giovedì 22 settembre 2016

Robert Redford: grande artista, grande uomo.





In Come eravamo di Sidney Pollak, del 1973,, Redford è uno studente che scrive un racconto. L'incipit " Egli era come la nazione in cui viveva, aveva avuto tutto troppo facilmente. " E' una definizione che gli si addice ma che non deriva da un privilegio di nascita, perchè la sua era una famiglia modesta, ma dal talento quando si sposa con l'intelligenza. Una chimica che, bene applicata, ti fa correre veloce.








Fra le esperienze giovanili, diciamo formative, di Robert ( che ha festeggiato gli 80'anni 
il 18 agosto, periodo in cui il blog era in pausa, ragione per cui gli dedico oggi il mio tributo ) c'è una permanenza in Italia e una in Francia. Se in questi posti stai attento, ti guardi in giro, e sai vedere e ascoltare, hai sicuramente assunto anche una piccola parte di quelle culture che fanno di te un americano diverso, quando te ne torni in California.









Poi c'è la professione, abbastanza conforme al percorso dei divi: un po' di teatro, di televisione, certo di qualità, come la serie di Perry Mason e Alfred Hichcock. E poi il cinema: dopo un paio di piccoli ruoli Redford ne copre uno importante ne La caccia, dove si confronta, senza sfigurare, con Marlom Brando, e dove incontra Jane Fonda, che sarà sua partner in A piedi nudi nel parco, il film che gli farà fare il salto di qualità. E' un ruolo leggero e Redford aspira a ben altro.









Che arriva. Trattasi di Butch Cassidy, il western di Roy Hill, dove se la gioca ( quasi ) alla pari con Paul Newman.









E' il 1969 e Robert ha 33 anni. E ormai è nel cartello dei divi, quelli che vai a vedere comunque, senza prestare attenzione al titolo del film. Il suo personaggio si consolida nei primi anni settanta quando è presente in tre capolavori:
Come eravamo









Il Grande Gatsby









La stangata









E così l'attore assurge alla parte alta del cartello. Dove lo spazio contiene tre o quattro nomi, non di più.Diventa indispensabile, a questo punto, appuntarsi sulla divisa da cineasta la medaglia dell'Oscar. Che arriva, in un certo senso anomala, perchè Redford se la vede attribuire per Gente comune sua prima firma da regista nel 1980.









Adesso, consolidata la posizione di artista, occorre avanzare, impegnarsi nella cultura e nel sociale, fare qualche cosa dal vivo e non soltanto dallo schermo. Redford diventa uno dei grandi modelli progressisti, un democratico avanzato, di sinistra tattile, con molti amici e qualche nemico. Guarda ai diritti civili, all'ecologia, alle etnie e ai giovani.









Investe tanto denaro a perdere fondando il Sundance Intitute, che ha sostenuto, e sostiene, il cinema indipendente offrendo la possibilità di emergere ad autori come Jim Jarmusch, Steve Soderbergh e allo stesso Tarantino.









Assunta dunque una profonda consapevolezza sociale Redford si impegnerò quasi sempre in ruoli in quel senso. In Tutti gli uomini del Presidente è Bob Woodward, il giornalista che con Carl Bernstein scoperchiò gli intrighi del Watergate.









Ne I tre giorni del condor si pone contro l'ambiguità e la prepotenza della Cia.









Nel Cavaliere elettrico libera fra le montagne un purosangue sfruttato da una multinazionale del cibo.









In Quiz show smaschera le pratiche corrotte di una certa televisione. Dunque impegno e denuncia, continui. Grande artista, grande uomo.









Se dalle sue performance devo estrarne immediatamente una dalla memoria ( a parte il Grande Gatsby, di cui ho già parlato a lungo in altro post ) ne scelgo una che non lo rappresenta come soggetto sociale, ma romantico. Il film è Havana, opera perfetta, perchè tutto contiene: la politica, la Storia, l'avventura e il sentimento. Fine anno 1959 Castro sta per arrivare e Cuba lo sa: lo sanno i turisti, i contadini, i militari, il popolo tutto e lo sa il dittatore Batista. Redford è un giocatore, si innamora di un'americana ( Lena Olin ) che è a Cuba per fare la rivoluzione.








Quando tutto sta per esplodere e occorre lasciare l'isola i due si affrontano. Lei è tutta impegno, ideali e sacrificio, lui è un borghese pragmatico, pensa a se stesso. Lei porta i suoi argomenti da pasionaria. Lui le dice " Vuoi cambiare il mondo? Cambia il mio. " E lei cede. L'amore vale la rivoluzione, anzi la supera. Certo, se c'è di mezzo Robert Redford!









Una digressione ad inquadrarlo storicamente. Credo che rappresenti come nessuno le ultime epoche del cinema. Così come un Gary Cooper segnava la prima età dell'oro: modello felice e affidabile che si prese carico nei suoi ruoli di ridare speranza ad una nazione devastata dalla crisi del '29. Il cinema di Roosevelt. E poi Paul Newman, l'attore del cambiamento, del dopo guerra, il ribelle della presa di coscienza di una società destinata, anche a soffrire. E' lui che ha passato il testimone a Redford, che ha colto quell'eredità aggiornandola.

































Nessuno, come questi tre ha agito da esempio
e da identificatore. E volendo cercare un erede credo...ci si perda. Io, per lo meno non riesco a rintracciarlo. Qualche nome? Clooney, Deep, Cruise, Pitt, Di Caprio. No, Redford è un'altra cosa.





( Immagini dal web )

5 commenti:

  1. Secondo me dovrebbe cambiare dentista.

    Anche io su Velarossa avevo parlato di "Come eravamo"
    Essere belli aiuta ma dopo devi dimostrare che ci sai anche fare
    perchè di belli e stupidi ce n'è parecchi in giro.
    Ciao Anto.

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    1. Eh sì, belli e stupidi ce ne sono tanti in giro e mi sembra che siano sempre più in aumento. Redford però...
      Ciao, buona giornata.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    finalmente leggo il tuo post e scopri qualcosa in più su questo attore che hai amato e che ha conquistato tante generazioni. Io , come sai, lo conosco poco anche se ho sempre pensato fosse un uomo affascinante. Un grande tributo il tuo in suo ricordo. baci e buona giornata

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    1. ciao, sai bene che mi è sempre piaciuto tanto e i suoi ottant'anni sono stati l'occasione per scrivere un po' di lui.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Antonella, sono felice di tornare a leggere i tuoi bei post.
    Ti confesso che, Robert Redford è uno dei miei attori preferiti, non scorderò mai il film stupendo:"La mia Africa " con protagonista femminile Meryl Streep. E come non parlare de "L'uomo che sussurrava ai cavalli". Grazie Antonella, spero tu stia bene ora. Un abbraccio.♥
    Dani

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")