mercoledì 8 maggio 2013

La pianista ortodossa che sfidò persino Stalin




Settant'anni fa, il 2 maggio, Josif Vissarionovic " Stalin " Djugashviki
ascoltava la radio secondo un'abitudine consolidata.
In attesa del notiziario serale,
venne trasmesso il Concerto per Pianoforte e Orchestra
in La Maggiore K488
di Wolfgang Amadeus Mozart.
Alla tastiera c'era una pianista moscovita.
Marija  Veniaminovna Juduna, che all'epoca aveva 44 anni.





Stalin rimase estasiato dall'ascolto e tramite il suo segretario
personale ordinò di acquistare il disco all'istante.
Ma il disco non c'era,
poichè il concerto si era svolto in diretta presso gli studi
di Radio Mosca.
Questione irrilevante dal momento che Stalin
voleva la registrazione senza se e senza ma.
Formata in tutta fretta un'orchestra,
chiamato un direttore e svegliata in piena notte la Judina,
presso una sala incisione abitualmente usata dall' orchestra dell'Armata Rossa,
il concerto di Mozart venne riproposto,
il disco confezionato in pochi esemplari e immediatamente recapitato 
all'illustre ammiratore.
I pochi presenti riferiscono che Stalin nel riascoltare la composizione 
si fosse commosso fino alle lacrime.






Alcuni giorni dopo Marija si vide recapitare una busta che ,
oltre ad avere un biglietto di ringraziamento da parte del segratario
conteneva anche 20.000 rubli,
una cifra notevole nel 1943. L Judina prese i soldi e scrisse, 
di suo pugno, una risposta a Stalin per ringraziarlo, ma anche
per avvertire che la somma sarebbe stata destinata al restauro di una chiesa
dove lei era solita andare a pregare e che in futuro avrebbe pregato
anche per lui, nella speranza che il buon Dio lo perdonasse
di tutti i suoi gravi peccati contro il popolo e la nazione russa.






Cioè, una assoluta autocondanna a morte che invece
non le procurò alcun effetto coercitivo.
Evento miracoloso considerato che per molto, molto meno,
Stalin era solito far sopprimere i suoi detrattori.
anche presunti.






Allontanata dal Conservatorio di Leningrado ( allora Pietrogrado )
perchè nel 1920 si era fatta battezzare presso la locale chiesa ortodossa,
Marija raggiunse Mosca con le sole due cose di cui
non poteva fare a meno: la musica e la fede.
Rinomata per la sua capacità di pianista virtuosa e per la bellezza 
del suono, già a 12 anni aveva strabiliato il pubblico presente
durante un concerto nell'allora San Pietroburgo.





Personaggi divenuti famosi anche all'estero, quali Richter, Shostakovic 
e Prokofiev, avevano grande ammirazione per la Judina,
che però in occidente rimase quasi sconosciuta.
Amica di Boris Pasternak e della poetessa Marina Cvetaeva,
 ebbe alcune convocazioni nei distretti di polizia
per le frequentazioni con i dissidenti, ma riuscì sempre ad evitare 
provvedimenti restrittivi nei suoi confronti.






Il giorno della morte di Stalin, il 5 marzo 1953,
alcuni dignitari dissero che sul giradischi ci fosse il microsolco
di Marija.
Morì a Mosca il 19 novembre 1970,
sola, povera, e dimenticata da tutti.





( Sergio De Benedetti, Libero del 5 maggio 2013 )
( fotografie dal web )















10 commenti:

  1. Complimenti per il post al solito, molto interessante!!
    Buona giornata !

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    1. Grazie Renata, sono contenta che ti sia piaciuto...un'altra grande donna.
      Antonella

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  2. Ciao Antonella,
    che donna e che coraggio, Stalin avrebbe davvero potuto ucciderla dopo aver letto quelle parole, però ha fatto benissimo. Mi spiace solo che sia morta sola e dimenticata da tutti.
    Un abbraccio

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    1. Un grandissimo coraggio, una grande donna che non ha piegato la testa davanti a niente correndo anche grandissimi rischi.
      Ciao, un abbraccio.
      Antonella

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  3. Ciao Anto,
    ammetto che non conoscevo la storia di questa donna e leggerla è stato bellissimo, specie perchè della storia della Russia ancora si conosce poco.
    Mi ha stupito la sua forza e anche la sua profonda fede che l'hanno portata a fare scelte di vita davvero ammirevoli e anche molto sofferte.
    La sua fine mi ricorda quella di altri grandi artisti, ad esempio Beethoven, che alla fine sono morti soli ma fedeli alla loro vita.
    Un bacione e grazie per il post :-)

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    1. E' vero tantissimi grandi artisti muoiono poveri e dimenticati da tutti.
      Una donna con una straordinaria forza morale e, mi permetto di dire, anche di grandissima fede.
      Una bellissima figura femminile.
      Ciao, un bacione.
      Antonella

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  4. La solitudine è il prezzo che deve pagare chi non si omologa alla massa e al potere. La storia di questa donna è straordinaria, ha portato avanti le idee in cui credeva con grande coraggio visto il periodo in cui è vissuta, Stalin spediva nei gulag chiunque riteneva scomodo o nemico del partito... Mi viene da paragonarla a due donne che io ritengo davvero fuori da comune e che come lei non si sono mai piegate: Alda Merini e Oriana Fallaci.
    un abbraccio :)

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    1. Ciao Xavier, molto bello il tuo paragone con la Merini e la Fallaci, donne forti, che non si sono piegate davanti a niente e a nessuno. Queste sono le donne che le ragazze di oggi dovrebbero conoscere ed avere come esempio. Purtroppo il più delle volte non è così.
      Ciao, un grande abbraccio e un bacione.
      Antonella

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  5. Bello, mi è piaciuto molto leggere le notizie che riporti su questa pianista che non conoscevo.. Una donna, apprendo da questo post veramente straordinaria, piena di talento. Sfidare un personaggio come Stalin..non è stata cosa da poco, veramente coraggiosa. Mi piace quello che dice Xavier, il paragone che ne ha fatto, anch'io ho pensato la stessa cosa. Un personaggio scomodo.. che ha pagato il prezzo con la solitudine.
    Ciao Stefania

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  6. Ciao Stefania, anch'io non la conoscevo, ho letto di lei nell'articolo del bravissimo De Benedetti e ne sono rimasta rapita, una donna con un coraggio eccezionale per tenere testa a un personaggio del genere.
    Xavier, come sa fare lui, ancora una volta ha colto nel segno, è veramente un ragazzo in gamba.
    Ciao, buona serata.
    Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")