lunedì 20 luglio 2015

A un passo dal cielo: Riva Valdobbia, Alagna e le case Walser





La scorsa settimana abbiamo festeggiato il nostro 31esimo anno di matrimonio,
a causa del grande caldo e del tasso d'umidità insopportabile abbiamo pensato di rinunciare
al nostro progetto iniziale, che realizzeremo in autunno, e abbiamo optato per
una rasserenante giornata in montagna ai piedi del Monte Rosa ( C'è da chiedersi
cosa ci sia passato per la testa quando abbiamo deciso di sposarci nel mese di luglio il mese
più caldo e odioso del calendario...ma forse trent'anni fa il caldo non era così " angosciante " come oggi )







 In Piemonte, alle pendici del Monte Rosa, dove la vegetazione intatta è oltremodo arrichita dalla copiosità e dalla limpidezza delle acque cristalline del fiume Sesia e del torrente Vogna, sorge Riva Valdobbia.
La nascita del paese viene fatta risalire al XIII secolo ed il primo insediamento è di origine Walser,
una popolazione di origine germanica che in quel periodo varcò le Alpi e giunse in Piemonte e Valle d’Aosta. L’antico nome del paese era Presmell o Pietre Gemelle, dovuto al fatto che sulla via per arrivare al villaggio si incontravano due pietre molto simili.
In seguito prese l’attuale nome, Riva o Ripa, perchè il paese sorge su un’altura; Valdobbia, secondo l’opinione prevalente, deriva da Verdobi, una frazione di Gressoney St. Jean che diede il nome al colle che collega Riva con il comune valdostano.







Tra le due valli si creò ben presto un flusso migratorio di viandanti in cerca di lavoro così che, data la lunghezza del percorso, alla fine del ‘700 si avviò la costruzione dell’Ospizio Sottile come posto di sosta.
 La chiesa che si trova nei suoi pressi è la più alta d’Europa, sita a 2479m.
Nel 1326 si costituì la Parrocchia di Riva, con la separazione da quella di Scopa. La più antica casa in legno del paese porta incisa la data 1365 ed il legno usato per la costruzione è il “Pinus Cembra”, una conifera quasi scomparsa nella valle, testimonianza dell’antichità del paese.
 Oggi Riva fa parte della Comunità Montana Valsesia e dell’area a minoranza lingiustica Walser.
























Nel 1326 Riva Valdobbia ottenne l'indipendenza parrocchiale separandosi da Scopa da cui aveva dipeso fino ad allora. L'attuale chiesa era in origine la cappella del cimitero dedicata a Santa Maria costruita nel 1473. L'esterno colpisce per le due torri campanarie e per il grandioso affresco sulla facciata raffigurante il "Giudizio Universale e San Cristoforo" opera di Melchiorre d'Henricis di Alagna (fratello del Tanzio da Varallo), che lo terminò nel 1597. L'antica parrocchiale si trovava vicino al torrente Vogna e venne distrutta da una piena nel 1640. I rivesi pensarono allora di trasferire la chiesa in una zona più protetta e scelsero di trasformare la cappella cimiteriale, in chiesa parrocchiale.








La rappresentazione del Giudizio universale aveva l'intento di ammonire i fedeli, ed era una rappresentazione abbastanza comune sulle controfacciate delle chiese. La particolarità di quello di Riva Valdobbia sta nel fatto che si trovi sulla facciata. La spiegazione può essere ricercata nel fatto che Melchiorre affrescò quella che era la cappella di un cimitero. È quindi probabile che l'intento fosse di impressionare i fedeli, che andavano a far visita ai propri defunti.









Al centro dell'affresco è rappresentato San Michele Arcangelo nell'atto di pesare le anime al momento del giudizio finale. A sinistra il gigante San Cristoforo, patrono della Valsesia e protettore delle zone di confine o di passaggio. La scelta di questa raffigurazione va ricondotta a un preciso motivo: da Riva Valdobbia passa l'antica Via Regia, che collegava alla valle di Gressoney e poi la Francia. Era questo l'itinerario che molti emigranti valsesiani compivano in cerca di lavoro all'estero e passando davanti al San Cristoforo ne chiedevano la protezione.


















A sinistra in basso è rappresentata la “Resurrezione dei morti” e a destra l’inferno con i dannati. Una curiosità è che pare l’autore essersi raffigurato nel volto di un anziano in basso a sinistra. Nel dipinto sono inoltre presenti delle illusioni ottiche. Infatti l’uomo steso in basso a sinistra, a seconda dell’angolazione in cui lo si guarda, sembra muoversi.
Anche il gigantesco San Cristoforo che porta a spalle il Bambino Gesù, produce un illusione ottica. Se si osserva attentamente il suo occhio, si nota che il Santo guarda sempre nella direzione in cui siamo noi.








Un arco in pietra a sesto acuto introduce alla chiesa il cui interno è riccamente arredato e ornato di opere pittoriche e scultoree come: la Fonte Battesimale che si compone di due parti, il cappello in legno e il piede in pietra ollare (risalente probabilmente al XI-XII secolo); l'Assunzione della Vergine affrescata sulla cupola da Carlo Borsetti; il bassorilievo in pietra rappresentante Gesù Crocifisso del maestro lapicida HW; l'arcaica statua quattrocentesca di una Madonna ieratica col bambino e molto altro fanno della chiesa di San Michele una meta importante dell'arte sacra valsesiana.
Sull’arco in pietra posto sopra l’entrata si scorge la scritta “separatio Ripae a Scopa 1326”, che si riferisce alla separazione dalla Parrocchia di Scopa. La Chiesa è monumento nazionale.





















