lunedì 10 settembre 2012

La letteratura è questione di naso, il riscatto di un senso "minore"



Il peccato più grave è di Aristotele.  Che,  nella Metafisica, pone la vista al di sopra degli altri sensi quale fonte principale di conoscenza. Anche se già Platone se la prendeva con l'inadeguatezza del nostro apparato nasale: abbiamo le narici " troppo strette ".






A seguire i Padri della Chiesa, con la generale repressione dei sensi, colpiscono anche gli odori.. Nel XV secolo l'invenzione della stampa a caratteri mobili e l'introduzione della prospettiva lineare in pittura rafforzano il primato della vista, facendo della civiltà europea una civiltà dell'immagine.
L'opera demonizzatrice dell'olfatto è completata da Kant, secondo il quale esso causerebbe più nausee che piaceri, essendo una specie di gusto a distanza, di cui gli altri sono costretti a godere, lo vogliano o no. L'olfatto è quindi " contrario alla libertà, meno sociale del gusto "
E' solo recente il tentativo di ribaltare queste convinzioni, assai dure a morire. Alain Corbin, Piero Camporesi, Alessandro Gusman, tra gli altri, cercano il superamento del " testualismo ", l'uso di ritenere le culture testi da studiare, invece di adoperarsi a far proprio il modello  sensoriale della società studiata.
Antropologi che infrangono il vecchio dogma dell'antropologia, smentendo il primato della vista e coinvolgendo tutti i sensi nell'indagine etnografica.
Ma la scieza è stata anticipata dall'arte. Scrittori e poeti come Baudelaire,  Proust e Neruda avevano già capito che l'olfatto, senso sfuggente ed evocativo, si presta al simbolismo.
Oggi i neurologi spiegano che il naso è l'organo che si sviluppa per primo nel feto, collegandosi alla parte più antica del cervello umano, quella deputata e controllare le emozioni.



Edmond Roudnitska



Esiste perfino il naso creativo. Ce l'hanno i profumieri come Edmond  Roudnitska, addirittura teorico di un'estetica della profumeria, da accostare a quelle riguardanti la musica e la pittura.



Antony Capella




Tutto questo mostra di averlo ben presente Anthony Capella (1962), scrittore nato in Uganda - una star nel mondo anglosassone - che, nel suo primo romanzo pubblicato in Italia, "Il profumo del caffè " , mentre celebra il trionfo dei sensi, fa una vera apologia del naso, ancora più notevole visto che la sua storia si svolge tra l'Africa e la Londra vittoriana.
Al Cafè Royal, appunto, ritrovo londinese di artisti, il giovane dandy e aspirante scrittore Robert Wallis, viene  avvicinato dal mercante di caffè Samuel Pinker . Una sorta di Napoleone del commercio la cui arguzia è inversamente proporzionale alla statura. Pinker guarda molto lontano e già intravede futuri scenari di globalizzazione. Formulando poche, accorte domande, l'uomo d'affari si accorge che quel vacuo, nullafacente esteta possiede una qualità nascosta, ma rara e preziosa:  un grande naso.. Decide allora di arruolarlo per un 'impresa rivoluzionaria: la creazione di un cofanetto di aromi in grado di fornire al caffè un lessico universale.
Esattamente quello che oggi si usa per addestrare gli esperti delle commissioni di degustazione di molte eccellenze alimentari: dall'extra vergine d'oliva al vino, per esempio.
Individuare le caratteristiche dei vari tipi di caffè, al naso e al gusto, tradurle in definizioni esatte e classificarle inserendole in un'infallibile guida interpretativa, è il compito di Wallis, in questo coadiuvato dalla vera ideatrice del progetto: Emily, la bella figlia proto-femminista di Pinker. Come spesso accade tra gli opposti, il rigido,  razionalista senso di disciplina di lei e la decadenza sensuale di lui finiscono col generare una forte attrazione reciproca, repressa dalle convenzioni sociali. Pinker va su tutte le furie, e riesce a sbarazzarsi dell'improbabile genero spedendolo in Africa a gestire una piantagione di caffè. 
Il viaggio, denso di colpi di scena, è un inno alla sensualità, narrato con scrittura smagliante.Tutti i sensi - complice anche il fratello malvagio del caffè, quel qat che , se masticato, mantiene perennemente con la testa tra le nuvole...- si acuiscono allo spasimo ma, su tutti, alla lunga è il naso a detenere il primato. 
Prima del gusto l'odore, una sinestesia che porta ad associare un colore, una semplice immagine a un profumo.






