domenica 18 marzo 2012

I nostri cari amici a quattro zampe...è bello ritornare a casa!


Oggi abbiamo ricevuto dai nostri amici di Sassello, persone davvero stupende, conosciuti durante una vacanza nelle "montagne del mare" (eravamo ospiti nel loro B&B) queste bellissime e simpaticissime fotografie...non potevo non condividerle con i miei lettori per sorridere un po' insieme... Guardate





























venerdì 16 marzo 2012

La favola del cavallo cieco



Quando ho iniziato questo blog mi sono riproposta di raccontare anche le piccole storie, spesso drammatiche, dei nostri amici animali e questa è una storia talmente commuovente che mi sembra bello raccontarla per prima.

Da Libero del 15/03/2012

" Non vede ma percepisce ogni cosa. I suoi occhi interiori gli hanno permesso di scoprire il mondo in modo eccezionale.
Lui non ha bisogno di vedere cosa c'è intorno a sè. Lo sa e basta. Ha imparato a conoscere Federico, suo amico e allenatore, sa capire quando è triste e quando è felice, quando è il momento di giocare e quando di trottare.
Laghat (questo è il nome del cavallo), Federico lo riconoscerebbe tra mille persone, e conosce bene quel legame unico che soltanto i grandi amici sanno costruire. Lo sente quando sta per arrivare, prima ancora che si avvicini. Questo è il mondo anomale. Gli animali possiedono delle antenne sensibilissime che vanno oltre la vista. Laghat è un cavallo di nove anni, cieco dalla nascita a causa di una micosi.. E forse per necessita ha sviluppato all'ennesima potenza tutti gli altri sensi



Ho sempre pensato agli animali come a esseri misteriosi che sanno più di quello che esprimono con le loro mille manifestazioni che mi stupiscono ogni giorno. Spesso si dice: gli manca solo la parola. A Laghat invece manca la vista, almeno clinicamente. Ma questo non gli impedisce di essere uno straordinario purosangue che corre, gareggia, stacca gli avversari e vince. Proprio così.  Vive e si allena a San Rossore,a  Pisa, nato con la competizione dentro. Ha già portato a casa diciannove vittorie in cinque anni e una lunga serie di piazzamenti in giro per l'Italia.
Laghat ha un dono, una " luce dentro" come dice il suo amico, proprietario e fantino, Federico. " Riesce ad orientarsi perfettamente in pista, non ha alcun problema a stare in gruppo con gli altri cavalli." Neanche Federico, che passa le giornate con lui, riesce a capire come sia possibile: "Avrà un sesto senso che gli consente di evitare contatti e scontri con gli altri cavalli; di certo posso dire di non avere mai avuto problemi a guidarlo, mi segue, anzi risponde perfettamente ai comandi.".

Laghat è un cavallo fortunato invece che in un box vive in un capanno attrezzato a San Rossore, dove si allena insieme alla compagna, una bella cavalla grigia. " E quando torna arrabbiato dopo una gara andata male spesso se la prende con lei". La cavalla. Certo non con Federico l'amico che lo sostiene da sempre. Tra cavallo e fantino c'è l'umiltà consapevole che tutto dipenda da una collaborazione, da un'alleanza, al di là di ogni presunzione. Una fedeltà reciproca. Federico dimostra di aver riposto grande fiducia in questo cavallo su cui nessuno avrebbe scommesso. Con amore e dedizione lo ha educato con la consapevolezza  che non si impone la propria volontà al cavallo e che fermezza non vuol dire brutalità. Lui quel cavallo lo ama davvero, non può essere solamente un mezzo per soddisfare un divertimento o per vincere una coppa, è un amico vero.

Una storia bellissima che commuove il mondo, soprattutto gli appassionati dell'ippica, che vedono in questa storia un esempio e una grande lezione su come sia possibile, per gli animali, ma anche per gli esseri umani, superare i propri limiti in nome della voglia di vincere. Laghat ha vinto."
(D,Mastromattei)
( Le fotografie non raffigurano Laghat)

giovedì 15 marzo 2012

Cicerone/ Le radici dell'umanesimo



Oggi è uscito il quinto volume de "I classici del pensiero libero/ greci e latini" e l'incontro è con "L'Amicizia" di Cicerone, la prefazione è di Giorgio Montefoschi.


A Roma, in una società agitata da una lotta continua e spesso subdola che non faceva alcun conto dei sentimenti, l' "amicitia" era anche un'arma politica, non solo un sentimento basato sulla simpatia reciproca.
Nato insieme alle altre grandi opere filosofiche durante il periodo di forzato ritiro dalla vita politica, il " De Amicitia"  è il tentativo di Cicerone di superare questo concetto utilitaristico per riscoprire un'amicizia fine a se stessa, fondata sulla "virtus" e quindi ancorata a valori etici e personali.

