mercoledì 8 ottobre 2014

La storia in cucina: l'aringa di Lenin, il gin di Eltsin, La dieta che distrusse i comunisti.




Lenin era un soggetto nevrastenico con una fragilità cerebrovascolare probabilmente congenita.
Vladimir Ilic Ulijanov era anche debole di stomaco, per cui sua moglie, Nadja Krupskaja, sorvegliava
attentamente che osservasse la dieta. Il che non doveva rappresentare un grande sforzo, in quanto pare che Lenin mangiasse qualsiasi cosa lei gli presentasse davanti







Nel 1916, la coppia viveva in esilio, a Zurigo, e accanto alla loro casa, al numero 14
di Spiegelgasse, c'era il negozio di un macellaio che produceva salsicce.
Vladimir Ilic era talmente talmente disgustato dall'odore che vi proveniva da evitare ogni contatto con i cibi grassi. Per risparmiare i due coniugi cominciarono a mangiare carne di cavallo, anzichè di manzo o pollo.







Il 3 aprile 1917, Lenin giunse a  Pietroburgo, in un vagone piombato, per prepararsi
a guidare l'ormai imminente Rivoluzione di Ottobre. Testimone della partenza del leader bolscevico,
da un binario della stazione di Zurigo, fu il barone tedesco Wernwr Von der Schulenburg,
affascinante figura di letterato, amico di Margherita Scarfatti e cugino del conte 
Friedrich Werner Schulenburg, ambasciatrice del Reich a Mosca negli anni della seconda
guerra mondiale. Quest'ultimo fu coinvolto nell'operazione Valchiria, il tentativo di assassinare
Hitler, fallito il 20 luglio 1944. Il barone Shulenburg, in un raro scritto pressochè sconosciuto,
ci ha lasciato una straordinaria descrizione di Lenin.







Lo incontrò in quell'esordio di primavera del '17, in qualità di attachè dell'addetto
militare dell'ambasciata imperiale tedesca a Berna, per concordare i preparativi della partenza del rivoluzionario russo dal suolo elvetico. L'aristocratico germanico fu invitato da Vladimir Ilic a prendere il tè 
con lui, nella stanza disadorna di un alberghetto di Berna dove il futuro capo del Cremlino alloggiava.
Già il rito borghesissimo del tè pomeridiano contrasta con le costumanze che ci si attenderebbe
di osservare nell'artefice dell'assalto al Palazzo d'Inverno.






Schulenburg, rimase impressionato dalle fattezze fisiche di del tartaro Lenin. da lui
descritto come: " malvagiamente brutto ", tanto da apparire intagliato nel legno grezzo, 
dalla mano esperta di un burattinaio. " Tutta la costituzione del viso partiva dalla bocca.
Non era una bocca, erano delle fauci, era il cratere di un vulcano. Le pieghe profonde dagli angoli della bocca salivano fino alla radice del naso formando con le labbra un triangoli profondo dentro il quale
scendeva appuntita la punta del naso. Al di sotto della bocca si formava un altro triangolo con
due lati dati dal forte mento informe e il pizzetto. Tutto il volto non era cresciuto in modo organico
bensì vulcanico; un cratere vulcanico con due triangoli. Tutto il resto del volto era affilato ma piccolo. Sotto alla fronte bassa scintillavano gli occhi piccoli; incastonati nelle ossa bianche che trasparivano sotto
la pelle grigia; guance vuote e infossate. Era l'immagine dell'Asia "







Con la vittoriosa ascesa alla guida del partito bolscevico e del Consiglio dei Commisari del Popolo
della nascente Unione Sovietica, la salute di Lenin andò progressivamente peggiorando,
anche in ragione del suo disordinato regime alimentare. Non di rado, infatti, totalmente assorbito
dagli affari politici, si dimenticava di mangiare. E, quando se ne ricordava,i suoi pasti consistevano, il
più delle volte, in un'aringa in salamoia, consumata in fretta e furia, con un po' di pane.
Stroncato da un devastante ictus cerebrale, ultimo di una lunga serie, e per questo letale,
Lenin morì il 21 gennaio 1924.