Sulle orme di Rimbaud e seguendo, come lui , il caffè si scopre che questi chicchi possono profumare di libertà, anche se nascono dallo sputo di uno schiavo.
Tremila anni fa gli Etiopi Bonga si scontrarono in battaglia con i nomadi Orono, provenienti dal misterioso regno di Kaffa  e gran mangiatori di chicchi si caffè



Bonga



I Bonga catturarono i nemici e ne spedirono sistematicamente almeno settemila all'anno in Etiopia, al mercato arabo degli schiavi di Harrar. 
Gli sventurati Oromo  masticavano tozzi e grossi chicchi di poco pregiato Robusta, il caffè delle giungle  zairesi. Masticavano e sputavano e, dagli scarti dei loro pasti, spuntavano alberi di caffè. Anche oggi le guardie forestali etiopi indicano le vecchie piste degli schiavi, ombreggiate dagli alberi nati dagli sputi dei prigionieri Oromo



Orono



Sennonchè agli scadenti chicchi di Robusta il clima e l'altitudine di Harrar fanno un effetto meraviglioso. In virtù di chissà quale legge filogenetica, cambiano forma e consistenza, diventano allungati ed eleganti, acquistano profumo, fragranza e deliziosa personalità. Nasce l'Harrar Longberry, il primo civilizzato chicco di Arabica, che si diffonderà nello Yemen e in seguito in tutto il mondo.



Rimbaud



Per questo chicco muore Rimbaud. A diciannove anni ha scritto " Una stagione all'inferno". A venti si è ritirato ad Harrar, a fare il mercante di caffè. Abbandonata la poesia, vuole forse realizzare quanto ha predetto nel suo capolavoro, e cioè che sarebbe andato in una terra di "climi perduti"  dalla quale tornare  " con membra di ferro, pelle scurita ed occhi furiosi". Otterrà, forse, solo la pelle scurita.
Vive gli ultimi giorni ad Harrar divorato da malattie veneree e da problemi finanziari. Torna in Francia in preda al delirio e senza il becco di un quattrino; gli viene amputata la gamba sinistra e muore subito dopo a causa di un'infezione.









13 commenti:

  1. diciamo che il profumo è stato fin troppo sottovalutato, in realtà l'olfatto è il senso più ancestrale (come il tatto o il gusto) che ci guida al 90% nelle scelte.
    Mi viene in mente il romanzo di Suskind, per l'appunto Profumo, è perfetto per questo post!

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    1. Ciao, personalmente considero l'olfatto uno dei sensi più importanti. Figurati che so dire alle persone dove sono state dall'odore che gli sento addosso.
      Hai ragione a rievocare il romanzo Profumo, è perfetto!
      Ciao, buona giornata.
      Antonella

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  2. semplicemente favoloso questo post!!!
    Antonella, sei stata bravissima!!! mi piace da morire come hai strutturato l'argomento, come l'hai tratto ecc... sei stata fenomenale.
    Mi ha suscitato tanto interesse e non lo dico tanto per dire,ma perchè sono rimasta affascinata leggendo.
    Bè, credo anch'io che l'olfatto sia importantissimo,in fondo per riconoscere la persona giusta ci basiamo soprattutto su questo fattore. L'olfatto ci consente inoltre di evitare i pericoli, riconoscendo i cibi avariati. Quindi, concordo sulla sua importanza :D
    Un bacione e buona giornata
    P.S. grazie per questo post ;)