" E' un trattato morale appasionato e sanguigno, nel quale si fondono insieme la grande tradizione etico-teologica greca e la concezione romana del diritto, e così va letto: senza privilegiare nè il carattere filosofico, nè quello che più direttamente si richiama agli avvenimenti contemporanei e tumultuosi del tempo in cui Cicerone lo scrisse.
(dalla prefazione di G.Montefoschi)

mercoledì 14 marzo 2012

Preghiera



Una preghiera per i bambini morti, in Svizzera, nel terribile
incidente di questa notte.

martedì 13 marzo 2012

Cassata "Il tempo ritrovato"


Dato che sono piena di contraddizioni lo sono anche in cucina e così vado matta per i dolci del sud, mi piace tanto la cassata ma non sopporto nè il pan di Spagna nè la glassa e quindi sono stata obbligata ad inventarmi una cassata a mia misura. Dopo svariati tentativi, e dopo aver costretto mio marito a mangiare questo dolce per svariate settimane di fila,  penso di essere arrivata a un buon compromesso. Vi scrivo la ricetta:

Ingredienti:
Biscotti molto leggeri (tipo pavesini) meglio se quelli di pasticceria
latte
ricotta romana freschissima gr.800
zucchero fine gr.250
vanillina 1 bustina
canditi misti gr.80 ( anche qui sono preferibili quelli della pasticceria)
cioccolato fondente  gr.80
pistacchi gr.30
cannella
acqua di fiori d'arancia
marmellata di arance

Passare la ricotta al setaccio .
Sciogliere sul fuoco lo zucchero e la vanillina con un mezzo bicchiere d'acqua.
mescolare bene lo sciroppo ottenuto alla ricotta,
aggiungere un cucchiaino di cannella e una spruzzata di acqua di fiori d'arancia,
mettere in una ciotola 200 gr. di questo composto e tenere in frigorifero.
Unire al restante composto di ricotta i canditi, la cioccolata tagliata a pezzettini ( sconsiglio di usare le pepite già pronte perchè secondo me sono meno buone) e 15 gr di pistacchi tritati.
Preparare uno stampo a cupola foderandolo con carta oleata. Passare molto, molto velocemente i biscotti nel latte e foderare lo stampo. Riempirlo con il composto preparato e "chiuderlo" con altri biscotti.
Mettere in frigorifero e lasciarlo almeno una notte.
Il giorno dopo rovesciate la cupola su un piatto da portata e togliete la carta oleata. Sciogliete in un pentolino , a fuoco molto basso, la marmellata di arance e spennellate la cupola di ricotta ricoperta dai biscotti.
A questo punto tritate i restanti 15 gr. di pistacchi, ricoprite il sottile strato di marmellata,  con l'impasto di ricotta che avevate tenuto da parte e spolverate con i pistacchi. Decorare a piacere con ciliege candite, spicchi d'arancia ecc. Rimettere per qualche ora in frigorifero. E' più buona se mangiata il giorno dopo.
Vi garantisco che è deliziosa e soprattutto facile e veloce da preparare, provatela!

lunedì 12 marzo 2012

Eternità



" Così, perchè, amore,
dovremmo sperare di vivere un secolo intero?
La farfalla che vive un solo giorno
è già vissuta per l'eternità. "
( T.Eliot )

domenica 11 marzo 2012

Santuario della Madonna della Fontana

Fine settimana un po' di corsa, con tantissime cose da fare, e in più sono anche caduta in modo rovinoso dalle scale di casa... ma si sa se una gira con tacco altissimo e gonne lunghe prima o poi  succede!
Comunque il tempo per la passeggiata della domenica mattina con i cani è saltato fuori, siamo andati al Santuario della Madonna dalla Fontana, una bella passeggiata ( breve) tra i boschi porta al piazzale del santuario.

 Le origini del santuario risalgono a
tempi remoti; secondo la tradizione il culto della Madonna della Fontana sarebbe riconducibile all'anno 1534, quando una pastorella muta,in seguito alla visione della Vergine, avrebbe ottenuto il dono della parola.
Intorno a una prima edicola, innalzata a ricordo dell'evento, fu costruita una cappelletta per proteggere l'affresco rappresentante la Madonna del Latte.

Eretto nella seconda metà del cinquecento, poi ampliato nel 1607, nei primi anni del settecento, dopo il completamento della cupola, fu arricchito con stucchi eseguiti da Carlo Zaninetti, capostipite di una famiglia di abili stuccatori di Breia, e da opere pittoriche del Grassi , artista di Romagnano e del pittore milanese Francesco Leva.







Le tre navate, il presbiterio e il coro vennero affrescati nel 1745 dal pittore varallese Antonio Orgiazzi.











Un luogo veramente pieno di pace e di tranquillità, mi vergogno un po' a dire che, pur essendo a due passi da casa, non ci ero mai stata se non una volta tantissimi anni fa per un matrimonio. Questo luogo è stato teatro alcuni anni fa di "apparizioni" e quindi per un certo periodo aveva attirato parecchia gente, poi la chiesa aveva preso posizione contro il sedicente veggente mettendo fine alle riunioni per assistere alle "apparizioni" e riportando il luogo al suo naturale isolamento e silenzio che invita alla meditazione e, se si è credenti, alla preghiera.





Insomma, una bella mattinata!



Piemontesità

Piemontesità
" ...ma i veri viaggiatori partono per partire, s'allontanano come palloni, al loro destino mai cercano di sfuggire, e, senza sapere perchè, sempre dicono: Andiamo!..." ( C.Boudelaire da " Il viaggio")