali come Guglielmo Ferrero ed
 Ernesto Rossi, anticomunisti come Koestler e Ignazio Silone, economisti con visioni opposte  come
Napoleoni e Einaudi, John Kennethh Galbraith e Joseph Shumpeter, e poi Kierkegaard, 
Weil, Munford e Steiner.






Per molti versi Adriano Olivetti rappresenta quello che in Italia la classe dirigente, il capitalismo,
ma anche la cultura socialista dovevano essere e non sono stati.

" Ma noi non siamo qui a celebrare la genialità di un uomo che non c'è più
ma a comprendere la lungimiranza del suo sguardo e l'attualità 
dell'impianto giuridico da dare alle comunità "




( Fotografie dal web )



Vi invito a passare da  Audrey  per conoscere
la storia della famiglia Olivetti



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La chicca di Melinda

L'innovazione di Olivetti nasce da Ravizza.

Giuseppe Ravizza, avvocato novarese, costruisce nel 1846
Il cembalo scrivano, l'antenato della macchina per scrivere che brevetta nel 1855.
Questa macchina usa un meccanismo di stampa che verrà ripreso nelle
prime macchine Remington prodotte industrialmente a partire dal 1874.
Olivetti, sull'idea di questo progetto iniziale, migliora il modo di costruire le macchine
da scrivere, anzi lo rivoluziona.
L'innovazione di Olivetti nasce da Pascal.
Blaise Pascal crea nel 1642 la prima calcolatrice automatica, la pascalina.
Sulla sua idea, Olivetti rinnova le calcolatrici.
Perciò diciamo: grazie Giuseppe, grazie Blaise, grazie Adriano!



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Il wallpaper di Xavier























27 commenti:

  1. Ciao Antonella,
    come ti ho già detto telefonicamente, dopo aver letto questo bellissimo post, hai fatto un gran bel lavoro che ho apprezzato moltissimo sia per come hai esposto il tutto, sia per quello che hai raccontato del grande Adriano (hai fatto conoscere a tanti altri lati importanti di lui, grazie!!!). Ma ti devo ringraziare soprattutto per aver avuto l'idea di usare fatterellando per questo post facendomi un grande regalo sai quanto amo la storia della famiglia Olivetti e le loro ideologie.
    Grazie anche a Xavier e Melinda che con la loro collaborazione, come sempre, hanno regalato una marcia in più hai nostri post.
    Un abbraccione e buona giornata ;*
    speriamo bene!!!!

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    1. Ciao Audrey, per prima cosa mi unisco al tuo ringraziamento a Melinda e Xavier che son sempre nostri preziosi collaboratori.

      Sono contenta che siamo riuscite a realizzare questo fatterello, mi spiace sol che ho fatto fare a te e agli altri una corsa contro il tempo..
      Come ho già scritto da te questi sono gli uomini che hanno fatto l'Italia grande ed è di uomini così che oggi l'Italia avrebbe un gran bisogno.

      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  2. Aldilà della tecnoligia e dell'innovazione apportate da questo ingegnere, concordo nel suo principio imprenditoriale in cui " L'impresa contrae un debito reciproco con i lavoratori " è un corretto modus operandi che a parer mio è stato dimenticato.
    Al giorno d'oggi, se ti assumo tu devi ringraziarmi solo perchè ti sto offrendo un lavoro.
    Mi è piaciuto questo racconto Antonella, specie perchè ora abito nei pressi di Ivrea ed è importante conoscere la storia del territorio circostante.
    A presto

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    1. Ciao Betty, grazie, sono contenta che tu abbia apprezzato questo ritratto del grande imprenditore.

      I suoi principi sono tutt'ora i principi che ogni grande imprenditore dovrebbe adottare e il suo amore per il territorio mi ha affascinata.

      A presto, buon pomeriggio.
      Antonella

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  3. Ciao Anto,
    scusa il ritardo ma hoa vuto un pò da fare.
    Bella questa tua parte del fattarello, mi è piaciuto molto il modo in cui hai presentato questo personaggio che in fondo ha rivoluzionato un pò anche il nostro paese!
    Un bacione

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    1. Grazie Melinda e grazie anche per la tua interessante chicca.

      Olivetti è stato davvero un grande imprenditore e non mi stancherò di ripetere che è di gente come lui che l'Italia avrebbe bisogno.

      Un bacione.
      Antonella

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  4. Meraviglioso, molto interessante la storia di questa grande macchina da scrivere!

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    1. Grazie Levi, è una grande storia italiana...

      Un abbraccio.
      Antonella

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  5. Jobs e Olivetti sono stati dei precursori dei loro tempi, hanno visto lontano e hanno creato qualcosa di innovativo, di diverso che ha cambiato le nostre prospettive.
    Bello questo post, un abbraccio :)

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    1. Grazie Xavier, mi fa piacere che tu lo abbia apprezzato e ancora grazie per il meraviglioso wall.