Il suo successore, Josif Stalin, fu assai meno frugale nelle abitudini alimentari.
Grande amante del Khvanchkara, il più popolare dei vini prodotti nella sua terra natale, la Georgia,
Stalin finì per trasformarlo nel protagonista dei brindisi ai banchetti da lui offerti al Cremlino.
Il Khvancchkara fu anche servito al presidente americano Roosevelt, e al premier britannico
Winston Churchill, durante la conferenza di Yalta del 1945.
Stalin amava la frutta esotica, a cominciare dalle banane. Aveva anche un debole per l'ananas.
Ne sra talmente ingordo da proporre a Mao Tse Tung di impiantare in Cina una fabbrica per 
l'inscatolamento del frutto sciroppato.
Il Grande Timoniere, a quanto si racconta, ne fu alquanto infastidito. Gagliardo bevitore di vodka,
il tiranno, specie negli anni del declino, si dedicò a gozzovigliare in compagnia dei suoi ospiti, nelle lunghe nottate al Cremlino. Firmava sentenze di morte piluccando profumati mandarini georgiani.
Ma i troppi brindisi, nelle veglie antelucane, contribuirono a stroncare anche la robusta fibbra
dell'Uomo d'Acciaio.








Bevitore ed ottima forchetta fu anche il rubicondo Nikita Krusciov, sorretto in ciò
dalla sua natura gioviale e conviviale.








Negli anni di Breznev, le cucine del Cremlino sfornavano i grigi menù della " dieta socialista " di un 
perfetto segretario generale. Leonid Breznev, imperatore sovietico dal 1964 all'82, amava la caccia e avrebbe voluto cibarsi esclusivamente di selvaggina. Il dittatore rosso si faceva vedere spesso in cucina.
Con esiti talvolta grotteschi. Quando, la sera, si trovava nella sua dacia, diceva che si mangiava meglio al Cremlino. Poi, l'indomani, a Palazzo, ammetteva che, però, alla dacia cucinavano più saporito.
Negli ultimi anni i gusti di Brevnev, ormai farmacologicamente dipendente, virarono verso le cotolette
e il purè di patate.







La " mensa " del Cremlino seguitò a proporre uguali menù nell'effimera stagione degli ultimi
gerontocretici, Jurj Andropov e Kostantin Cernenko.
Ovunque  e sempre trionfavano spiedini di montone, cavoli stufati, pirogi e pelmeni
siberiani, sorta di ravioloni variamente ripieni.







Con l'avvento dell'era Gorbaciov, la cucina del Cremlino conobbe poche variazioni. Gorby era pronto ad ingollare tutto, non solo metaforicamente. Una volta in Kirgistan gli toccò mangiare un orecchio di montone, mentre, il Giappone, gli furono fatte assaggiare libellule e rane. Lultimo presidente della Russia comunista
prediligeva le ricette semplici, come l'omelette e il kasha, l'insalata di orzo perlato alla russa.
Sua moglie Raissa invece amava il caffè bollito tre volte, fino a formare una leggera superficie cremosa.








Ammainata la bandiera rossa, al Cremlino è la volta di Boris Eltsin. Spariscono le colazioni gorbacioviane 
di kasha per lasciare spazio al whisky e gin con ghiaccio e limone servito al mattino insieme al caffè.
Ma questa è un'altra storia.

( fonte Libero)
( immagini dal web)




                            D'Annunzio esiliato al Vittoriale: orge tra champagne e bergamotti















26 commenti:

  1. Ahahah!! Bellissimo questo post, Anto! Si dice che un uomo si conosce da come mangia...

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    1. Ciao Lella, già...se un uomo si conosce da ciò che mangia...siamo apposto!
      Buon fine settimana, un abbraccio.
      Antonella

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  2. Che bel post! E' stato bello leggere tutte queste curiosità su questi politici famosi! Anche loro avevano le loro debolezze allora! ;) eheheh a presto... Pllysilvia

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    1. Ogni uomo ha le sue debolezze...certo che questi erano proprio " grigi ".
      Buon fine settimana, a presto.
      Antonella

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  3. Menu a seconda della personalità dell'individuo...

    Notizie interessanti, a me sconosciute, Antonella.

    Bacio.

