giovedì 9 maggio 2013

I sette peccati di Hollywood, Oriana Fallaci




E' il 9 gennaio 1956 quando Oriana Fallaci, inviata de "L'Europeo"  giunge
 a Hollywood per affrontare l'impresa che l'ha condotta in America: 
intervistare Marilyn Monroe.
Si rivolge al regista Jean Negulesco, portandogli in dono dodici camicie confezionate 
per lui a Roma. L'incontro non ha un esito decisivo, ma spinge
Oriana a volare a New York, sempre sulle tracce della diva.
" Era la prima volta che andavo a New York...era davvero splendida coi suoi 
grattacieli ".
Due anni dopo il giornale le chiede di scrivere una serie di reportage
sul mondo del cinema e lei torna a Hollywood, 
va a visitare da turista le dimore degli attori, partecipa alle loro
feste esclusive e li osserva la domenica a Messa, entra negli studios
e si interessa al fenomeno dei produttori indipendenti, 
condividendo ambizioni e rimpianti in interviste franche e appassionate.
Seguendo il filo dei sette peccati capitali conduce la sua inchiesta
con ironia e profonda comprensione umana.
" La storia di Hollywood è tutta qui. 
Vi hanno sempre dominato i più energici, i più aggressivi, i più fortunati,
quelli che sono spinti da un'avidità molto forte di "fare " e di guadagnare.
E' ciò che impedisce a Hollywood di finire.
Ad ogni crisi rinasce: la ragazza platino, il sistema nuovo di produzione,
lo schermo gigante, la medicina dei vincitori.
E costoro, rimettendo in moto questa pazzesca macchina di illusioni
e di quattrini, non fanno che mantenere Hollywood come è sempre stata:
coi suoi miti e i suoi peccati...
A Hollywood non si muore mai."






Il racconto di quella straordinaria esperienza diventa il suo libro d'esordio,
I sette peccati di Hollywood
A leggere quel primo libro ci si trova tutto il suo amore per la letteratura che non 
le fa mai abbassare la guardia sulla buona scrittura, 
quello stile di chi ha letto molto ma non fa mai il verso a nessuno, e tutta la sua acribia di giornalista che non molla e che non rinuncia all'intuizione, all'occhiata lunga che individua fenomeni di costume che vanno ben oltre la contemporaneità.
Si era messa l'elmetto per andare tra i grandi di Hollywood, ne aveva incontrati parecchi
e conquistati tutti a cominciare da Orson Welles che la incrocia ad una festa
molto esclusiva,e, incuriosito dal tocco originale di quella Mata Hari che viene dall'Italia e che " sa nascondere la giornalista più agguerrita sotto la più ingannevole delle
maschere femminili ", scriverà per lei la prefazione che apre il libro.
Una bella concessione da parte di uno degli uomini più difficili ed esigenti del caravanserraglio 
hollywoodiano, che lei ricambiò dedicandogli nel 1962 su "L'Europeo " 
un ritratto che è un tributo ai suoi 138 chili di genialità:
" Esiste un uomo più bello di un uomo intelligente? "



( fotografie dal web )



16 commenti:

  1. Onore a questa illustre scrittrice e donna straordinariamente sensibile.Brava Antonella a ricordarla ,buona giornata

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Cettina, per me è un piacere scrivere di lei.
      Buona giornata anche a te.
      Antonella

      Elimina
  2. When I originally commented I clicked the "Notify me when new comments are added" checkbox
    and now each time a comment is added I get four e-mails with the same comment.
    Is there any way you can remove people from that service?

    Many thanks!

    Feel free to visit my web page ... chiropractor-orlando.com

    RispondiElimina
  3. Ciao Ornella condivido le parole di fiori di zagara,
    l'Italia può esserne fiera e grazie a te di averla ancora una volta ricordata
    ti auguro un buon pomeriggio

    Tiziano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero Tiziano, l'Italia dovrebbe essere fiera di aver dato i natali a una donna di questa levatura, in realtà troppo spesso la dimentica.
      Grazie a te per apprezzare sempre questi post.
      Antonella

      Elimina
  4. Questo libro lo lessi mentre ero in viaggio e mi sembrò di riscoprire la realtà americana da un altro punto di vista, inedito e molto veritiero.
    Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo, ti ringrazio di cuore.
    Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Beatrice, io l'avevo letto moltissimi anni fa, riprenderlo in mano adesso è stata una bellissima riscoperta.
      Un abbraccio e buon pomeriggio.
      Antonella

      Elimina
  5. Ciao Anto,
    ecco questo libro della Fallaci proprio non lo conosco ma da come l'hai descritto sembra davvero interessante.
    Ho capito, lo comprerò!
    Un baciotto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che lo comprerai! E' il suo primo libro non puoi non leggerlo.
      Un bacione.
      Antonella

      Elimina
  6. Ecco, questo è un libro di Oriana che non ho letto, cercherò di procurarmelo :)
    Un abbraccio e grazie per avermi fatto scoprire qualcosa su Oriana che non conoscevo!

    RispondiElimina
  7. Ciao Xavier, è il primo libro di Oriana Fallaci e dentro c'è già tutta la sua grande bravura.
    Credo che il libro l'abbia la tua nonna Beatrice, nel suo commento mi ha detto di averlo letto.
    Ciao, un bacione.
    Antonella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Appena torno a casa andrò a spulciare nella sua immensa libreria.
      TVB :)

      Elimina
  8. Ciao Antonella,
    mi sembra molto interessante e bello.
    con questi post della Fallaci mi stai facendo appassionare ed incuriosire ;)
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  9. Ciao Audrey, allora almeno un risultato l'ho ottenuto e ne sono felice.
    Un bacione.
    Antonella

    RispondiElimina
  10. Confesso di non avere mai letto nulla di Oriana Fallaci,che so peraltro avere avuto una vita straordinaria.


    ( P.S. anch'io mi sono sposato alla Madonna della Bociola).

    RispondiElimina
  11. Cia Costantino, a me, come avrai intuito, piace molto come scrittrice, o meglio come come scrittote come lei amava definirsi, e ho un infinita stima di lei come persona.
    La Madonna della Bocciola è un posto meraviglioso!
    Ciao, buon fine settimana.
    Antonella

    RispondiElimina

Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")