LE CASE WALSER
 I Walser sono, come detto,  un’antica popolazione giunta nell’alta Val Vogna dal Vallese nel 1300.
Questa civiltà ha lasciato testimonianza con molti oggetti e costumi (che ancora oggi vengono usati in alcuni giorni di festa), ma le testimonianze più imponenti sono le case.








Queste abitazioni tipiche sono fatte principalmente di legno e sasso.
 Il fronte presenta i montanti verticali (pedritti) e orizzontali (travi) e tra questi due le griglie
costituite da pertiche orizzontali.








 Solitamente le case erano costruite con quattro piani. Nel piano terra (costruito in pietra) si trova la stalla,
il soggiorno e la cucina, dove non può mancare il forno in pietra ollare, un grande focolare
 e finestre per il fumo oltre a tutti gli attrezzi necessari per la lavorazione del latte.
La cucina e il soggiorno si trovano vicino alla stalla perchè, nei freddi inverni, le bestie, col loro calore, scaldavano le stanze adiacenti.









Il primo e secondo piano hanno pareti a tronchi interi ad incastri ed ampi loggiati con
pertiche orizzontali per l’essicazione dei foraggi. Ci sono delle scale interne sui loggiati e si dividono
in stanze e laboratori. L’ultimo piano ha le pareti con tronchi in modo da favorire il passaggio dell’aria, perchè questa parte della casa è adibita a fienile ed è presente una stanza per la conservazione dei prodotti alimentari. Una parte di pavimentazione è rinforzata per la battitura al coperto dei cereali.








Il tetto è sostenuto da delle potenti capriate, dato che il tetto in piode pesa circa 350 – 400 kg al mq.
Era tradizione scrivere sul trave di colmo la data di costruzione dell’abitazione e mettere una pietra bianca sulla cuspide come simbolo di purezza, in modo da allontanare così gli spiriti maligni.











I servizi igenici erano esterni all’abitazione. Le case costruite dai Walser sono raggruppate in poche unità,
 in modo da sfruttare meglio il territorio e ciascun “paese” aveva la propria fontana, il proprio spazio agricolo, un forno, a volte un mulino, la cappella e un oratorio.












La nostra giornata è stata un vero successo, siamo stati veramente bene 
in compagnia dei nostri due " monelli " che si sono divertiti con capriole e corse
e noi ci siamo goduti questo posto bello e un po' fuori dal tempo











e soprattutto ci siamo fatti inebriare dalla rinfrescante aria del monte Rosa...
ne avevamo proprio bisogno!





















.

post signature

17 commenti:

  1. Buon anniversario di matrimonio. Posto stupendo. Ciao e buona settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Roberta! Sì, questo è proprio un bel posto e poi...dopo tutta l'afa l'aria era freschissima, un Paradiso.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  2. Antonella, che dire? BUON ANNIVERSARIO! Anche se un po' in ritardo
    Complimenti anche per la gita e gli splendidi scatti che ci doni!
    Un bacione
    Monique

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Monique e grazie per gli auguri. Un bel posto ma soprattutto un grande refrigrrio da questo caldo che qui non accenna ad andarsene...
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  3. Anzitutto BUON ANNIVERSARIO !
    Poi la meraviglia di quella stupenda opera d'arte che non ci si aspetterebbe di trovare in un piccolo paese di montagna, e che vado ad ammirare le volte che posso.
    terra di grandi pittori la Valsesia!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Costantino, grazie per gli auguri.
      Hai ragione, chi se lo aspetterebbe in questo piccolo villaggio un affresco del genere? Lascia, davvero, stupefatti e non fa che confermare la grande tradizione pittorica della Valsesia.
      Ciao, buona domenica.
      Antonella

      Elimina
  4. Bellissimi luoghi. Tanti auguri per la ricorrenza.
    Un sorriso per la giornata.
    ^____^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per gli auguri e grazie anche per aver apprezzato i miei luoghi.
      Felice giornata.
      Antonella

      Elimina
  5. Buon anniversario! Il luogo dove hai festeggiato è favoloso!
    A presto .. Dream Teller ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, hai ragione è un bel posto, molto tranquillo e con intorno splendide montagne.
      Antonella

      Elimina
  6. Quanto mi mancavano le tue meravigliose foto!!!! E poi cosa leggo??? 31anni di matrimonio?!!! Anche se in ritardo i miei affetuosissimissimi auguri a voi, e che Dio vi tenga uniti per sempre e vi benedica sempre di più donandovi cuori pieni di gioia e forza anche nei momenti più difficili.
    Un abbraccio grande grande ♥

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vivy, grazie per i tuoi calorosissimi auguri. E già, sono 31 anni...tutta una vita eppure c'è ancora la stessa emozione. Un grande abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  7. Post fantastico per le foto bellissime. Ci sono stata una volta sola ad Alagna, diversi anni fa. Ciao

    RispondiElimina
  8. La chiesetta di Riva Valdobbia è stupenda ! ricordo di averne viste altre con dipinto il Giudizio Universale, sulla facciata. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mirtillo, Hai ragione Riva Valdobbia è molto bella e caratteristica e poi, la facciata di quella chiesa che proprio non te l'aspetti, è uno spettacolo di grande suggestione.
      Un abbraccio.
      Antonella

      Elimina
  9. Paese molto suggestivo, ricco di bellezza e testimone di cultura... come ogni "sasso" in Italia : D buona settimana!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. " Come ogni sasso in Italia "...hai proprio ragione, ovunque si posa lo sguardo c'è qualche tesoro di rara bellezza da scoprire.
      A presto.
      Antonella

      Elimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")