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    1. Ciao Gianna, anch'io trovo interessanti queste notizie...il cibo ci fa capire molto dell'uomo.
      Un abbraccio.
      Antonella

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  4. ..."Ma questa è un'altra storia", per tacer di Putin e del suo ex parigrado italiano!
    La storia parla anche attraverso queste cose.
    Ciao Antonella:-)
    Marilena

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    1. Come ho scritto sopra il cibo ci fa capire tanto dell'uomo...Magari una delle prossime volte prenderò in esame " l'altra storia ".
      Buon fine settimana, un abbraccio.
      Antonella

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  5. E infatti non ci sono più i comunisti (di una volta)!
    Fighissimo conoscere le abitudini -e le manie- alimentari di questi grandi uomini del passato.

    Moz-

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    1. Ciao Moz, anche a me piace questa idea di cercare di capire un po' di più i grandi protagonisti della storia attraverso il cibo...e qui c'è un gran grigiore!
      Un abbraccio.
      Antonella

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  6. Ciao Anto, originalissima questa carrellata di abitudini culinarie di questi protagonisti della storia Russa.
    E Putin...che abitudini ha?.
    Un abbraccio grande.♥
    Dani

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    1. Ciao Daniela...non sono ancora arrivata a Putin e agli altri illustri contemporanei...ma provvederò ( o almeno spero! )
      Un abbraccio e a presto.
      Antonella

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  7. Interessante questo quadro storico visto da un'altra insolita angolazione. Ho letto tutto con piacere, perchè sono cose che spesso non si sanno....Buona giornata a te, Stefania

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    1. Ciao Stefania, grazie, sono contenta che questo punto di vista abbia incontrato il tuo interesse...un modo diverso per rivisitare la storia.
      Buon fine settimana.
      Antonella

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  8. Una storia che sembra surreale, se pensi come era ridotto il popolo da una simile dittatura.
    Lori si potevano permettere tutto!!!
    La storia ci insegna che tutto ha una fine, cara Antonella.
    Tomaso

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    1. Eh sì, caro Tomaso, la storia è grande maestra di vita!
      A presto.
      Antonella

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  9. che excursus culinario !!! post interessante!! Buon fine settimana!

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    1. Grazie Renata, una conoscenza diversa di personaggi molto noti...
      Buon fine settimana anche a te.
      Antonella

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  10. Buon giorno Antonella!
    Interessante questa carrellata di "capi" dell'Unione Sovietica.
    Posto in modo goliardico, ci hai raccontata le loro abitudini culinarie ed anche come li vedevano esteticamente chi li conosceva.
    Mi ha colpito molto la descrizione di Schulenburg riguardo Lenin, lo ha definito "malvagiamente brutto", mamma mia.
    Bellissimo tutto, ciao.

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    1. Ciao Pia, anch'io sono rimasta molto colpita dalla descrizione estetica che Schulenburg fa di Lenin...quel " malvagiamente brutto " fa venire i brividi.
      Grazie, apresto.
      Antonella

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  11. Sempre interessanti i tuoi post!
    Buona giornata carissima Antonella!
    Beatris

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    1. Grazie Beatris, auguro anche a te una buona giornata e un sereno fine settimana.
      Antonella

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  12. Divertentissima questa carrellata. Anche a me ha colpito molto la descrizione che Schulenburg fa di Lenin. Effettivamente quel suo viso parlante ha qualcosa di terribilmente malvagio e, francamente i visi di tutti questi personaggi sono proprio brutti e piuttosto volgari.

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    1. Ciao Ambra, quella descrizione è terribile e alla luce di quello che poi è stato sembra davvero che quel viso irradi malvagità. Tutti quei visi sono volgari e ottusi...mi sembra che contengano nei loro stessi lineamenti un destino...
      Buon fine settimana.
      Antonella

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  13. Questo nuovo appuntamento è stato super, è troppo bello scoprire il dietro le quinte di certi personaggi.
    E poi "siamo quello che mangiamo" ahuahuahuahua
    un abbraccio

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    1. Ciao Audrey, sono contenta che ti sia piaciuto...quante cose si capiscono sugli uomini osservando ciò che mangiano!
      Un abbraccio.
      Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")