giovedì 14 gennaio 2016

David Bowie, " I'm a blackstar "





Star di assoluta grandezza e personaggio seminale della musica moderna, David Bowie ( David Robert Jones ) è stato l'emblema del pop recitato, il principe dell'ambiguità, anche solo nello sguardo, con
quell'occhio azzurro e l'altro viola paralizzato dopo un incidente in tenera età.









Nato musicalmente con il jazz, è morto dopo esserci tornato, al jazz: a scuola, in quell'Inghilterra post bellica degli anni 50, lo studente David ha amato la Beat generation, imparando a suonare il sax all'ombra di 
Terry, il fratello che lo iniziava ai vizi e alle virtù.









Nella tentacolare Swinging London degli anni 60, Bowie intreccia una relazione con l'attore
Lindsay Kemp ( " Lin mi insegnò a muovermi sul palco..." , disse ) dando vita al 
capolavoro  Space Oddity ( 1969) brano coverizzato in " Ragazzo solo, ragazza sola " dove David canta in italiano e sembra Mal.









E', quello, l'inizio di una carriera fiammeggiante, alla continua ricerca di una dimensione
artistica variopinta: con la complicità di Brian Eno, il novello Duca Bianco caracolla
tra album futuristici ( Ziggy Stardust )  e la cocaina.









La prima moglie Angela dà alla luce Zowie, ma papà David, divenuto buddista, si trasferisce
in Germania dove, dal 1976 al 79, realizza la " Trilogia di Berlino ", insieme a Eno e a Iggy Pop:
Low,  l'esiziale Heroes e Lodger.









Quella a cavallo tra gli anni 70 e gli 80 rimane una stagione intensa e foconda per Bowie, innervata da esperienze cinematografiche ( L'uomo che caddè sulla terra e gigolò ) e mutamenti di stile, quasi un Picasso delle 7 note.








Esplora le raffinatezze disco di  Let's Dance e China Girl, i tour - montre, i Tin Maschine e dà vita ad un duetto gay - friendly con Mick Jagger sulle note di Dancing in the street.









Negli anni successivi ogni uscita del Duca Bianco ha portato a visioni destinate a fare scuola:
nelle sonorità,nella tecnologia, nelle scenografie.









Perfino nei preconici testi del suo brano d'addio Lazarus dove canta:
" Non ho nulla da perdere. Tutti mi conoscono ora. Posso essere libero..."









Libero per un lungo addio che ci ha portato via questo pilastro del pop
Lo Starman che manca alla musica di oggi.








Nell'ultimo album l'addio e l'annuncio della resurrezione


" Guardate qui su / Sono in Paradiso " queste sono le strofe iniziali di Lazarus, il secondo singolo estratto 
dall'ultimo album di David Bowie, Blackstar. Riletti oggi, dopo aver appreso della morte del cantante
quei versi acquistano un significato diverso, così come l'intero disco.









Bowie è stato un performer totale: mimo, ballerino, interprete intellettuale colto
innamorato del Futurismo italiano e sapiente innovatore sempre in linea con le tendenze artistiche,
dalla video arte alla body performance.









Un uomo così non poteva certo lasciare la sua dipartita all'anonimato di ricordi sbiaditi o
di ascolti postumi di album sbrindellati. Sapeva che la fine era vicina ed ha organizzato la sua ultima,
impeccabile, messa in scena nei due memorabili videoclip realizzati per l'occasione.









In Lazarus è coperto di bende, disteso su un letto bianco, immerso in un ambiente cupo da ospedale pschiatrico ( forse un riferimento al fratellastro, malato di schizofrenia e morto suicida ). 
Intento a scribacchiare in modo nevrotico su un taccuino, mentre un sax crepita in sottofondo.
David confessa di " essere libero, proprio come un passero blu ".








Il suo storico collaboratore, il produttore Tony Visconti, ha detto che Blackstar era nelle intenzioni
di Bowie il suo canto del cigno,
da lasciare ai posteri dopo aver combattuto in privato per 18 mesi la battaglia contro la malattia..









" Non sono una pop star sono una stella nera " 
canta nella title - trace, 10 minuti di avanguardia pura che nulla concedono alle avances mainstream 
del mercato. Qui la fotografia è fredda, parte dell'ambientazione è lunare, il maggiore Tom di Space Oddity 
( che nel 69 fluttuava in sospensione con in mente le potenti immagini di 2001 Odissea nello Spazio)
 è un teschio abbandonato ricoperto di gemme preziose, c'è un viso pallido dallo sguardo
triste alle sue spalle ( ricordo dei giorni spesi alla corte del mimo Lindsay Kemo ), Bowie balla
disarticolato e ripete come un mantra " I'm a blackstar, i'm a blackstar"









Vuole dirci che non è eterno, anche se l'abbiamo creduto tutti in questi anni, ha concentrato
nella canzone ( e nel disco ) la sua vita senza indugiare in sentimentalismi, nessuna nozione
didascalica, piuttosto pennellate stranianti che compongono un quadro all'indomani della sua morte.









" Cenere alla cenere " cantava in una celebre canzone del 1980, ma non prima di aver messo in piedi un ultimo, grande show.








L'ho amato tantissimo, è stato con i Pink Floyd, Santana e i Pooh la colonna sonora
della mia giovinezza e di un periodo bellissimo e intenso della mia vita. Ancora oggi mi piace stendermi sul divano ed ascoltare in silenzio qualche suo vecchio album...
Ciao Eroe e grazie per i bei momenti che la tua musica mi ha regalato!





( Immagini dal web )
( Fonti Leonardo Iannacci e Barbara Tomasino )

2 commenti:

  1. Cara Antonella, il destino ce lo ha portato via, troppo presto.
    Di lui ci rimangono tutti i suoi ricordi che nessuno lo dimenticherà mai!!!
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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  2. E' mancata una voce bellissima e un grande artista, mi dispiace molto.
    Ciao Antonella,un abbraccio.
    Dani

    RispondiElimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")