martedì 9 febbraio 2016

Milano: Giotto l'Italia






Si è chiusa il 10 gennaio scorso la spettacolare mostra Giotto l'Italia
che abbiamo avuto modo di visitare durante un fine settimana autunnale nella " mia "
splendida Milano. Anche se ormai chiusa vale la pena di spendere due parole per illustrarla.











Incerta la sua data di nascita, a Colle  di Vespignano, da una famiglia di contadini, che poi si trasferisce a Firenze. Si crede abbia studiato presso la bottega di Cimabue, al quale lo legano numerosi  riferimenti stilistici.
Il Vasari racconta che Giotto era capace di disegnare una perfetta circonferenza senza bisogno del compasso e narra di come Cimabue abbia scoperto la sua bravura mentre tracciava lo schizzo di alcune pecore con del carbone su di un sasso.









E poi lo scherzo del Trompe d'oeil che il giovane compie nei confronti del maestro: dipinge una mosca così vera su una tavola che Cimabue si trova a tentare di scacciarla. A quel punto Giotto è pronto per la gloria. Scardinando gli stilismi bizantini, fatti di ieratica compostezza, riscopre un realismo che torna ai classici: le figure sono descritte dal punto di vista fisico e psicologico, calate nello spazio che si presenta che si presenta tramite una prospettiva intuitiva.









Volume e colore suggellano le composizioni, aprendo le porte all'Umanesimo. Nella sua profonda modernità, l'artista comincia un processo di laicizzazione delle immagini sacre, che appaiono più vive ed umane.









La sua influenza sull'arte italiana a lui contemporanea e successiva è decisiva, tanto da rappresentare uno spartiacque nella storia dell'Arte. Tuttavia, resta un'incertezza sul suo lavoro di architetto. Il Vasari lo indica come " pittore, scultore,et architetto " accennando a vari progetti di edifici, ma è solo dal 1963 che si è tentato di sistemare criticamente questo aspetto e basandosi sul presupposto che le frequenti architetture dipinte nelle sue opere potessero essere idee di edifici reali, si è cercato di trovare le caratteristiche stilistiche di possibili bozzetti di Giotto, il suo nome è legato soprattutto al campanile di Santa Maria del Fiore a Firenze..









Il titolo della mostra a Palazzo Reale sottolinea il viaggio di Giotto attraverso il nostro Paese per portare a termine le opere pittoriche commissionate: Firenze, Assisi, Padova, Roma, Bologna e Milano.
Peccato manchi il lavoro di Napoli.













Dalle prime prove giovanili, quali il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e l'altra Maestà della Vergine da San Giorgio alla Costa si passa al Polittico Stefaneschi, dipinto per l'altare maggiore della basilica di San Pietro a Roma, fino agli ultimi lavori come il polittico Baroncelli della Cappella di Santa Croce a Firenze, dedicato all'incoronazione della Vergine attorniata dalla gloria di Angeli e Santi, in una profusione d'oro e di personaggi ben caratterizzati nei volti e nelle espressioni.




















La tavola è eccezionalmente ricongiunta alla sua cuspide, raffigurante il Padre Eterno e proveniente dal museo di San Diego.









In totale l'esposizione accoglie 14 pezzi, che costituiscono prestiti formidabili, mai raccolti prima in un'unica esposizione e mai ammirati a Milano. Significativa anche la scelta di Mario Bellini per l'allestimento, scuro e minimale, che allude idealmente agli affreschi nel Palazzo di Azzone Visconti, eseguiti da Giotto, la sua ultima opera, di cui oggi purtroppo non resta più nulla.











La mostra, che si è chiusa in questo mese di gennaio, condotta con impareggiabile rigore scientifico, offre anche la possibilità di ammirare da vicinissimo i dipinti murali realizzati per la Cappella Peruzzi di Santa Croce a Firenze, sottoposto  a nuove indagini con riprese fotografiche ad ultravioletto.

























( Fotografie dal web )

6 commenti:

  1. Bel post Antonella complimenti.
    Un abbraccio
    Maurizio

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    1. Grazie Maurizio, è sempre un piacere incontrarti.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  2. Sono di un'eleganza ed una bellezza quasi spirituali le opere di Giotto. Un irrefrenabile atto di creazione. Forme morbide, dolci, si può presumere che tale fosse il carattere del pittore. I suoi dipinti sono scene di una ricchezza e di una complessità ineguagliabili e talmente realistiche da sentirti dentro il quadro.

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    1. Ciao Ambra che bella analisi che hai fatto. E' vero, le sue figure emanano dolcezza e coinvolgono completamente chi le osserva. Hai visitato la mostra? A mio parere è stata splendida e le opere valorizzate in modo spettacolare.
      Ti auguro una felice serata.
      Antonella

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  3. La tua vetrina,cara Antonella, non finisce mai di stupirci!!!
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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    1. Grazie Tomaso, sei veramente gentile!
      Un abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")