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    1. Ciao Audrey, sono contenta che ti sia piaciuto, è un argomento affascinante, lo spunto per parlarne me lo ha dato il libro. Io considero l'olfatto un senso importantissimo anche nei miei rapporti con le persone.
      Ti mando un grosso abbraccio.
      Antonella

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    2. bè, il libro ti ha dato lo spunto,ma poi tu hai fatto un pezzo degno di nota, secondo me starebbe perfettamente su focus (da pubblicare davvero) ;)
      Bacione e buona serata :D

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  3. wow... che post originale!! in effetti noi siamo 1civiltà dell'immagine.. sin dagli antichi greci... ma tutti i sensi hanno la loro importanza... olfatto compreso!! quanti piaceri sa regalarci... profumi, sensazioni... non sarebbe la stessa cosa abbracciare 1persona cara senza sentirne il profumo, o gustarsi un bel piatto senza farsi tentare dall'aroma... :)) bel post!! :))

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    1. Per me l'olfatto è importantissimo, ritengo anche che sia il mio senso più sviluppato.
      E poi la meraviglia del profumo del caffè e del pane tostato la mattina appena svegli...per me uno dei profumi più belli della vita.
      Ciao Domenico, a presto, un abbraccio.
      Antonella

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  4. ti leggo e penso a quanto sia bello internet quando si incontrano persone come te. Bel post. complimenti.

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    1. Grazie Stefania, il piaceri di esserci conosciute è reciproco.
      E' vera la riflessione che quando si incontrano persone così affini a noi internet diventa una cosa ancora più grande, Grazie del complimento, a presto, un abbraccio.
      Antonella

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  5. Bell'articolo, Antonella! e condivisibile in tutto, almeno da parte mia.
    Aggiungerei che una bella mano al mettere in secondo piano l'olfatto viene anche dallo sfrenato igienismo dei tempi più recenti, che c'impone di lavarci e deodorarci in continuazione per nascondere (anche) i nostri odori naturali.
    Inoltre Kant non aveva tutti i torti: le percezioni olfattive sono le più invadenti e difficili da mascherare: se passiamo davanti a una casa, è sufficiente che vi sia una tenda tirata per non vedere all'interno; è sufficiente che chi vi abita parli sottovoce per non farsi sentire... ma se qualcuno sta cucinando ce ne accorgiamo subito!
    Un sorriso, tuo
    Cosimo

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  6. Ciao Cosimo, perfettamente d'accordo, io poi ritengo che l'olfatto sia il mio senso più sviluppato per cui ne conosco bene gioie e dolori. Ed è comunque anche il meno controllabile, anzi non è assolutamente controllabile. Sono contenta che questo post sia piaciuto ci tenevo veramente tanto.
    Bella l'osservazione sulle abitudine igieniche un po' eccessive della nostra epoca che tendono ad eliminare o comunque a camuffare gli odori personali, anche quello della stessa pelle, per coprirli con profumi ecc.
    Ti auguro una felice serata.
    Antonella

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  7. Bellissimo ed interessantissimo post. E anche se oggi tendiamo a camuffare i nostri odori con i profumi, ce ne sono di buonissimi che è proprio un piacere odorare. E poi, come dice chi mi ha preceduto, ci sono quelli della cucina. Pensiamo al pane appena sfornato, al soffritto di cipolle, alle "grattugiate" di tartufo!
    Ci sono poi i nostri amici animali, che ci riconoscono e ci trovano proprio grazie all'olfatto.
    Purtroppo c'è anche qualche odore ben poco invitante ma, si sa, ogni medaglia ha il suo rovescio!:)

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  8. E che ne dici del profumo del caffè al mattino, oppure del profumo del basilico? O quello di una torta di mele che cuoce nel forno?. Un mondo affascinante quello degli odori che, certamente, come ogni medaglia ha il suo rovescio.
    A presto.
    Antonella

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Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")