      Due grandi uomini, che hanno saputo vedere oltre e hanno cambiato anche il nostro modo di vedere e intendere le cose.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Che grandi personaggi!
    Due menti eccelse ed innovative, ma anche tanti valori umani e progressisti.
    Da non perdere in tv la fiction sugli Olivetti, con il bravo Luca Zingaretti.

    Interessante la vostra iniziativa!

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    1. Ciao, grazie! Davvero due menti superiori , due personalità ricche di valori...persone che avevano ricostruito un Italia sana mentre a pochi km, a Torino, con la Fiat si iniziava lo sfascio dell'Italia.

      Il film,per il momento senza infamia e senza lode, mi aspettavo qualche cosa di più...staremo a vedere sta sera.

      Ciao, buona giornata.
      Antonella

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    2. No scusate la fiction non si poteva guardare.. vi prego.. giusto in Italia si poteva arrivare a tanta bassezza.

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  7. Ti riporto il mio commento che ho lasciato da Audrey.

    Brava, Antonella.

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    1. Ciao Gianna, sono andata a leggere da Audrey...

      Ti ringrazio tanto per aver apprezzato questo Fatterellando.

      Buona giornata.
      Antonella

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  8. Ciao Antonella sono appena passata da Audrey e come ho detto da lei ho appena visto su Rai1 proprio la storia (forse un po' romanzata) di Antonio Olivetti, quindi apprezzo ancora di più questo vostro fatterello. Jobs e Olivetti precursori lungimiranti che hanno fatto molto per l'innovazione aprendoci nuove prospettive....purtroppo però, mi pare che oggi si stia un po' perdendo l'idea che aveva Olivetti di portare avanti un'impresa cito"L'impresa contrae un debito reciproco con i lavoratori" il rispetto dei valori... l'attenzione ai problemi sociali....dove si sono persi?
    Ti ringrazio, hai fatto un ottimo lavoro, ha reso bene la figura di questo uomo.
    Buona notte, Stefania

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    1. Ciao Stefania...già c'è da chiedersi dove si sono persi i grandi valori per cui Olivetti si era tanto impegnato...l'idea del debito reciproco con i lavoratori mi affascina purtroppo l'Italia si è persa in altre strade.

      Il film per il momento mi ha lasciata un po' freddina...vedremo sta sera!

      Ti ringrazio per il commento davvero bello.

      Ti auguro una buona giornata.
      Antonella

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  9. Che uomo! Ultimamente sto imparando diverse cose sulla figura di Olivetti e penso sempre più che fosse un grande. Un post davvero interessante! Non avevo mai riflettuto che la macchina da scrivere potesse derivare dalla calcolatrice...ciao!!

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    1. Hai ragione, uomini come non ce ne sono più e di cui avremmo tanto bisogno. Una figura di cui si è sempre parlato pochissimo e che invece andrebbe portata come esempio per tutti.

      Scusami se non sono tanto presente da te ma ho problemi grossi con il pc e con questo portatile faccio molta fatica.

      Un abbraccio.
      Antonella

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  10. Bellissimo questo post che hai creato su Olivetti, un uomo così importante che è davvero un peccato che venga ricordato così poco.
    Il wallpaper di Xavier è sempre bellissimo: bravi tutti e quattro, siete una bella squadra!
    Un abbraccio

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    1. Avete ragione lavoriamo bene insieme e siamo sempre in sintonia...è una cosa che mi piace.

      Un uomo come ce ne sono stati pochi ma praticamente dimenticato...è davvero un grande peccato.

      Chiedo scusa anche a vi se in questi giorni sarò poco presente sul vostro blog ma ho avuto grossi problemi al pc e con questo portatile faccio molta fatica, spero di risolvere in fretta.

      Un abbraccio zamposo
      Antonella

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  11. Sicuramente aveva molto più valori rispetto a chi delocalizza e sfrutta la manodopera.
    Saluti a presto.

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    1. Io lo considero un grande uomo...e sono abbastanza vecchia da ricordare il grande benessere che c'era ad Ivrea e in tutta la zona all'epoca.

      Un saluto e buona serata.
      Antonella

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  12. Come ho già lasciato scritto dall'amica Audrey siete davvero bravissime, avete realizzato un post bellissimo e interessante!
    Siete grandiose, un ottimo lavoro!
    Un abbraccio e buona giornata da Beatris

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    1. Ciao Beatris, grazie, sono felice che questo post ti sia piaciuto...lui è stato davvero un grande uomo...peccato che nessuno dei nostri imprenditori abbia seguito le sue orme.

      Un abbraccio
      Antonella

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  13. Bellissima questa analisi di Adriano uomo e manager, un imprenditore di grande talento ed umanità. come pochi ne abbiamo avuti.

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  14. Ciao Ambra, sono molto contenta che hai letto questo post, ci tenevo a conoscere il tuo pensiero in merito e mi spiaceva non averti vista.

    Un grandissimo uomo, un grandissimo imprenditore che ancora oggi dovrebbe rappresentare un esempio.

    Ti auguro una buona serata, a presto.
    Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")